Il ministro degli Interni belga, Jan Jambon, ha detto che i terroristi dell’Isis comunicano con il PSN su PS4
Il mondo è ancora scosso da quanto accaduto nella notte tra venerdì e ieri a Parigi colpita da diversi attentati rivendicati dall’ISIS che hanno causato la morte di 129 persone (tra cui l’italiana Silvia Solesin) ed il ferimento di oltre 350 con dati che purtroppo non sono ancora definitivi visto che almeno 99 di questi versano in condizioni gravi.
Le indagini vanno i ritmo serrato sia per trovare i mandanti sia per prevenire ulteriori spargimenti di sangue. E così, il ministro degli interni belga Jan Jambon ha dichiarato che i componenti dell’ISIS comunicherebbero anche attraverso il PSN di PlayStation 4.
Per Jambon, il PlayStation Network è infatti una comunità virtuale dove i terroristi riuscirebbero a comunicare attraverso chat singole o multiple (di testo o vocali) ma potrebbero far passare inosservati i messaggi grazie anche al fatto che molti giochi a tema bellico favorirebbero un linguaggio facilmente confondibile.
Il dubbio per gli investigatori sarebbe in soldoni quello di capire se una conversazione si riferisca ad un gioco o ad un vero e proprio preparativo per ben altro. E questo rende davvero difficile scovare chi effettivamente potrebbe avere intenzioni bellicose da altri che stanno semplicemente giocando.
LaStampa ha riportato che in conferenza, il ministro belga ha detto:
“La PlayStation 4 è ancora più difficile da intercettare di Whatsapp”.
Non è però la prima volta che si punta l’occhio (e l’indice) sul PSN. Lo scorso maggio, un austrico di origine turca venne condannato a due anni di carcere dalla corte di Sankt Poulten per aver scaricato dalla propria PlayStation uno scherma per costruire una bomba.
I giudici accertarono che il quattordicenne entrò in contatto con dei militanti dell’ISIS situati in territorio siriano come ricordano sia LaStampa che Quartz.
Insomma, tempi durissimi per chi deve indagare.