PixelJunk Shooter Ultimate – Recensione Pc
PixelJunk Shooter è un titolo che non ha bisogno di presentazioni. Il primo capitolo dei due di questa saga (che dividono rispettivamente i “mondi” di gioco in 1-3 e 4-6), infatti, venne alla luce nella libreria PSN della console Sony PlayStation 3 nel “lontano” 2009.
Il modo in cui mescolava meccaniche puzzle semplici (ma divertenti da mettere in pratica) ad elementi “sparacchini” legati alla sfera dei cosiddetti shmup, infatti, risultò una combinazione vincente che ebbe un riscontro decisamente positivo sia da parte del pubblico che della critica. Perché siamo qui a parlarne dite? Presto detto!
Dal 21 ottobre 2015, infatti, è stato reso disponibile PixelJunk Shooter Ultimate su Pc e PlayStation 4, un titolo che racchiude entrambi i capitoli originari aggiungendo una risoluzione maggiore di gioco ed effetti estetici (ma non solo) che vanno a rendere il quadro originale (già piacevole di suo) ancora più gradevole. Il tutto è sviluppato da Q-Games e Double Eleven e distribuito da quest’ultimo.
BANG! BANG! OPS!
Non sarai mica uno di quelli che non ha la più pallida idea di che cosa sia PixelJunk Shooter, vero? Ah. Beh, nessun problema! Avevamo giusto intenzione di redigere un’infarinatura degli aspetti fondamentali di questo titolo, quindi fai ben attenzione.
Per tutta la durata della nostra avventura ci troveremo a controllare una navicella di color giallo acceso, che potremo indirizzare in qualsiasi direzione da noi scelta alla velocità desiderata (e mentre rivolgiamo il “muso” dove riteniamo opportuno, tra l’altro). Questa capacità di manovra è resa possibile dall’utilizzo delle frecce direzionali “wasd” e del mouse in contemporanea (o delle due levette analogiche in caso decidiate di impiegare il vostro controller di fiducia), e si rivelerà fondamentale sin dal principio.
Il nostro compito? Salvare un manipolo di scienziati lasciati in balia delle circostanze avverse in seguito a un incidente imprevisto durante degli scavi sulla superficie di Apoxus Prime. Hai capito bene, vero? Salvare. Teniamo molto a specificarlo, in quanto le munizioni base della nostra navicella sono infinite e la tentazione di dare sfogo alla nostra potenza di fuoco senza criterio è piuttosto invitante.
Ma cosa succede se dietro a una massa distruttibile si trova un innocente che aspetta di essere tratto in salvo dal nostro dispositivo retrattile? Succede che, se freddato, entra in gioco una dinamica singolare e caratteristica di questo titolo: è irrilevante quante volte la nostra navicella venga distrutta, poiché potremo sempre ritentare. Ciò che è fondamentale, invece, è tenere conto del limite di scienziati persi a causa della nostra sbadataggine. Tale dato è visibile in basso a destra dell’interfaccia, e esaurire gli “omini” disponibili ci costringerà a ripetere il livello da capo (ciascuno di essi composto da più sotto-livelli da affrontare).
I livelli sono disposti e selezionabili su una mappa interagibile divisa in macrozone (tutte comprendenti un “livello boss” alla fine), a cui potremo sempre tornare in caso di bisogno. Oltre agli scienziati standard ne sono presenti alcuni particolari (uno per livello) che se recuperati ci daranno accesso a informazioni che andranno ad accennare alcuni elementi narrativi riguardo il disastro verificatosi. Fin qui la teoria noiosa, ma ora è venuto il momento di trattare di ciò che rende questo titolo estremamente divertente e di come questo ci abbia spinto a giocare ciascuna sezione nella maniera migliore.
MAGMA CHE TI PASSA
Se potessimo racchiudere l’essenza di PixelJunk Shooter in una parola sarebbe “elementi”. Tale vocabolo è da intendere come quegli stadi che abbiamo imparato a classificare alle elementari da bravi bambini: solido, liquido e aeriforme (“gassoso” per il volgo).
Il titolo, infatti, fa della gestione di queste sostanze e dell’ambiente, spesso e volentieri, la chiave per poter raggiungere aree apparentemente inaccessibili con successo (nonché salvare scienziati apparentemente senza speranza). I primissimi elementi con cui verremo in contatto saranno l’acqua e la lava, che, tra l’altro, entrando in contatto si uniranno in proporzione 1:1 creando una superficie rocciosa di cui potremo liberarci facilmente grazie al nostro cannone primario. A proposito di cose che scottano: quest’ultima arma è utilizzabile premendo il tasto sinistro del mouse, ma se terremo premuto inaugureremo una pioggia di razzi diretti verso dove stiamo mirando. A questo punto, però, noteremo come il nostro veicolo si surriscaldi man mano che diamo sfogo alla nostra pioggia di missili.
Anche la semplice vicinanza alla lava provoca un innalzamento della temperatura, che provocherà un incendio del nostro velivolo in caso raggiunga il limite.
A questo punto perderemo il controllo, precipitando e deflagrando. Vi è però una speranza, ovvero l’acqua. In caso di incendio, infatti, potremo evitare l’esplosione imminente della nostra navicella entrando in contatto anche con un piccolo giacimento di H2O. Facendo così, infatti, il termometro scenderà precipitosamente allo zero. Il calore si sviluppa anche in caso venissimo colpiti dai nemici che infestano i livelli (e che talvolta appaiono a sorpresa), ed è facile concludere come l’acqua in PixelJunk Shooter costituisca una vera e propria fonte di salvezza. A partire dal quarto capitolo faremo la conoscenza anche di un terzo liquido nocivo dalle proprietà magnetiche (purtroppo opposte alla nostra carica), che, entrando in contatto con l’acqua, diverrà un vapore piuttosto infiammabile.
Descrivere proprio tutte le dinamiche PixelJunk Shooter in questa sede sarebbe fuori luogo, e ad ogni modo avrete già inteso come non solo siano presenti delle sostanze, ma anche di come esse interagendo tra loro si trasformino in nuovi elementi dalle proprietà differenti. È doveroso aggiungere come la fisica dei liquidi risulti molto credibile senza improntarsi al realismo nudo e crudo: ciò ha reso i nostri “esperimenti” mai ripetitivi (anche grazie a una struttura delle mappe ottima ed eterogenea).
Potremmo parlarvi dei “sassi spugna” che assorbono e rilasciano qualsiasi liquido, delle varianti applicate al nostro velivolo a cui avremo accesso in forma temporanea in alcuni punti chiave, ma preferiamo che sia la vostra curiosità a scoprire tutto ciò. Vi è un elemento importante tuttavia: i diamanti. Dovrete esserne muniti in un certo numero per poter accedere talvolta ai livelli successivi, ma essi saranno sempre debitamente segnalati nell’interfaccia di ciascun sotto-livello (e recuperabili con un pizzico di curiosità e volontà). Questo elemento aggiunge una variabile che ci ha spronato a perlustrare ciascuna zona con attenzione, e, di conseguenza, a giocare ciascun livello con cura e tanta curiosità. Prima di passare alla conclusione, infine, dobbiamo segnalare come il comparto sonoro sia caratterizzato da una colonna sonora ottima e dinamica, che talvolta si evolverà in base ad alcune variabili.
CONCLUSIONI
PixelJunk Shooter Ultimate rappresenta un pacchetto ottimo per chiunque non abbia mai giocato questa piccola perla, o anche per chi desideri tornare a controllare la nostra fidata navicella gialla in una veste grafica rinnovata. Ma non è solo l’aspetto estetico ad essersi rifatto il trucco: pure la dinamica legata ai liquidi è stata ritoccata in meglio. La presenza di entrambi i capitoli precedenti sotto un unico nome, inoltre, lo rende imperdibile nel caso vi piacciano i puzzle game basati sulla “fisica” (ove il condimento sparattutto rappresenta un plus invitante). I nemici presenti non sono numerosissimi ma molto eterogenei fra loro e puntualmente rinnovati in ciascuna macrozona (o “mondo”, se preferite) che andremo ad affrontare (anche in compagnia tramite coop locale, nel caso).
È compreso un comparto multigiocatore che, anche in forza della personalizzazione dei sistemi offensivi/difensivi tramite acquisto con valuta di gioco, pare promettere molto. Purtroppo non siamo mai riusciti a sfidare altri giocatori, in quanto nessuno si è mai aggiunto a noi durante l’attesa del matchmaking.
Tuttavia, in conclusione, se vi siete persi questo gioiellino noi non possiamo fare altro che raccomandarvelo spassionatamente!
Pregi
ottima occasione per chi si sia perso i due classici originali. Livello di sfida ben calibrato. Fattore “fisica” degli enigmi ben realizzato.
Difetti
comparto multigiocatore al momento sottopopolato.
Voto