Il titolo che andremo a analizzare in questa recensione è stato pubblicato in via definitiva da pochi giorni su Steam per Pc Windows, Mac e Linux dopo più di un anno di fase “embrionale” in forma di accesso anticipato.
Si tratta di un progetto tutto italiano realizzato da TheShortAndTheTall, una squadra di sviluppo indipendente formata da Alberto Doriguzzi e Alessio Galliazzo.
Il progetto da loro avviato e portato a termine porta il battesimo di The Body Changer, un titolo in terza persona di ispirazione fantascientifica in cui ci troveremo a risolvere vari enigmi (soprattutto basati sul concetto di “spazio”) al fine di ripristinare i dieci depuratori presenti all’interno della stazione Hope-12.
Essi hanno infatti smesso di funzionare per causa sconosciute, trasformando l’acqua preziosa tenuta sotto controllo al fine di preservare l’umanità in un liquido vermiglio e letale che, oltre ad essere fatale al contatto, è in grado di destabilizzare i droni e renderli aggressivi.
È bene precisare come all’interno della stazione non ci sia neppure l’ombra di un essere umano: essa è gestita da un manipolo di cloni (detti SynB) che obbediscono a direttive di terzi (o forse semplicemente un IA?), che dovremo sfruttare facendoli lavorare in sintonia a seconda della situazione da affrontare (e anche in base al numero e tipo di cloni a disposizione, naturalmente).
A questo scopo, The Body Changer ci dà la possibilità di passare rapidamente da un drone all’altro, lasciando intendere attraverso i puzzle stessi come comportarci al fine di portarli a termine. La stazione di Hope-12 ha delle dimensioni considerevoli, e sarà esplorabile man mano che proseguiremo con la riattivazione dei purificatori.
I SYNB SOGNANO GATTINI ELETTRICI?
Tutto ha inizio con un messaggio di allerta a cui seguirà il risveglio di Ighel, il primo androide che ci troveremo a controllare. Noteremo subito come il comparto grafico consista in un approccio cel shading dalle tinte accese. Tale approccio estetico, che potrebbe risultare abbastanza spoglio, si rivela utile al fine di annientare la possibilità di tralasciare qualcosa di importante a causa di dettagli eccessivi presenti sulla scena.
Tale escamotage, tuttavia, non sempre si dimostra efficace in quanto alcuni elementi fondamentali sono talvolta posizionati in luoghi che potrebbero essere ignorati dai meno curiosi. Presto entreremo in contatto con uno degli strumenti fondamentali del gioco, ovvero l’Activator: esso consiste in un raggio di luce molto sottile (probabilmente un laser in realtà) che ci consentirà di aprire alcune porte o altro attraverso l’attivazione di uno o più sensori disposti in file di quattro. Ve ne sono di vari colori, e li sbloccheremo man mano che porteremo avanti il nostro compito.
Questo fattore ci impedirà di esplorare totalmente la stazione Hope-12 sin dall’inizio, preservando le aree più avanzate per il momento opportuno: “ogni cosa a suo tempo”, come si suol dire. Oltre alle chiavi cromatiche dell’activator spesso saranno le stesse capacità dei vari SynB che incontreremo ad aprirci nuovi orizzonti e possibilità di interazione con l’ambiente.
Scambiare il proprio controllo tra i SynB risulterà presto naturale, e vi avvierete verso enigmi via via più complessi in men che non si dica.
Il gioco tuttavia a volte pare donare sin troppa fiducia verso il grado di intuizione degli utenti, che potrebbero trovarsi in dubbio verso le modalità di risoluzione di un rompicapo. Un esempio perfetto in questo senso è quello dato dal SynB verde: a una sua posizione in una stanza corrisponderà l’apparizione di una piattaforma in quella accanto, perfettamente speculare. Peccato che il terminale ivi presente si limiti a precisare come il luogo in cui ci troviamo sia dedito a esperimenti fisici (e basta). Insomma, tenere gli occhi aperti e vigili sarà indispensabile.
A questo proposito, è degno di menzione il fatto che gli sviluppatori abbiano deciso di affibbiare a The Body Changer l’etichetta di Metroidvania proprio in ragione di questa possibilità di esplorazione parziale della mappa in fase iniziale e sempre meno slegata a vincoli man mano che proseguiremo nella nostra missione. In tutta sincerità noi riteniamo che questa caratteristica sia in realtà insufficiente per potersi avvalere di questo titolo, ma ciò non nega comunque il potenziale di questo approccio di sviluppo. D’altro canto, ci siamo anche accorti di come questo titolo rappresenti una cesura più o meno involontaria dalla filosofia di sviluppo dei titoli legati al genere puzzle più recenti quali i due Portal, The Swapper e The Talos Principle.
Questi ultimi, infatti, ricorrono sempre a una struttura che potremmo definire “a tenuta stagna”. Che cosa significa? Presto detto: gli enigmi in questi titoli vengono presentati in luoghi in cui non dovremo ritornare quasi mai una volta risolti i rompicapi con successo. Tale sistema crea anche una sensazione di appagamento nel giocatore in quanto, di fatto, le prove di arguzia che riusciremo ad affrontare con successo saranno letteralmente lasciate alle nostre spalle. Ma The Body Changer non funziona così: potremmo inquadrarlo come un sistema di micro-enigmi (rompicapi isolati in una stanza) che compongono macro-enigmi (spesso legati fra loro).
Quest’ultimo fattore non è né positivo né negativo, ma il fatto che i singoli rompicapi spesso siano solo un passo verso il prossimo (e di come dovremo spesso tornare sui nostri passi) rappresenta una concezione di gioco che lascia poco spazio al “respiro”. Persino riattivando un purificatore ci troveremo subito a pensare alla nostra prossima mossa in base ai nuovi strumenti giunti in nostro possesso. Ciò rende questo titolo particolare, ma potrebbe non piacere a tutti proprio a causa di questo modo di distribuire e concepire i rompicapi. È anche da segnalare come il giocatore sia impossibilitato dal poter salvare quando più gli aggrada. Tale elemento, in concomitanza con alcuni enigmi “ad alto rischio”, potrebbe provocare qualche momento di frustrazione in caso di errore fatale a pochi passi dalla soluzione.
LA SETTIMANA BALISTICA
La maggior parte degli enigmi di The Body Changer consiste nello scortare o spianare la strada attraverso strumenti di varia natura a un SynB vulnerabile all’acqua contaminata mentre se ne controlla un altro (o più) immune al contatto. Tale elemento, combinato col fattore di “scambio rapido” anticipato prima, porta a ritmo di gioco abbastanza sostenuto e dettato dalla precisione e raziocinio.
Il titolo non è tuttavia composto da soli enigmi, ma anche da fasi incentrate sull’utilizzo di armi da fuoco e, in caso il nostro bersaglio venga stordito, armi da taglio. Tali sezioni ci vedranno alle prese con un SynB concepito proprio per questo tipo di mansione (da affrontare sempre in terza persona). Questo comparto del gioco risulta abbastanza grezzo, e premere verso destro o sinistra due volte di fila al fine di ottenere una capriola in quella direzione risulterà un po’ legnoso sia come combinazione di tasti che in quanto ad animazione. A proposito di animazioni: esse, nel loro complesso, risultano un poco raffazzonate, e gran parte del nostro arsenale non restituisce il senso del “fuoco” appena scatenato contro il nostro bersaglio.
Vi ricordate quando all’inizio vi abbiamo anticipato come l’acqua contaminata potesse avere conseguenze su coloro che vi si sono avvicinati troppo? Ebbene, i nostri bersagli saranno proprio altri droni contaminati, ridotti ormai a organismi molto simili a zombi. Tra le nostre nemesi figurano nemici di altra natura, tra cui una razza antropomorfa da un muso decisamente improntato alla specie degli squali terrestri. Tralasciando il fatto che caratterizzare una razza aliena in base a una terrestre non sia un approccio particolarmente efficace, non possiamo evitare di segnalare come queste sezioni improntate verso il piombo caldo risultino poco memorabili, non riuscendo a fondersi totalmente nel resto del tessuto di gioco (che offre picchi di qualità in alcuni enigmi proposti).
Un comparto che, purtroppo, risulta decisamente sottotono è tutto ciò che è legato alla macrodimensione dell’audio. Gli effetti sonori spesso non brillano per originalità, mentre le ambientazioni sono completamente mute: non vi è alcun suono legato a ciò che intorno a noi o in lontananza. Questa mancanza priva dell’ambientazione gran parte del suo fascino potenziale, e, unendo questo fattore a una grafica talvolta forse troppo semplice, potrebbe risultare poco attraente per gli sguardi assetati di dettagli. The Body Changer è anche piuttosto carente dal punto di vista musicale: per la gran parte del gioco udiremo un cosiddetto tappeto sonoro (soundscape, se volete) onnipresente dalle tinte horror/ansiogene abbastanza fuori luogo, che potrebbe risultare addirittura irritante in alcuni attimi caratterizzati da suoni molto acuti e fastidiosi. La traccia dedita agli scontri non è altro che un brano di appena tre secondi circa ripetuto all’infinito che, inutile dirlo, stanca molto presto. La mancanza di cura in questo comparto decisamente molto importante al fine di restituire un’esperienza piena e coinvolgente, tuttavia, è probabilmente legata a una altrettanto assente figura che si sia occupata di questo aspetto in maniera approfondita. Con questo appunto tutto votato al dovere di cronaca e non al desiderio di giustificare questa lacuna, ci avviamo al termine di questa nostra recensione.
CONCLUSIONI
The Body Changer, non dimentichiamolo, è un titolo realizzato interamente da due sviluppatori indipendenti italiani riuniti sotto il nome di TheShortAndTheTall. Il modo in cui il gioco decide di fondere tutti gli enigmi verso un unico, “grande enigma” (enigmi interlacciati e mappa totale via via più esplorabile) è senz’altro interessante ma, privandosi (e privandoci) dell’appagamento classico legato alla risoluzione di un singolo rompicapo rispetto ad altri suoi “coetanei”, potrebbe non piacere a tutti.
Gli enigmi risultano di qualità e abbastanza vari, mentre le sezioni in cui le armi da fuoco ne fanno da padrone non riescono ad essere all’altezza. Se il comparto visivo potrebbe risultare semplice ma gradevole e, come anticipato, giustificato per fini pratici, l’audio è una lacuna bella e buona difficile da ignorare. Purtroppo dobbiamo segnalare come, durante la nostra esperienza, ci siamo trovati qualche volta nell’impossibilità di proseguire nella nostra missione a causa di azioni da noi intraprese che non era state previste in fase di sviluppo. Allo stesso modo, tuttavia, dobbiamo segnalare come gli sviluppatori si siano mobilitati ogni volta prontamente, ignorando, tra l’altro, che l’utente che ora sta scrivendo queste parole avrebbe poi redatto in questa sede la nostra analisi e pensiero riguardo il frutto del loro lavoro.
The Body Changer è un esordio italiano in uno dei generi forse più difficile da affrontare, e, considerando che è stato realizzato da sole due persone, merita un elogio di incoraggiamento. Ci sentiamo di consigliarlo a tutti coloro affamati di videogiochi che fanno dell’uso del raziocinio la loro matrice. Se avrete qualcosa da segnalare fate pure: Alessio e Alberto avranno un attimo anche per voi. Tuttavia non possiamo ignorare le lacune sopracitate e gli “intoppi”, ma precisiamo come il voto sottostante sia da prendere come il suo corrispettivo “scolastico” e non percepito attraverso i parametri totalmente “fuori bolla” ormai diffusi.
Pregi
Alta qualità degli enigmi. Ottima struttura della mappa.
Difetti
Comparto audio da rivedere. Sezioni “al piombo” non all’altezza del resto.
Voto
6,5