Armikrog, Recensione Pc

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L’universo delle avventure grafiche punta e clicca continua a rimanere in evoluzione. Nuove e vecchie frontiere si alternano.

E così eccoci a parlare di Armikrog, titolo firmato da Pencil Test Studios con la collaborazione del publisher Versus Evil uscito qualche giorno fa (a fine settembre) su Steam e GOG per Pc Windows, Mac e Linux nato grazie ad un’ottima campagna Kickstarter che l’anno scorso fruttò agli autori quasi un milione di dollari muovendo l’interesse di oltre 18.000 sostenitori per la realizzazione del gioco che andremo a descrivere in questa nostra recensione.

Armikrog, che prossimamente arriverà anche su Wii U e PlayStation 4, si è fatto strada col crowdfundig con un’operazione nostalgia incentrata sulla successione spirituale di The Neverhood, titolo uscito nel lontano 1996 a firma di Dreamwork Interactive (EA Los Angeles) e caratterizzata dalle tecniche del Claymation e Stop-Motion.

Le stesse, chiaramente rivisitate, le ritroviamo in Armikrog, gioco ambientato nel futuro in un mondo folle fatto di plastilina grazie all’utilizzo dell’Unity Engine…

UN ATTERRAGGIO DI FORTUNA NEL BEL MEZZO DI…

… Veniamo così a raccontare rapidamente e senza anticipazioni un po’ dell’ambientazione e della trama del gioco per farvi conoscere in estrema sintesi chi sono i personaggi.
Protagonisti sono Tommynaut ed il suo fedele compagno Beak Beak, un cane parlante cieco. I due si ritrovano – lo si vede nel filmato d’apertura – in un pianeta inospitale a seguito di un atterraggio di fortuna che li ha fatti schiantare senza conseguenze fisiche all’interno di una fortezza misteriosa, l’Armikrog che dà anche il nome al gioco.
Attraverso spirito di osservazione, logica ed altro i due dovranno risolvere vari enigmi per andare avanti e, per dirla alla Dante, riuscire a riveder le stelle…

GAMEPLAY

Il più classico dei gameplay farcisce Armikrog. Tuttavia non troveremo alcun inventario né tanto meno una interfaccia di alcun tipo.

Il tutto è molto essenziale (nonostante un comparto grafico di prim’ordine) e si riduce nello spostare il cursore nello schermo per raggiungere il posto desiderato, o raccogliere un determinato oggetto che andrà a finire nel ventre gommoso di Tommynaut per essere utilizzato successivamente, o ancora per selezionare uno dei due protagonisti.

La componente puzzle è molto spiccata in Armikrog, come del resto è normale in questo amato genere di giochi. Il problema è che la meccanica di questi enigmi è un attimino lenta ed a tratti poco intuitiva. Nulla di insormontabile, per carità, ed alcuni puzzle sono anche facili, ma altri sono un po’ rognosi e poco immediati. Spesso e volentieri, inoltre, si perde più tempo ad intuire il senso di un enigma: una volta poi capito l’andazzo sarà poi quasi automatico risolverli e tutto sta nel trovare la sequenza cromatica giusta, o nel trovare le forme adatte o altro di simile. Tutta logica e deduzione.

Non ci sono troppi dialoghi ma leggerli, sottotitolati in italiano, è utile a capire le sfide che ci vengono proposte addentrandosi nell’Armikrog. La presenza di due personaggi non è soltanto scenica perché se Tommynaut è aitante e forte (sarà lui anche ad azionare le numerose leve che troveremo nel gioco), Beak Beak è essenziale per raggiungere alcuni cunicoli e grazie ai suoi sensi acuiti dalla cecità sarà in grado di scovare alcuni indizi utili alla risoluzione di alcune sequenze necessarie per andare avanti. Nondimeno, dei due, è quello che offre spunti comici migliori.

Complessivamente nulla che non sia già stato visto, nulla di nuovissimo all’orizzonte e comunque proposto in una formula molto essenziale che però potrebbe non piacere a tutti. Se da un lato, infatti, questa essenzialità può essere vista come un fatto positivo, dall’altro la mancanza di una interfaccia chiara, o di un inventario o della possibilità di avere un cursore che cambia forma non appena passa su un oggetto o su un elemento ambientale con il quale interagire, potrebbe essere un deterrente per giocare.

Armikrog non è particolarmente difficile, ma bisogna avere molta pazienza per portare avanti alcuni enigmi. E ripetiamo: parte di questi si intuiscono molto velocemente al punto che si perde molto più tempo ad applicare la soluzione che altro. E questo spezza il ritmo. Il tutto è un po’ appesantito da alcuni difettucci nel controllo dei personaggi e nell’interazione.

Il gioco non dura tantissimo: ci si mettono 5-6 ore per portarlo a termine, ma anche di più se si perde tempo con le meccaniche di alcuni enigmi. Questo chiaramente può fare storcere il naso ancora più ulteriormente ma non per forza la scarsa longevità (o presunta tale) deve essere un difetto.

CLAYMATION DA APPLAUSI, BUON SONORO E DOPPIAGGIO

Il punto forte del lavoro firmato da Pencil Test Studios è senza dubbio il comparto tecnico. Graficamente, Armikrog è davvero ben fatto: la grafica è molto colorata e dettagliata con uno stile che è tranquillamente paragonabile con varie produzioni (anche in ambito cinematografico) realizzate con la tecnica del Claymation.

Il mondo in plastilina  (anima del Claymotion) di questo gioco è il fiore all’occhiello della produzione. Molto ben animata e decisamente di impatto con tanti tocchi di classe sia a livello di ambientazioni con colori forti e forme decise sia sul quello delle animazioni. L’atmosfera diventa surreale ed il racconto ne beneficia.

Il tutto è accompagnato da un buon comparto sonoro sia a livello musicale che come doppiaggio. Abbiamo apprezzato molto la voce rauca di Beak Beak ed il suo umorismo. I dialoghi, purtroppo, non sono tantissimi e si attivano dopo determinati eventi o puzzle risolti che svelano i misteri della fortezza.

COMMENTO FINALE

Ci troviamo di fronte ad un’avventura ben realizzata dal punto di vista grafico e sonoro, non priva di alcuni piccoli difetti tecnici e che comunque può spaccare il pubblico. Se da un lato c’è chi apprezzerà l’ottima tecnica visiva (davvero un piccolo-grande capolavoro sotto questo aspetto, ndr) e sonora, dall’altro si storcerà il muso (ed anche il naso) per alcune scelte “editoriali” come l’eccessiva essenzialità del gioco. Senza una interfaccia o un cursore che cambia al passaggio su oggetti o ambienti con il quale interagire, le cose in alcuni casi si complicano. E purtroppo anche per colpa di alcuni difettucci: i comandi non sono precisi ed a volte le azioni devono essere rifatte.

Il gameplay è praticamente standard ed è farcito da alcuni puzzle dalla meccanica astrusa e macchinosa. Peccato, inoltre, che non duri tantissimo anche se probabilmente per questo genere di giochi va bene.

Armikrog, come già detto, può piacere e non piacere e se da un lato ammalia dal punto di vista visivo e piace a livello sonoro, non convince appieno dal punto di vista pratico (gameplay) che appare con qualche lacuna come il fatto che non ci siano indizi visivi immediati per andare avanti potrebbe scoraggiare i neofiti del genere. La natura minimalista nonostante una tecnica grafica invidiabile può essere un’arma a doppio taglio.

Se però siete amanti delle avventure grafiche e ne avete masticata qualcuna, Armikrog può essere senza dubbio apprezzata per quanto di buono sa offrire.


Pregi

Aspetto grafico eccellente. Sonoro gradevole. Essenziale e minimalista…

Difetti

… ma a volte poco intuitivo. Alcuni difettucci. Meccaniche non immediate.

Voto

7,5