Di picchiaduro sulle arti marziali ne esistono a bizzeffe. Il compito degli sviluppatori, quindi, diventa sempre più arduo proporre qualche cosa che riesca a far breccia perché si rischia di cadere nello scontato.
Di contro, chi punta sull’originalità (e non sono in tanti) rischia di non soddisfare i gusti del pubblico e, comunque, di realizzare un lavoro non eccelso.
Ai nostri occhi è quindi balzato dal nulla Kings of Kung Fu, picchaduro ad incontri classico, che più classico non si può, firmato da Jae Lee Productions e Digital Tribe, uscito ieri (26 giugno 2015) su Steam per Pc Windows, Mac, Linux dopo circa sei mesetti di Early Access sulla nota piattaforma di Valve.
La storia sullo sviluppo di Kings of Kung Fu racchiude anche una sfortunata campagna Kickstarter risalente allo scorso anno nella quale gli autori chiedevano appena 5.000 dollari per portare a termine il loro progetto. Non è andata benissimo (i risultati li vedete qui) ma quella sul sito di crowdfunding è stata una esperienza positiva perché il gioco ha comunque trovato un publisher ed è stato pubblicato.
Diciamo subito che si tratta di un titolo genuino di taglio “cinematografico”, senza fronzoli, ma con tanti bei richiami che gli amanti dei film sul Kung Fu potranno apprezzare.
LA DURA VITA DELLO STUNTMAN CINEMATOGRAFICO
Vale la pena dare un accenno alla trama del picchiaduro. Estremamente semplice, ma che giustifica tutto l’architrave tecnico. I 14 protagonisti di Kings of Kung Fu sono sono degli stuntman cinematografici.
Red Ronin, un misterioso combattente, è l’uomo da battere un torneo di Kung Fu che mette in palio una parte da protagonista nella prossima grande produzione cinematografica. Comincia quindi una cavalcata a furia di calci, pugni, spaccate, calci volanti, parate, combo, counter e quant’altro verso la gloria.
TANTE MOSSE SPETTACOLARI, SENZA NULLA DI SOPRANNATURALE
Andiamo a parlare del gameplay di Kings of Kung Fu. Il gioco ha un taglio “cinematografico” come già scritto in precedenza. E lo si nota dall’atmosfera degli stage ed anche dai personaggi ispirati ai vari protagonisti di diverse pellicole.
Il Kung Fu è un’arte marziale di una certa spettacolarità che si presta a rendere spettacolare i film. Stessa cosa dicasi per i videogiochi. Gli sviluppatori hanno pensato quindi che le mosse eleganti, letali, efficaci ed atletiche del Kung Fu bastassero e quindi non ci sono attacchi speciali o attacchi soprannaturali come in titoli ben più noti.
Niente Fatality o attacchi ai Raggi X alla Mortal Kombat, niente Hadouken o Yoga Flame alla Street Fighter per intenderci. Solo mosse classiche, plausibili, umane sebbene le combo (difficili da realizzare e questo è un bene) o certi salti o mosse elusive possano essere davvero belle dal punto di vista stilistico.
Dal punto di vista del gameplay, ci troviamo di fronte ad un classico picchiaduro vecchio stile. Divertente e ben realizzato. Forse poco originale ma che strizza l’occhio ai titoli di una volta perché punta dritto al sodo senza inutili spettacolarizzazioni o violenza gratuita anche se sono presenti gli schizzi di sangue.
PICCOLI TOCCHI DI CLASSE E QUALCHE CALO DI FRAMERATE
Analizziamo ora il punto di vista tecnico del gioco. Kings of Kung Fu offre una sorta di tuffo nel passato offrendo comunque un lavoro onesto che va al sodo.
Le varie arene sono ben fatte, piuttosto diversificate tra loro, ricche di dettagli (anche luci ed ombre) e strizzano l’occhio ai vari cliché delle scene ed ambienti dei vari film sulle arti marziali anni ’70 ed ’80, un periodo di conoscenza del mondo orientale da parte di noi occidentali.
Un periodo dove tutto sembrava provenire da un’altra galassia più che da un altro mondo e quindi suscitava tanto stupore.
I riferimenti sono tantissimi. Ne citiamo uno: l’arena col Colosseo con tanto di gattino che campeggia tra le millenarie mura dell’anfiteatro che fece da “ring” nel mitico scontro tra Bruce Lee e Chuck Norris in una delle scene madri del film cult L’urlo di Chen terrorizza anche l’Occidente.
Visivamente, tutta l’azione è accompagnata da vari effetti “pellicola” con vari disturbi, lievi sfarfallii della cinepresa. Il tutto, infatti, sembra visto da un obiettivo di telecamera. Gradevole e simpatico. L’impatto visivo iniziale ricorda il primo Mortal Kombat (con diversi dettagli in più ovviamente).
Ottime le animazioni che fanno evincere il lavoro certosino da parte di Jae Productions con un design classico ma riuscito. Almeno a nostro avviso.
I 14 personaggi sono diversificati (sia in stile che in mosse, e con il proprio background), il gameplay è divertente e riuscire a fare combo o a spezzarle è motivo di soddisfazione con una difficoltà ben settata. Davvero belle le arene anche se, è giusto ribadire il fatto che si parli di una produzione indipendente. Pochi i mezzi ma ben sfruttati.
C’è una pecca per quanto riguarda il frame-rate che ogni tanto va giù spezzando il ritmo dell’azione. Abbiamo provato tutto a dettagli al massimo (su una ATI R7 200 con 2GB e quindi con requisiti grafici decisamente superiori a quelli richiesti nonché su un Pc dotato di un AMD Phenom II quad core ed 8 GB di ram) e quindi riteniamo che con un po’ di lavoro di ottimizzazione (nulla di gravissimo, attenzione, ndr) questa mancanza possa essere risolta. Cionondimeno la colonna sonora tipicamente orientaleggante accompagna molto bene l’azione.
CONTENUTI ESSENZIALI
Kings of Kung Fu, lo abbiamo già ripetuto, è un titolo piuttosto essenziale. E lo è anche nei contenuti. La modalità Storia è diretta agli scontri, senza alcun collegamento tra gli stage ed i combattenti. Si va avanti di incontri in incontro “all’antica”, senza dialoghi, senza sequenze di intermezzo. Si arriva allo scontro con Red Ronin.
Abbiamo le modalità Pratica e la Versus. Quest’ultima permette di giocare con un amico. E basta, oltre alle varie opzioni e settaggi grafici su effetti e risoluzione su schermo.
COMMENTO FINALE
Nessun effetto speciale per una produzione sobria ma ben fatta. Kings of Kung Fu esalta un lavoro genuino che punta più ad offrire un gameplay diretto e divertimento in un contesto che omaggia le pellicole degli Anni ’70 ed ’80.
Ci sono tanti piccoli tocchi di classe, una realizzazione ben architettata seppur con alcuni difetti, ma visti i mezzi piuttosto risicati possiamo parlare di un prodotto notevole.
Lo consigliamo agli amanti dei picchiaduro ad incontri vecchio stile amanti del Kung Fu e generalmente delle arti marziali e delle atmosfere dei film cult e storici su questo argomento. Il gameplay offre divertimento sano, senza i fronzoli di attacchi con poteri soprannaturali. Certo, il roster è ristretto a 14 componenti, non ci sono troppe modalità e la Storia va dritta senza alcuna narrazione, tuttavia se siete stanchi dei troppi “convenevoli” e desiderate variare un po’ sul tema, questo titolo fa al caso vostro.
Pregi
Belle le atmosfere cinematografiche. Diversi richiami ai film cult di arti marziali. Tecnicamente, in generale e visti i pochi mezzi, ben fatto. Graficamente gradevole. Apprezzabile la colonna sonora. Gameplay schietto.
Difetti
Manca un po' di contenuti. Qualche calo di frame-rate qua e la.
Voto
7,5