Dead Synchronicity: Tomorrow Comes Today, Recensione Pc
Se siete stanchi del solito, del trito e ritrito, di tutto ciò che non ha un tocco di originalità, dovreste dare una possibilità – qualora vi piaccia il genere, ovviamente – al recente Dead Synchronicity: Tomorrow Comes Today. Un’avventura grafica bidimensionale di cui si chiacchiera ancora troppo poco, ma che ha diverse frecce nel suo arco. Noi ne abbiamo parlato in questa anteprima, ora è giunto il momento di recensirla.
Una trama forte, una narrazione tutt’altro che banale, dei personaggi carismatici e un modo di gioco suggestivo, qui si mescolano assieme per dare vita a quello che non ti aspetti, ad un titolo piacevole da giocare tutto d’un fiato, e la longevità ridotta aiuta non poco a raggiungere questo traguardo. Se abbiamo stuzzicato il vostro interesse, continuate nella lettura.
MACABRO E NON POCO
Civiltà, città, abitudini, usanze di un tempo. Tutto è andato perduto, tutto è stato dimenticato. Un tragico evento da tutti definito come “Grande Onda” ha portato distruzione, morte, suicidi di massa, pazzia, e i pochi individui sani rimasti affrontano la giornata come possono, impauriti dal clima di terrore con cui pochi militari amministrano le cose, ubbidendo agli ordini del nuovo governo. C’è poca chiarezza però, perché con la Grande Onda è successo qualcosa di macabro, di inspiegabile: in molti hanno iniziato ad accusare i sintomi di una strana malattia, che nel suo stato finale porta l’individuo alla dissolvenza completa. Nei panni di Michael, svegliatosi da un lungo sonno e privo di memoria, il giocatore dovrà ricostruire il quadro della situazione, mentre tutt’attorno morte, rapine, stupri e soprusi si susseguono come se nulla fosse.
Il clima che si respira è chiaramente uno dei punti che contraddistingue Dead Synchronicity dalle altre, tante avventure grafiche giunte nei negozi fisici o negli store digitali fino ad oggi. I riferimenti al dispotismo sono chiari ed evidenti e si amalgamano benissimo al mix di classicismo ed originalità a cui Fictiorama Studios ha deciso di affidarsi per ottenere una buona riuscita del loro prodotto. Centrando l’obiettivo, oltretutto, pur lasciando qualcosa al caso, come spiegheremo più avanti.
Il canovaccio merita attenzione per sviluppo e particolari significativamente interessanti, rilasciati mano a mano, e sebbene i colpi di scena non si possano chiamare veramente tali – diciamo che sono piuttosto preventivabili – alcune evoluzioni meritano di essere assaporate e potrebbero avere più d’una ripercussione sul vostro stato d’animo.
Dead Synchronicity non è un titolo per videogiocatori deboli di cuore, è crudo per certi versi, spietato, e riesce ad esserlo anche grazie alla formula di gioco molto classica, se vogliamo old-school, che però si concede alcune rivisitazioni soprattutto in fase di storytelling.
Su tutto il resto, se siete amanti del punta-e-clicca, troverete punti di contatto con qualsiasi altro titolo del genere: un inventario piuttosto semplice da raggiungere, tramite cui collezionare, combinare e usare gli oggetti per la risoluzione di enigmi; dei dialoghi spesso molto corposi coi classici NPC ed enigmi tendenzialmente di facile risoluzione, eccezion fatta per qualcuno un po’ più complesso e astruso. Ecco, il primo difetto potremmo trovarlo in questo frangente, si sente la mancanza di rompicapo disegnati con maggior criterio, forse per lo sviluppatore sarebbe stato meglio investire ore di perfezionamento su quest’ambito, piuttosto che sulla realizzazione di achievement spesso banali, inseriti col solo scopo di giustificare una rigiocabilità, assolutamente forzata, ad un’avventura che abbiamo completato in appena quattro ore. Lo stesso dicasi per l’interazione con gli ambienti: sono pochi gli elementi con cui interagire, ma va dato atto che una scelta del genere consenta al prodotto di essere più fluido e meno dispersivo nello svolgimento dei fatti.
IL CONTORNO HA LA SUA IMPORTANZA
Un ruolo importante è ricoperto anche dai personaggi secondari, che a differenza di altre avventure qui hanno la loro importanza, aiutando il racconto a farsi sempre più intricato e profondo di quanto non possa sembrare inizialmente, sebbene molti degli incarichi che ci verranno affidati non risultano così interessanti; si tratta perlopiù di pretesti atti a far crescere l’insicurezza dello stesso Michael, afflitto da una terribile amnesia alla quale pian piano farà spazio la verità.
Ciò ha però indotto gli sviluppatori ad abusare di questo mezzo, e a ricordarcelo è il forte backtracking che inficia tutta l’esperienza; esagerato a dir poco, anche per un avventuriero navigato, che si troverà decine di volte a rivisitare le stesse, poche location. Anche in tal caso, gli spostamenti non hanno portato miglioramenti di sorta alla durata, come già detto piuttosto ridotta, che potrebbe non giustificare pienamente l’esborso richiesto (circa venti euro) qualora non siate interessanti a rigiocarlo più volte in modo tale da sbloccare ogni achievement Steam previsto.
Il versante stilistico, a suo modo, sprizza anch’esso interesse. Abbiamo parlato del dispotismo che si respira in tutta la durata dell’avventura, e a supportarla efficacemente troviamo dei fondali superbi e dei personaggi altrettanto complessi; la loro unione crea un substrato nel quale terrore e ansia, perlopiù, affiorano quando meno ce lo si aspetta, seguendo attentamente gli eventi spesso cruenti ideati dagli sviluppatori, riuscendo così a risultare come un’ottima base di partenza tramite cui veicolare sentimenti e stati d’animo; insomma, niente è lasciato al caso, tutto è stato progettato in funzione del progetto di gioco, e non fa meno il comparto audio costituito da una colonna sonora molto corposa e da un ottimo doppiaggio in inglese (presenti i sottotitoli in italiano, Ndr).
COMMENTO FINALE
Originale, matura, non scontata. Se volessimo riassumere in breve questo videogioco useremmo questi termini, perché il lavoro portato a termine da Fictiorama Studios è degno d’elogio non solo sul lato stilistico, quanto su quello dei temi trattati e dei personaggi creati e caratterizzati in maniera certosina. Manca ancora qualcosa per fare quel salto di classe definitivo, come un design degli enigmi più complesso, o qualche chicca lato gameplay, che avremmo apprezzato tantissimo considerando il contesto tutt’altro che classico o che sapeva di già visto. Ad ogni modo, ve lo consigliamo ad occhi chiusi, se amate le avventure grafiche.
PREGI: Stile artistico. Trama intrigante. Buon doppiaggio e soundtrack corposa. Si affrontano tematiche importanti.
DIFETTI: Longevità piuttosto ridotta. Alcuni enigmi poco ricercati. Backtracking forzato in molte fasi.
VOTO: 7/10