Sovereignty: Crown of Kings, prime impressioni
Sovereignty: Crown of Kings è il nuovo strategico a turni firmato da Gothic Labs e Slitherine. Il gioco è presente su Steam in Accesso Anticipato da qualche settimana. Il prezzo è di 22,99 euro ed è disponibile solo per Windows in inglese… e tedesco.
Abbiamo dato un primo sguardo a questo titolo che unisce le componenti strategiche a quelle gestionali e le proietta in un variegato universo Fantasy dove 35 regni popolano un vasto continente. Umani, Orchi, Elfi ed altre razze Fantasy mirano alla gloria e per farlo non esiteranno ad attaccare, a difendersi, ma anche a stringere alleanze ed altro per avere la supremazia.
Il gioco, in pratica uno strategico di stampo classico, è già in una fase avanzata di sviluppo anche se al momento non è dato sapere quando gli autori decideranno di pubblicare la versione finale che hanno aggiornato di recente il titolo alla versione 1.4 con diversi bilanciamenti sul gameplay.
TANTI DETTAGLI DA TENERE D’OCCHIO MA NULLA DI IMPOSSIBILE
Come ogni titolo strategico firmato Slitherine, anche Sovereignty: Crown of Kings ha tante cose da tenere d’occhio. Molte di esse, però, sono semplificate e questo può strizzare l’occhio a chi non ha mai toccato un titolo del genere.
E così la gestione del proprio regno diventa una cosa non troppo difficile. Grazie anche ad una interfaccia grafica essenziale ma efficace. La gestione, anzi, la micro-gestione, del reame tocca diversi aspetti. Da quello militare, ovviamente, a quello economico senza dimenticare la possibilità di stringere patti di non belligeranza o di mutuo soccorso tra le varie fazioni.
Per entrare in battaglia bisognerà dichiarare guerra. E’ facile districarsi in queste operazioni: l’aggiornamento di una provincia si effettua con un paio di click mentre l’addestramento delle unità è altrettanto intuitivo. Facile anche acquistare nuove truppe che possono essere accorpate direttamente alle armate con semplici click.
LA LUNGA STRADA PER IL SUCCESSO
In questo paragrafetto vi spiegheremo come gestire in modo semplice il tutto perché la strada verso il successo per dominare questo vasto continente sarà lunga ed irta di pericoli.
Il gioco propone alcuni obiettivi militari specifici. Un po’ come nel Risiko. Ad esempio si dovrà eliminare una nazione nemica, fino alla conquista di 200 (duecento) province. Ovviamente non sarà il massimo andare in guerra contro tutte le 34 fazioni con razze e culture differenti. Si accennava alla diplomazia che sarà fondamentale e le alleanze saranno determinate dall’allineamento delle varie fazioni, delle differenze razziali e dall’Intelligenza Artificiale.
I vari patti potrebbero determinare la formazione di fazioni pericolose. Allargare i confini sarà, dunque, un’operazione lenta. Chiaramente sarà consigliabile attaccare il vicino più debole, ma bisognerà assicurarsi dei vari giochi di alleanze onde evitare vittorie di Pirro e ritorsioni disastrose. Facciamoci il conto, però, che i patti potrebbero durare ben poco visto il numero enorme di fazioni in campo.
Ci sarà la possibilità anche di mandare delle spie che permettono di modificare i rapporti delle altre nazioni. Ad aiutare nella gestione ci sono diversi menu. Nello specifico quello sulle relazioni tra nazioni ci mostra dei numeri sulla salute del rapporto, più alto è, più sarà conveniente tenere buone le relazioni. Da questo menu sarà possibile dichiarare guerra. Intuitivo ma non troppo semplice.
STRATEGIA PRELIMINARE
La gestione economica fa parte del “lavoro scuro” da compiere. Non sarà semplice avere un regno florido e quindi ogni battaglia persa sarà davvero pesante.
Ma le difficoltà non finiscono qui: espandere i propri confini può essere un’arma a doppio taglio se prima non si è perfettamente consci di cosa fare. La difesa del proprio territorio deve essere capillare e non ci si può permettere di lasciare territori confinanti con nazioni in guerra se non occupate militarmente.
E perdere unità, o peggio ancora, truppe, può essere disastroso. Le unità per la difesa non costano molto ma queste non potranno essere spostate dal territorio in questione.
IL CAMPO DI BATTAGLIA, LE TRUPPE E L’ARTE DEL FARE LA GUERRA
Molto importanti, ovviamente, sono le battaglie. Prima di avventurarsi in una guerra bisognerà tenere conto di tanti fattori.
Oltre al numero di truppe possedute e della loro qualità, si dovrà fare attenzione anche al teatro di battaglia. Un territorio può avere delle conformazioni fisiche non adatte ai nostri eserciti che, esempio banale, potranno essere fortissimi in pianura ma avere difficoltà nei terreni paludosi o collinari. O sfruttare la conformazione morfologica a proprio vantaggio. Questo offre una certa vivacità nel gameplay.
Ci sono comunque dei limiti: le armate possono avere un massimo di venti unità e solo una può occupare o attaccare una provincia nemica. A proposito, se l’armata coinvolta in un combattimento include un eroe (una sorta di condottiero dalle caratteristiche al di fuori del comune che influenza il comportamento e le capacità delle unità), si potrà scegliere se gestire direttamente la battaglia o risolvere automaticamente il tutto.
Se si sceglierà di combattere, apparirà la mappa tattica della specifica provincia in cui avviene lo scontro che consente di gestire ogni aspetto, dalle distanze dagli avversari alla concentrazione di attacco su una specifica unità nemica, magari per creare un punto debole ed attaccare in massa.
La risoluzione automatica, invece, obbligata se non ci sono eroi tra le unità possedute, è invece gestita dall’Intelligenza Artificiale ed offre il risultato immediatamente.
L’IA (sempre Intelligenza Artificiale, ndr) mostra, però, alcune incongruenze ed alcune volte si è costretti a subire sconfitte inusitate nonostante, sulla carta, la vittoria sarebbe certa per numero di truppe presenti in campo. E, come diceva in precedenza, la conformazione morfologica dei diversi territori non giustifica una sconfitta.
FANTASY DENTRO
Non bisogna dimenticare la vena Fantasy con la presenza degli incantesimi che possono essere acquisiti spendendo i punti conquistati in battaglia ed occupando territori nemici. Sovereignty: Crown of Kings include unità speciali come draghi, ma troviamo anche magie, influenze mistiche e, come accennato in precedenza, anche le varie fazioni. Queste sono piuttosto differenziate grazie alla presenza di dieci unità uniche per ciascuna.
Alcuni reami, inoltre, sono più legati alla realtà storica, altri invece sono popolati quasi esclusivamente da creature della letteratura Fantasy, come mostri e bestie magiche. Sovereignty: Crown of Kings ha però alcune sfumature gdr. E’ possibile migliorare le proprie unità e magie ed altri aspetti.
TECNICA E CONTENUTI
Gothic Labs ha realizzato un lavoro relativamente semplice. L’interfaccia, come accennavamo, è semplice ma efficace mentre la grafica si incentra su una mappa che raffigura il continente suddiviso in nazioni e tantissime province.
Molto gradevole a guardarsi e piuttosto variegato. I disegni sono belli ed il lato artistico si fa apprezzare anche se non si grida al miracolo. Nella fase strategica, la mappa del terreno di battaglia viene divisa nei classici esagoni mentre i dettagli sono molto essenziali e badano quindi al sodo favorendo il gameplay.
Tante le schermate per la scelta delle truppe, delle unità. Anche qui, naturalmente, tutto è molto semplice e rappresenta le linee guida di Slitherine. La colonna sonora, benché ripetitiva, è carina e si auspica nella versione finale che ci siano novità.
Bisogna però riportare qualche piccolo problema tecnico come ad esempio la visualizzazione del testo ad alcune risoluzioni. Personalmente è capitato a 1920×1080.
Per quanto riguarda i contenuti, invece, notiamo l’assenza del comparto multiplayer. Di contro abbiamo l’editor per le mappe e per gli scenari accessibile dalla schermata di caricamento del gioco, che farà felice i modder, cinque livelli di difficoltà.
Questi permetteranno agli utenti di scegliere come meglio credono favorendo l’impegno sia dei neofiti che dei più esperti del genere. La modalità campagna offre un intreccio di storie che potrebbe rendere il titolo ri-giocabile nonostante l’obiettivo finale sia sempre lo stesso.
CONCLUSIONI
Sovereignty: Crown of Kings ricorda moltissimo alcuni vecchi titoli strategici di una volta. Il primo che vi viene in mente è Vikings Kingdoms of England II su Amiga di Realism Entertainment (quello però era ambientato in Gran Bretagna ed in Islanda e non aveva elementi Fantasy).
Il gioco benché non sia impossibile da gestire offre una moltitudine di cose da fare e da tener d’occhio. Del resto, nessuno ha mai preteso che fare il Re ed espandere un reame sia una cosa facile. Cinque livelli di difficoltà permettono un’ampia scelta. Anche i meno avvezzi potranno cimentarsi senza troppi traumi aiutati anche dal tutorial che guida punto per punto il Re provetto alla comprensione delle meccaniche di gestione di ogni componente già, peraltro, semplificata.
La varietà sta anche nell’enorme numero di fazioni presenti e nei territori, tutti diversi, da conquistare e da difendere con i denti e con gli artigli. Alcune caratteristiche sono semplificate ma non per questo c’è spazio per azioni avventate. Scoprirsi può essere la fine perché mostrare il fianco ai nemici può essere letale. Ogni azione deve essere calcolata, soprattutto in fase di pianificazione. L’Intelligenza Artificiale, tuttavia, deve essere un po’ migliorata ed abbiamo notato, dal punto di vista tecnico alcune imprecisioni nella gestione di risoluzioni grafiche specifiche.
Graficamente il titolo è gradevole: interfaccia quasi spartana ma graziosa mentre la mappa e le relative schermate sono gradevoli. Il sonoro fa il suo dovere. Il gameplay è divertente anche se, ripetiamo, bisognerà essere attenti. La speranza, infine, è che ci sia una traduzione in italiano per poterne godere al meglio ed al massimo la storia e le mille sfaccettature di ogni fazione.
PREGI: Tante fazioni e varietà. Modalità campagna esaltante. Battaglie divertenti ed intuitive. Ogni progresso può esaltare soprattutto i novizi. Semplicistico ma non affatto banale. Alto fattore di rigiocabilità. Mod presenti. Gameplay profondo…
DIFETTI: … che però a volte si perde in un bicchiere d’acqua. Intelligenza Artificiale migliorabile. Alcuni problemini tecnici. Si spera (ma questo non avrebbe alcun peso nel voto finale del gioco, ndr) in una traduzione in italiano.