Technobabylon, Prime Impressioni

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Leggere di nuovi progetti targati Wadjet Eye Games, automaticamente ci riporta alla mente una delle serie punta-e-clicca episodiche più belle di sempre, e forse ancor poco conosciute in Italia: Blackwell.

Dopo la chiusura arrivata qualche tempo addietro con Epiphany, il piccolo team a conduzione familiare ha continuato imperterrito nella sua opera di supporto e di collaborazione con sviluppatori conosciuti ed apprezzati per le loro piccolo opere, ecco quindi che vi introduciamo a Technobabylon.

Vi starete chiedendo se trattasi di un’avventura grafica come le altre, ovviamente la risposta è negativa, e in realtà parliamo di una produzione che non può nemmeno esser considerata come fresca. Perché? Perché è nata diversi anni fa, come progetto freeware ad opera di Technocrat Games, poi ripreso, rielaborato, rivisto, ridisegnato, migliorato ed ultimato grazie alla fruttuosa collaborazione tra i due team sopraccitati.

Grazie ad una versione preview, abbiamo potuto capirne qualcosa di più. Per cui, se apprezzate le avventure grafiche e in particolar modo quelle che fanno della pixel art una ragione d’esistenza, leggete cosa pensiamo di questo interessante Technobabylon.

LUNGA VITA ALL’INGEGNERIA GENETICA

Technobabylon prende forma all’interno di un universo cyberpunk, nel 2087, nella così definita City of Newton.
L’ingegneria genetica è strettamente legata all’attuale società, che non vuol farne a meno, trovando nel dispositivo Trance una dipendenza forse letale, che ha preso il posto di quasi tutte le necessità di interazione con altri umani. I poteri centrali della città sono peraltro gestiti da una IA molto progredita, capace di tenere sotto controllo ogni facente parte della comunità di Newton, compresi i tre personaggi al centro delle vicende; per la precisione, trattasi di Charlie Regis, Latha Sesame e del Dottor Max Lao.

Tutto ha inizio quando i due agenti della sezione speciale CEL, Charlie e Max, si mettono sulle tracce di un killer seriale che “gioca” coi cablaggi neurali dei singoli cittadini rubando le loro conoscenze, quindi la loro vita. Poco dopo entrerà in gioco anche Latha, una tossicodipendente tormentata, che potrebbe essere la prossima vittima designata; insomma, un’avventura tutt’altro che banale, che potrebbe regalare uno sviluppo narrativo alla pari di produzioni più che riuscite dello stesso sviluppatore/publisher, al tempo stesso rinfrescando setting e background nel genere, che non proprio spesso si lascia intrigare – almeno nel recente passato – da temi di questo genere.

Technobabylon, durante la nostra prova, ha evidenziato tutti i suoi riferimenti alla cinematografia di spessore, primo su tutti Blade Runner, ma anche ad altre serie adventure come Police Quest, dove l’aspetto futuristico porta in braccio quello stile retro donato non solo dalla pixel art, ma anche da un modo di creare, disegnare e risolvere enigmi che tanto ricorda i punta-e-clicca di una ventina di anni fa.

Il giocatore si troverà immerso in un mondo dove le persone sono connesse direttamente al web, un mondo che pare aver quasi completamente perso il senno, rinunciando ai rapporti di tutti i giorni con esseri della stessa specie.
Premesse davvero interessanti, che però non ci hanno aiutato a capire quanto possano essere state approfondite nel gioco completo, dato che la versione preview era piuttosto breve, e che ci lasciano qualche dubbio riguardo alla longevità effettiva.
Nonostante tutto, superate le fasi iniziali, di conoscimento e presentazione, e di qualche enigma non strampalato ma non così logico, Technobabylon ha mostrato parte del suo potenziale: prima con una sessione gestita nei panni di Latha, intrappolata in quella che potremmo definire la sua abitazione o il suo triste rifugio, successivamente con una fase più investigativa, dove è stato possibile fare la conoscenza degli altri due comprimari.

È difficile spingersi più in là coi commenti, tuttalpiù possiamo permetterci di fare un plauso alla qualità dell’arte visiva emersa fin da questa versione di prova; sebbene condivida il tool di creazione AGS come per molte altre avventure di Wadjet Eye Games – e quindi siano inevitabili i richiami ad inventari, modi di interazione con gli oggetti e così via – la pixel art ci è apparsa deliziosamente realizzata, nei dettagli così come nei fondali, e il mood che si respira è quello delle grandi opere; anche grazie ad una soundtrack misteriosa e capace di farsi veicolo di tensione ed emozioni, una colonna sonora non ancora ultimata, così come molto altro che abbiamo potuto ammirare in anteprima, senza dimenticare il doppiaggio all’altezza.
Siamo quindi curiosi di capire come si evolverà questo interessante Technobabylon, in uscita tra poco meno di tre settimane (più precisamente il 21 maggio) sui principali store digitali.

COMMENTO

Può un progetto episodico freeware diventare qualcosa di più elettrizzante, pur conservandone gran parte del suo fascino e della sua anima indipendente? La risposta è chiaramente affermativa, e l’esempio più lampante è Technobabylon che ha confermato tutto il suo potenziale nella versione preview che abbiamo testato, lasciandoci per larghi tratti estasiati. Se la versione finale manterrà le aspettative lo scopriremo a fine mese, quando l’opera di James Dearden e Wadjet Eye Games sarà finalmente disponibile su PC.

PREGI: Atmosfera futuristica cyberpunk. Pixel art accattivante, come da tradizione Wadjet Eye Games. I tre personaggi principali sembrano alternarsi al meglio nel corso delle vicende.

DIFETTI: Dubbi sulla longevità complessiva dell’opera.