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Shelter 2, Recensione Pc

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Nell’estate 2013 Shelter stupì un po’ tutti, videogiocatori e non, così come la critica che si trovò a fare i conti con un action/adventure più particolare del solito; da molti definito “simulatore di vita”, il compito del giocatore era quello di sfamare, accudire e proteggere un gruppo di tassi – una madre più quattro cuccioli – dalle avversità che una struttura semi open world conteneva al suo interno.
Grazie alle situazioni climatiche e di visibilità differenti, all’obbligo di procacciarsi il cibo e di prestare estrema attenzione ai predatori, gli sviluppatori passarono alla ribalta tanto da costruirne attorno una serie che recentemente, e dopo qualche rinvio, è giunta al suo secondo capitolo.

Son cambiati gli interpreti: in Shelter 2  controlleremo un gruppo di linci, ma la sostanza alla base è sempre la stessa: mix di innovazione, e quindi di rischi, che un concept di questo tipo inevitabilmente porta con sé, sia in termini di persone interessate che in termini diretti di ricavi. Ad ogni modo, abbiamo testato a fondo la versione Pc (il titolo è disponibile su Steam anche per Mac e Linux, ndr) per capire nel dettaglio cosa fosse cambiato realmente dalla struttura di sviluppo lanciata un paio di anni fa, e sebbene i punti in comune siano molteplici siamo rimasti piuttosto impressionati dalle tante migliorie apportate dal team di sviluppatori. Di seguito i dettagli.

NON PIÙ TASSO, ORA SON LINCE

È uno dei maggiori predatori delle foreste europee e siberiane, un animale interessante e che nel tempo si è “rintanato” in poche zone dell’Europa. Non per caso, quella europea è la più grande tra le diverse specie esistenti, dalla taglia pressapoco identica a quella di un comunissimo pastore tedesco.

Caccia conigli, lepri, uccelli, roditori, perfino volpi, ma attacca anche animali di stazza maggiore come caprioli, cervi e cinghiali, daini, sfruttando a proprio vantaggio la fitta vegetazione, aggredendo poi la preda con un balzo fulmineo. Si tratta per giunta di un animale molto intelligente, che se non disturbato durante la consumazione del pasto torna più volte nel luogo di cattura della preda per concedersi un altro avanzo, avendo la cura di nasconderne i resti per evitare che altri animali se ne cibino. Basta una piccola descrizione per ritrovare, in Shelter 2, evidenti riferimenti a quello che è l’habitat naturale della lince, ai suoi modi di procacciarsi il cibo, di aggredire la sfortunata preda di turno.

Nelle vesti, o meglio, nella pelliccia di una madre lince, il compito del giocatore è simile a quello del primo Shelter: allevare quattro cuccioli di lince, ancora troppo spaventati dal mondo esterno, rintanati in un nascondiglio da cui è possibile osservare tutta la vallata creata dagli sviluppatori di Might and Delight: prati verdi, alberi altissimi, sterpaglie, rocce, fiumi e montagne innevate all’orizzonte.

Un orizzonte in continuo mutamento, per via di una scelta di design più apprezzabile rispetto a quella passata: il mutare delle stagioni e delle condizioni di visibilità (ciclo giorno-notte) indipendentemente da quanto compiuto in gioco.
Il primo Shelter aveva infatti la particolarità di immergerci in un contesto semi open world; “semi” perché non era negata l’esplorazione libera delle aree di gioco di media grandezza, ma per avanzare al livello successivo si era costretti a compiere un tragitto obbligato, che portava non solo alla scoperta di nuove aree, ma anche di nuovi nemici, prede, situazioni climatiche e di visibilità, rinfrescando così sia il gameplay comunque semplicistico e molto immediato, sia la skyline che si mostrava impressionante, così come avviene oggi.

Situazioni completamente ribaltate e riviste dal team di sviluppatori: in Shelter 2 si è immersi in un videogioco open world puro, che può essere portato a compimento anche senza esplorare completamente tutta la vasta area di gioco; lo stesso vale per il ciclo giorno/notte e l’alternarsi delle stagioni e delle condizioni atmosferiche, che seguono una routine prestabilita dai developer ma senza esser vincolata al passaggio in determinate zone o al compimento di specifiche azioni.
Ciò si traduce in maggior libertà e più possibilità di sbagliare, ma anche in un maggior interesse di chi sta dietro il monitor.
Attenzione però, la nuova impostazione voluta da Might and Delight non ha affatto intaccato il concetto di semplicità messo in atto a livello di gameplay, ancora una volta, che vuol essere il collegamento tra una esperienza di gioco molto particolare ed un contesto artistico privo di eguali.

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Con pochi tasti vi si pareranno dinnanzi altrettanto poche possibilità, che bastano però a riassumere quelle che una lince compie nel suo percorso di crescita e di sviluppo: i tasti direzionali per i movimenti, il tasto sinistro per sferrare attacchi alle prede, quello destro per sfruttare l’istinto ed evidenziare i punti di interesse o la posizione di altri animali nella zona, lo spazio per effettuare salti utili nell’attaccare animali di stazza superiore. E c’è il supporto al gamepad, qualora preferiate approcciare Shelter 2 in questo modo.

LEGGEREZZA A SOSTEGNO DELL’ARTE VISIVA

Le poche azioni disponibili vanno a comporre, come detto, un gameplay immediato, semplice, diretto e con pochi fronzoli, prostrandosi talvolta alla ripetitività innata anche in Shelter 2; un approccio di questo tipo è anche figlio di un sistema open world composto da un ecosistema vivibile e vario, per flora e fauna, che consente al giocatore di vivere qualcosa di nuovo, senza interruzioni o avvertimenti di sorta. Potreste trovarvi in una piccola porzione di territorio pianeggiante, ai piedi di una montagna, ed assistere al calar della notte, mentre un gruppo di famelici lupi sfiderà la sorte, tentando di catturare uno o più d’uno dei vostri cuccioli; storia che si ripete, seppur a parti inverse, quando saremo noi a cacciare, per sfamare i piccoli e noi stessi.

La lince si presta benissimo a questo incedere, ben più del tasso governato in Shelter: è veloce e agile, è forte seppur di dimensioni abbastanza modeste, ed ha una resistenza di corsa notevole, che andrà a ricaricarsi automaticamente quando il passo del felino sarà quello di una semplice camminata. Il risultato globale è di quelli travolgenti, perché Shelter 2 accompagna la nostra vita da lince a degli aspetti tecnici di ispirata bellezza: modelli caratterizzati da pochi poligoni e texture molto particolari – vi basta osservare qualche immagine per capire a cosa ci riferiamo, ndr – donano alla semplice struttura di gioco un’atmosfera speciale e indimenticabile. Anche per mezzo di una colonna sonora rilassante, ma pesante e gravosa nei momenti di pericolo (confezionata da Retro Family, gli stessi che curarono la soundtrack di Pid), e ad effetti sonori ambientali degni di questo nome.

A fare da contraltare, una longevità breve come quella del predecessore (siamo sull’ordine delle due/tre ore), ma stavolta assistita da un tasso di rigiocabilità legato ad alcuni collezionabili e ad un albero genealogico che vi consentirà di tenere sott’occhio quale cucciolo è vissuto e, successivamente, giunti all’età adulta, divertirsi con loro come personaggi giocabili.

COMMENTO FINALE

Breve ma intenso, Shelter 2 riassume benissimo l’importanza dei titoli indipendenti nel settore videoludico. Straripante artisticamente e profondo in quanto ad esperienza di gioco, purtroppo incappa nei limiti paventati perfino dal suo predecessore: prima o poi finisce e il prezzo di lancio non è proprio dei più convenienti, aspetti importanti e che potrebbero compromettere – almeno inizialmente – le vendite di questo delizioso e piccolo videogioco.

Se però avete apprezzato il primo titolo della serie, allora rimarrete sbalorditi da quanto fatto da Might and Delight in questo seguito, fattosi attendere più del dovuto visti i ritardi sul rilascio, ma a conti fatti bisogna assolutamente dire che ne è valsa, e non poco, la pena.

PREGI: Comparto audiovisivo di rara bellezza. Una esperienza di gioco fresca e profonda.

DIFETTI: Longevità ridotta. Prezzo di lancio forse un po’ alto.

VOTO: 8/10

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