Supreme League of Patriots, Recensione Pc
Se il genere delle avventure grafiche è rinato è soprattutto per merito di software house indipendenti ligie al proprio dovere, spesso così volenterose di lasciare un segno nel mondo videoludico che ricoprono un ruolo importante anche in quanto a supporto di sviluppatori alle prime armi.
Le più importanti sono di certo Daedalic Entertainment e Wadjet Eye Games, ma da qualche tempo a questa parte anche l’americana Phoenix Online Studios sta provando ad essere costante in quanto a rilasci, e abbiamo decisamente apprezzato il recente remake di Gabriel Knight: Sins of the Fathers, così come Moebius e Cognition.
Da qualche settimana è giunto sugli scaffali digitali di Steam e non solo, per Pc Windows, Mac e Linux, Supreme League of Patriots, un’avventura-parodia con protagonisti dei poco convincenti super-eroi.
Suddivisa in tre atti, l’opera di No Bull Intentions non ci ha però fornito niente di nuovo in quanto ad esperienza di gioco, rivelandosi anzi piuttosto acerbo sotto svariati punti di vista. Continuate nella lettura se volete saperne di più.
DUE FOLLI AMICI ALLA DISPERATA RICERCA DI BANALITÀ
Kyle Keever ha un sogno, essere selezionato per lo show televisivo America’s Got Superpowers. Dinnanzi a lui, però, si porranno una serie di problematiche piuttosto serie: dalle prove di ammissione al concorso, fino ad incarichi più particolari, che porteranno il ragazzo – assieme alla sua spalla Mel – a perlustrare le ambientazioni di gioco cercando di capirne sempre di più sul da farsi.
La loro vita non ha standard elevati, è per questo che proprio Kyle cerca di evadere dal “fastidio” di tutti i giorni travestendosi da super-eroe, quel Purple Patriot che vorrebbe tanto dare rinnovate speranze al genere umano.
Purtroppo per loro, quello che ci si parerà dinnanzi sarà soltanto una brutta copia deformata dell’eroe conosciuto ed ammirato nei fumetti, nelle serie TV o nelle pellicole cinematografiche, infatti lo sviluppatore ha preferito impostare i toni di Supreme League of Patriots su un livello decisamente umoristico e parodistico, con tanti riferimenti alla cultura pop, al trash, ai luoghi comuni che non smettono mai di far la loro comparsa all’interno del filone narrativo che tenterà, spesso invano, di tenerci incollati dinnanzi al monitor per tre tediosi capitoli di gioco.
Vediamo di spiegare nel dettaglio dove ha sbagliato il team di sviluppatori: le fasi di gioco leggere, a tratti strampalate e superficiali, potrebbero perfino ben sposarsi con un concept di questo tipo, ma la progressione della storia, a cui si associa la risoluzione di enigmi a malapena abbozzati, finiscono per sgretolare pesantemente l’intero progetto.
Le impressioni iniziali vengono così spazzate via e sostituite dalla boria di svariate circostanze, da puzzle dal design mediocre ad un backtracking forzatissimo all’interno delle pochissime location di gioco presenti (per di più, ad ogni spostamento un breve caricamento farà capolino, ndr) e di incarichi assolutamente poco esaltanti, evidenziando una mancanza di varietà disarmante, tanto più perché la trama è frivola e mal esposta: raccogliere un oggetto, parlare con un personaggio, e così per le circa sei ore necessarie per completare ognuno dei tre atti di gioco, nell’ordine: ‘A Patriot is Born’, ‘Patriot Frames’ e ‘Ice Cold in Ellis’.
A ciò aggiungete i dialoghi spesso superflui e prolissi, che vi costringeranno ad andare oltre, o a sorbirvi monologhi di dubbia utilità o umorismo spicciolo, che in alcuni spezzoni di gioco riesce invece a venire a galla regalandovi un paio di sorrisi. E così si arrivano a percepire piccoli pregi attorno ai quali, probabilmente, il developer avrebbe voluto costruire tutto l’impianto di gioco, ma non sappiamo per quale motivo non sia riuscito nel compito più arduo tra tutti, soprattutto nel genere dei punta-e-clicca: divertire mantenendo alta l’attenzione del giocatore/spettatore.
ACERBO SOTTO TUTTI I PUNTI DI VISTA
Supreme League of Patriots non riesce nel suo intento anche a causa di personaggi mal caratterizzati, coi due protagonisti agli antipodi: il primo, uno sprovveduto poco intelligente; il secondo, un inglese arrivato in America per lavoro, precisino e vera e propria àncora di salvataggio per Kyle. Per questo, il sistema di aiuto è stato cucito attorno a Mel, che vi darà consigli sul da farsi qualora vi siate bloccati; attenzione, ciò non significa che vi fornirà la soluzione su un piatto d’argento, ma dei piccoli suggerimenti, tanto dovrebbe bastare per farvi aguzzare l’ingegno e capire come proseguire nell’avventura.
Abbiamo affrontato il problema dei dialoghi prolissi e spesso caratterizzati da scrittura poco interessante, non possiamo però fare a meno di dire come il doppiaggio interamente in inglese (così come i sottotitoli) non sia poi così male; non raggiunge le vette d’eccellenza toccate da altri esponenti dello stesso genere, ma essendo un progetto low cost non si poteva forse pretendere di più. Meglio, e di molto, la soundtrack accattivante, composta da brani e piccolo jingle che hanno il merito di tenere svegli tra una sequenza di gioco ed un’altra, o spazzare via un po’ di quella noia che inevitabilmente fasi di gioco poco apprezzabili possono restituire. Discorso simile per la gran quantità di achievement da sbloccare, una settantina in totale, che rappresentano il vero ed unico incentivo a rigiocare Supreme League of Patriots.
Sull’aspetto grafico ci siamo riservati la possibilità di parlarne in chiusura, perché se volessimo giudicare il lavoro di No Bull Intentions guardando quanto svolto in termini di ambientazioni, personaggi e modelli tridimensionali, con elevate probabilità dovremmo dare un voto molto negativo.
Le difficoltà ci sono state, inutile negarle, visto che la serie è stata interessata da un piano di patching importante nei giorni appena successivi al rilascio, che andavano a risolvere dei bug e dei glitch che non hanno rovinato la nostra esperienza in-game.
Rimane il disappunto sulla scelta di sviluppo adottata: quando c’è scarsità di fondi sarebbe forse meglio optare per avventure bidimensionali, che rendono le cose un po’ meno complicate dal punto di vista realizzativo, con conseguente risparmio di tempo e risorse.
Il team ha invece optato per le tre dimensioni, con risultati imbarazzanti riguardo ai modelli dei personaggi in gioco e delle animazioni e appena accettabile per gli ambienti, a nostro avviso di basso numero anche a causa degli intoppi che lavori di questo tipo possono portare a piccoli team, a maggior ragione di questo, che conta un solo founder/dipendente che si appoggia ad altre software house o programmatori a tempo per lo sviluppo di determinati aspetti. Col senno di poi, si è trattata di una scelta poco saggia, che ha portato Supreme League of Patriots a mostrarsi molto ridimensionato rispetto a quello che in tanti si aspettavano qualche mese fa.
COMMENTO FINALE
A discapito delle premesse, Supreme League of Patriots ha steccato il colpo. Sebbene la suddivisione in tre episodi possa far pensare ad un’opera intrigante e, sotto certi aspetti, longeva e che riproponga in maniera umoristica (perfino demenziale, a volte) il team di super-eroi proposti, gli sviluppatori non hanno saputo creare il giusto clima di accompagnamento alle vicende, che diventano così tediose e superflue.
Da super-eroi, o presunti tali, non vi troverete mai ad avere a che fare col vero crimine, ma sarete relegati a speciali manifestazioni televisive, a tempi morti per colpa della solita, inutile, burocrazia ed altre commissioni troppo banali per pensare che il giocatore rimanga impassibile, ed allo stesso tempo euforico, dinnanzi a questo gioco. Che sa provocare qualche risatina di tanto in tanto, grazie ad un dialogo o ad una situazione di gioco più allegra delle altre, ma è davvero troppo poco per giustificare un acquisto a prezzo pieno, anche in virtù di risultati tecnici altalenanti, ma pur sempre tendenti al mediocre, e al design banalissimo degli enigmi. Insomma, dategli una possibilità solo e soltanto se siete in debito di avventure grafiche e non vi spaventano nemmeno quelle meno complete e riuscite.
PREGI: Buona soundtrack. Pieno zeppo di riferimenti. Rigiocabilità legata ad alcune scelte di dialogo e ai tanti achievement introdotti. Prezzo interessante.
DIFETTI: Trama banalissima. Animazioni e modelli 3D dei personaggi di scarsa qualità. Design degli enigmi da rivedere in toto. Dialoghi talvolta pesanti, che finiscono per generare noia. Durata dei tre capitoli tutt’altro che elevata.
VOTO: 6/10