Life Is Strange: Episodio Uno, Recensione Xbox One

-

La formula episodica sta dilagando e sappiamo come ciò non faccia la felicità dei videogiocatori, spesso impazienti e curiosi di dettagli e sfaccettature che finiscono per essere diluite in maniera troppo evidente con rilasci programmati di nuovi capitoli.

Una formula che ha fatto la fortuna dell’americana TellTale Games, ripresa in pieno da piccoli sviluppatori indipendenti, in maniera tale da fornire le loro creazioni a mo’ di antipasto, mentre i lavori proseguivano all’interno degli studi.

È la stessa formula adottata da DontNod Entertainment, che probabilmente molti ricorderanno per il buon Remember Me giunto sugli scaffali a giugno 2013, riguardo a Life Is Strange, un thriller interessante per tematiche e non banale a livello di recitazione e comprimari.
Il primo dei cinque episodi, Chrysalis, è già disponibile all’acquisto per circa cinque euro (è possibile acquistare il season pass della prima stagione per una ventina di euro, ndr) e abbiamo avuto modo di provarlo nella versione per Xbox One. A seguire, il nostro verdetto.

MAX E CHLOE, DUE DESTINI INCROCIATI

Le grandi passioni ci portano ad apprezzare in maniera più semplice la dura vita quotidiana, e questo Max, la protagonista di Life Is Strange, lo sa molto bene.

Tornata ad Arcadia Bay, dopo anni di “esilio” in quel di Seattle assieme ai genitori, ora insegue il suo sogno: quello di diventare una grande fotografa; nello stato, non esiste niente di meglio che l’accademia Blackwell, alla quale si iscrive per imparare, anche grazie all’aiuto di esperti del settore.
Il ritorno nella cittadina d’infanzia le genera da un lato sconforto, per la distanza dai suoi parenti, dall’altro felicità nel poter rincorrere quel grande desiderio, ma nel corso degli eventi narrati in questa prima parte di opera saranno tante altre le circostanze che le faranno apprezzare, od odiare, il paese che aveva lasciato anni prima.

Chrysalis, come primo dei cinque episodi previsti, anticipa un po’ quello che dovrebbe essere lo sviluppo narrativo dell’intera vicenda: una trama non lineare, perché influenzata dalle scelte da noi compiute, fungerà da sostegno ai protagonisti del racconto, con Max fiore all’occhiello dell’intera produzione, sia per l’incredibile e forte rapporto ritrovato con una cara amica, Chloe, sia per la strana ed improvvisamente apparsa capacità di tornare indietro nel tempo, per cambiare a proprio piacimento, o quasi, lo sviluppo della storia.

Non c’è la certezza che quest’impianto di gioco venga migliorato e reso più profondo nei prossimi episodi, così come non c’è la certezza che le scelte compiute nel primo capitolo abbiano effetti reali nei futuri scorci di storia, quel che è certo è che DontNod Entertainment è riuscita nell’intento di ricostruire in maniera certosina un ambiente credibile entro cui non vediamo l’ora di vivere le avventure del gruppo di studenti finora conosciuti, caratterialmente molto diversi gli uni dagli altri, anche per quel che concerne l’appartenenza a diversi ceti sociali: snob, introversi, timidi, sportivi, punk e trasandati, tutti o quasi tutti sotto uno stesso tetto, tra chi arranca nel procurarsi l’attrezzatura minima indispensabile al corso di fotografia e chi, al contrario, ha le tasche gonfie, e non fa assolutamente niente per nasconderlo.

In tutto questo emergeranno problematiche comuni agli adolescenti, magari alle prime vere esperienze fuori casa: piccoli problemi di droga ed alcol, ad esempio, ma lo sviluppatore non si è fatto mancare nemmeno riferimenti e situazioni più complesse, come quelle sessuali, o della strana sparizione di Rachel, grande amica di Chloe: una ragazza molto carina che potrebbe rappresentare, andiamo a sensazione sia chiaro, il perno principale attorno al quale gireranno gran parte delle vicende narrate in futuro.

L’insieme di questi racconti, dei particolari e dei dettagli che piano piano si fanno strada e mettono in chiaro alcune circostanze, creano un setting suggestivo, per personaggi ottimamente caratterizzati e perfettamente doppiati, per ambienti (seppur pochi) di gioco, per soundtrack, e per quelle premonizioni che Max dovrà gestire, capire ed analizzare prima che sia troppo tardi. Banalmente, potremmo definire Life Is Strange un’avventura thriller ispirata alla letteratura, ai film ed alle melodie tipiche statunitensi, che tenta di alzare il tiro con uno storytelling elaborato, portando a galla le personalità contrastanti dei singoli chiamati in causa, il tessuto sociale di ognuno, le idee, le sensazioni e i loro modi di fare, che alla lunga potrebbero pagare ed aiutare il giocatore a compiere la scelta più plausibile.

UN PAIO D’ORE E TANTE PROMESSE PER IL FUTURO

È uno dei più grandi difetti riguardanti la struttura episodica, la durata, la frammentazione di un racconto che – quasi sempre – si conclude proprio nel momento in cui le cose si stavano facendo finalmente interessanti. Immaginate di poter leggere un buon libro per capitoli, rilasciati progressivamente e a distanza di un paio di mesi gli uni dagli altri; potrete quindi capire il nostro stato d’animo alla chiusura del primo episodio di Life Is Strange, a distanza di appena un paio d’ore dall’avvio.

Proprio nel momento clou, proprio ora che il legame tra Max e Chloe stava riaffiorando, quando il turbine dei terribili eventi imminenti sembrava poter esser sconfitto in qualche modo. Così non è stato, o almeno, non lo sapremo prima del rilascio dell’episodio numero due, ma con Chrysalis gli sviluppatori ci hanno presentato un mondo ed un modo intrigante di raccontare una storia piuttosto semplice in verità, ma caratterizzata da elementi soprannaturali, da fasi di tensione degne del miglior thriller; allo stesso tempo, è evidente come rappresenti un prologo, una presentazione delle circostanze che speriamo ci consentiranno di compiere scelte ardue e di poter ricomporre un quadro chiaro e quanto più logico di questi strani avvenimenti accennati.

Non è sbagliato dire che in Life Is Strange abbiamo rivisto serie televisive e spunti risalenti ad altri videogiochi, da Alan Wake a Twin Peaks, ma con un focus maggiore sul racconto, sulla storia, grazie a dialoghi abilmente scritti ed interpretati; per giunta, lo sviluppo non è “compromesso” dalla risoluzione di enigmi articolati o puzzle dalla difficile risoluzione: vi basterà esplorare liberamente le location di gioco per curiosare, osservando dettagli e raccogliendo oggetti utili alla vostra causa.

Niente di complicato, dato che ogni elemento con cui sarà possibile interagire verrà evidenziato a schermo dopo il vostro avvicinamento, a quel punto dovrete soltanto premere il tasto indicato e gustarvi i pensieri di Max a riguardo. Lo stesso dicasi per i dialoghi, pieni zeppi di dettagli, che potrete a volte gustare per intero, mentre in altre vi toccherà usare le semplicissime meccaniche temporali per optare in una risposta diversa dalla precedente, in modo da conoscere appieno il pensiero di un compagno di corsi, o per risolvere una delle piccole quest utili allo scatto delle foto opzionali, legate allo sblocco di specifici achievement.
Da tali meccaniche ci aspettavamo un pochino di più, probabilmente lo sviluppatore le renderà più profonde o complicate in futuro, ma soprattutto che si rivelassero ben più determinanti ed indispensabili in questo primo episodio. Rappresenta comunque uno di quegli aspetti sui quali non possiamo pronunciarci definitivamente, quindi torneremo a parlarne a tempo debito.

Quel che possiamo invece affermare con certezza, è l’assenza di una localizzazione – anche parziale – nel nostro idioma: Life Is Strange è e sarà solo ed esclusivamente in inglese parlato e sottotitolato (sarà difficile vedere le annunciate traduzioni amatoriali anche sulle versioni per console, ndr), scelta che ha scatenato più d’una lamentela tra i fan del genere. Effettivamente, si tratta di una valutazione difficile da comprendere, a maggior ragione considerando il supporto economico di Square Enix.
Va comunque ribadita la gran qualità delle fasi doppiate e dei dialoghi in generale, così come della soundtrack a dir poco stupenda che ogni tanto fa capolino. Una dedizione che troviamo anche in ambito grafico, con ambientazioni disegnate a mano e caratterizzate da una palette di colori variegata e suggestiva, che dona a questa prima parte di opera un aspetto fresco, elegante ed allo stesso tempo essenziale. Sperando che il tutto venga confermato nei prossimi episodi.

COMMENTO FINALE

Remember Me, dello stesso sviluppatore, suscitò sensazioni contrastanti presentando più problematiche, soprattutto a livello di gameplay, di quelle attinenti ad una “semplice” avventura grafica. La crescita del team di sviluppo è quindi da leggere anche in questi termini, perché il primo episodio di Life is Strange è un buon prologo, che getta le basi per uno sviluppo delle vicende sulla carta interessante, ma il team è chiamato a dare di più col prossimo capitolo previsto per marzo 2015, confermando la buona atmosfera ed una caratterizzazione dei personaggi al di sopra delle recenti produzioni di questo tipo. Tuttavia, al momento è difficile capire se tutto quel che di buono abbiamo visto sarà confermato o meno, così come percepire in che modo il filone narrativo possa evolversi per rendere le fasi di gioco intriganti, l’esplorazione stimolante e le scelte compiute non fini a loro stesse, come quelle che hanno interessato le recenti produzioni TellTale Games, per capirci meglio. Non ci resta che aspettare.

PREGI: Personaggi all’altezza delle situazioni. Soundtrack molto bella, seppur ridotta in quanto a brani. Ci sono le premesse perché le vicende appassionino a dismisura. Scelte interessanti…

DIFETTI: … ma avranno evidenti ripercussioni in seguito? Un prologo, più che un corposo primo capitolo. Le meccaniche temporali andrebbero migliorate o rese indispensabili in molti più frangenti. Nessuna localizzazione in italiano.

VOTO: 7,5/10