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Unmechanical: Extended, Recensione Xbox One

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È datato 2012 il progetto di Talawa Games, che con Unmechanical entrò nel mondo dei puzzle-platform 2.5d deliziando i sensi di molti, rimasti affascinati dalla grande atmosfera che si respirava e da quel piccolo robottino alle prese con un grande problema da risolvere.

Giunto prima su Pc e successivamente su iOS, le sorti di questa produzione sembravano essere ormai segnate, al contrario Grip Games ne ha acquisito i diritti per la pubblicazione e l’adattamento su console quali PlayStation 3, PlayStation 4, PlayStation Vita (ancora in lavorazione) e Xbox One.

Noi de IlVideogioco.com abbiamo messo le mani proprio su quest’ultima versione, chiamata Unmechanical: Extended per via del capitolo aggiuntivo inserito, che porta con sé una nuova storia, dei nuovi livelli e quindi dei nuovi puzzle; di seguito il nostro resoconto.

EXTENDED, MICA TANTO…

Ambientato in un mondo sotterraneo, pieno zeppo di rocce, leve, porte a tenuta stagna ed acciaio, un piccolo robot volante dovrà presto fare i conti con le tenebre, venendo a capo di una situazione particolarmente gravosa per lui: sconfiggere l’ignoto e trovare un modo per tornare, così, in superficie.

Unmechanical, fin dalla sua prima incarnazione, non è un titolo difficile da portare a termine o particolarmente ispirato per qualità e difficoltà dei puzzle; si tratta di un puzzle-platform che punta quasi tutto sull’atmosfera, vera protagonista del gioco che scorre inesorabile alla conclusione – ora come allora – in due, massimo tre ore.
Nei panni di uno speciale robottino, capace di perlustrare agilmente le zone sotterranee caratterizzate perlopiù da uno sviluppo lineare, saremo in grado di sollevare piccoli e medi oggetti, quali travi di acciaio o rocce, per sbloccare l’accesso a nuove aree e risolvere i rompicapo, spesso ambientali, che si parano dinnanzi a noi.

Gli anni dal rilascio si sentono, ma in termini di immedesimazione la piccola opera di Talawa Games e Grip Games fa ancora degnamente il suo lavoro: a fronte di un esborso di circa dieci euro, potreste far vostro un titolo elettrizzante a tratti, capace di tenervi incollati dinnanzi alla TV fino ai titoli di coda, che non si pone come obbligo quello di stimolare il vostro ingegno (almeno, non a livelli che potremo considerare “importanti”), ma di accompagnarvi in un mondo sconosciuto e ben caratterizzato, tra interruttori e strane strutture nascoste in profondità.

Peccato che, a conti fatti, ci si ritrovi con un titolo dalla bassissima longevità e con un fattore rigiocabilità ancorato esclusivamente ai due finali possibili, il secondo peraltro facilmente raggiungibile tramite caricamento dell’ultimo salvataggio automatico.

Rimane apprezzabile lo sforzo profuso per consentire, a questa versione Extended, di rivelarsi più che un semplice porting sui sistemi d’intrattenimento più in voga negli ultimi mesi; pad in mano, non possiamo che ritenerci soddisfatti del lavoro compiuto sull’inedito capitolo di gioco, che porta nuovi puzzle e livelli, un nuovo protagonista ed una nuova storia da seguire, mantenendo però lo stile base della produzione.
Qui, vestiremo i panni di un genitore robot impegnato a salvare il suo piccolino, anch’esso rimasto in balia dell’ignoto, nel sottosuolo pieno zeppo di insidie e rompicapo. Il problema è però lo stesso di sempre, e risiede nella durata dell’avventura aggiuntiva, che siamo riusciti a portare a termine in appena trenta minuti… Troppo poco perché si possa pensare di acquistare, ancora una volta seppur nella versione “Extended”, un videogioco presente sugli scaffali digitali di diversi store da oltre un anno.

ATMOSFERA MAGICA

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Ciò che ha garantito a Unmechanical di emergere come puzzle-platform tutt’altro che banale è l’atmosfera di cui si fa portavoce, che si accosta agli enigmi spesso basilari, ad uno stile steampunk e a sprizzatine essenziali di dark, infine accompagnate da un comparto audio minimal ma di spicco, anch’esso utile nell’aiutare l’immedesimazione del giocatore di turno.

La versione Extended pecca però di risoluzione, o meglio, mantiene intatta quella mostrata anni addietro su Pc, ed il risultato ora come allora non è entusiasmante: nonostante la grandezza piuttosto esigua della quasi totalità degli ambienti, è possibile ancora scorgere modelli approssimativi, texture di bassa qualità qua e là e aliasing pronunciato nelle fasi di gioco meno buie, dove giochi di luce studiati a tavolino, che dovrebbero caratterizzare l’approccio a nuovi puzzle e stanze da visitare, finiscono per rovinare in parte il risultato grafico complessivo.

I fondi di sviluppo furono tutt’altro che elevati, ma da un porting che si affaccia sul mercato, appositamente per le così definite “console next-gen”, ci saremmo quanto meno aspettati alcune migliorie tecniche. Invece niente. Problema di poco conto qualora si fosse appena venuti a conoscenza del lavoro di Grip Games, decisamente meno se da possessori del titolo originale, oltre al breve capitolo aggiuntivo, avreste desiderato anche un aumento qualitativo delle componenti puramente tecniche.

Possiamo però definirlo riuscito in quanto a calibrazione dei comandi e stabilità del codice, che non ha mostrato lacune di alcun tipo in questi termini, anche grazie alla semplicità di base con la quale si fa giocare; sostanzialmente, la levetta sinistra per controllare i movimenti, un tasto per attirare e trasportare oggetti utili alla nostra causa ed un altro (‘Y’ per la versione Xbox One, Ndr) per attivare un aiuto che comparirà a schermo a mo’ di piccola vignetta.

COMMENTO FINALE

Unmechanical: Extended trova tempo e modo di presentarsi anche su console next-gen con un nuovo capitolo che dà, senz’ombra di dubbio, qualcosa in più all’esperienza breve e risibile dal punto di vista della difficoltà arrivata su svariati sistemi d’intrattenimento qualche anno addietro. Un titolo piacevole, adatto a tutti e in grado di catturare l’attenzione per l’atmosfera, più che per il design dei puzzle, ma che non ha goduto del salto tecnico che ci saremmo aspettati su PlayStation 4 e Xbox One. Pertanto, lo consigliamo solo ed esclusivamente a coloro che non avevano ancora avuto modo di videogiocarlo, tutti gli altri farebbero meglio ad investire i propri soldi altrove.

PREGI: Atmosfera riuscita. Adatto a tutti. Minimalista nel gameplay, ma funzionale. L’aggiunta di un capitolo extra. Cross-buy tra le versioni PlayStation 3 e PlayStation 4.

DIFETTI: Il livello di difficoltà è risibile. Dura poco, la rigiocabilità è scarsa. Stessa qualità tecnica delle precedenti versioni. Pochi motivi per farlo di nuovo proprio.

VOTO: 7/10

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