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La violenza reale non è collegata alla violenze nei media. Lo rileva un nuovo studio americano condotto dallo psicologo Christopher Ferguson.
Lui e la sua squadra, scrive VG247, non hanno trovato dei collegamenti tra gli atti violenti e la rappresentazione della violenza in media come film e videogiochi. Secondo le loro ricerche che sono arrivate a conclusioni opposte hanno usato metodologie errate presentando i media violenti fuori contesto e misurando l’aggressività con attività non collegate.
Ferguson il suo team hanno tenuto in considerazione la rappresentazione della violenza nei media tra il 1920 e il 2005, confrontandola con gli incidenti reali nello stesso periodo.
Ed il trend è andato in ribasso. Non solo, infatti, all’aumentare della violenza nei media non è mai aumentata la violenza nella realtà, ma è addirittura diminuita. Questo studio segue quello dell’ESRB che partendo da presupposti simili raggiungeva gli stessi risultati.
Un altro dato interessante si riferisce al fatto che la violenza nei media è aumentata col diminuire di quella nella società. Lo psicologo spiega che i videogiochi e le altre forme di intrattenimento siano un mezzo per distrarre l’opinione pubblica dai problemi reali come povertà e disuguaglianze.
Questo studio smentirebbe tutte le voci che nascono dalla (odiosa) disinformazione. Ma ne siamo certi: ci vorrà tanto tempo prima che i pregiudizi sui videogiochi si estinguano.
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