Lo abbiamo recensito lo scorso inverno, a gennaio, quando approdò sui lidi Xbox One. Stiamo parlando di Max: The Curse of Brotherhood, platform in salsa puzzle sviluppato da PressPlay, gioco mosso dal motore grafico Unity e caratterizzato da uno stile “cartone animato digitale” in pieno stile Pixar o Dreamworks che lo rende inconfondibile ed appetibile per il pubblico più giovane.
Abbiamo avuto la possibilità di testare la versione Pc Windows, arrivata su Steam e Xbox Live Arcade di Xbox 360 il 21 maggio scorso.
ALLA RICERCA DEL FRATELLINO MALEDETTO
Lungi da noi replicare la recensione, già affrontata, del medesimo gioco che si ripresenta – semplicemente – in piattaforme diverse da quella di prima pubblicazione. Qui basta sapere che il giocatore impersona Max, fratello maggiore di Felix, reo di aver fatto confusione ed aver rotto qualche giocattolo di troppo nella stanza del fratellone. Max, cedendo ad uno scatto d’ira, lo maledice e lo condanna ad una fine terribile in un mondo fatato.
Divorato dai sensi di colpa, non esita a catapultarsi in un’avventura che lo porterà ad affrontare il perfido Mustacho per salvare la vita dell’amato fratellino. Per farlo si affiderà ad un pennarello magico che permetterà al protagonista di sfruttare le forze della natura per far vincere il Bene.
CONVERSIONE IDENTICA E DIFFERENZE IMPALPABILI
Tecnicamente parlando, Max: The Curse of Brotherhood, è pressoché identico alla controparte Xbox One, con l’unica differenza che, tra le opzioni, nella versione per computer, è possibile scalare la grafica per tre gradazioni: dettaglio basso, medio e alto.
Inoltre è possibile giocare il platform di PressPlay con il mai troppo consigliato joypad di Xbox 360 oppure con il classico binomio mouse e tastiera. Per quest’ultimo metodo di controllo occorre dire che il controllo dei poteri magici di Max si attiva anche solo sfiorando il mouse, scelta che non ci ha lasciato del tutto convinti.
Con il joypad, infatti, il pennarello magico si richiama con la pressione di un grilletto e avremmo preferito che la funzionalità fosse replicata in maniera analoga, con la pressione di un tasto personalizzabile.
RISPETTO PER LA TRADIZIONE E RICHIAMO AI GRANDI DEL PASSATO
Max: The Curse of Brotherhood è un puzzle game di stampo molto classico che rievoca, nella mente dei giocatori più stagionati, titoli quali Hearth of Darkness o Another World, grazie alla commistione di parti giocate, filmati di taglio cinematografico ed elementi puzzle che stimolano logica ed intelletto quanto basta. Ce n’è abbastanza per consigliarlo ad occhi chiusi a tutti coloro che cercano qualcosa di più leggero e stuzzicante dei soliti sparatutto o giochi che – in generale – non spingono a riflettere.
CONCLUSIONI
Max: The Curse of Brotherhood arriva su Steam e Xbox 360 senza perdere neanche un capello di quello che si vedeva per Xbox One. La grafica scalabile e la facoltà di poterlo giocare con joypad oppure tastiera e mouse sono i valori aggiunto ad una conversione senza infamia né lode. PressPlay svolge il compito alla perfezione, portando sulle scrivanie e sui laptop un platform a base di puzzle dalla struttura collaudata, solida ed uno stile inconfondibile. Peccato per la scarsa rigiocabilità.
Pregi
Conversione pressoché identica alla versione Xbox One. Possibilità di giocarlo con joypad o mouse e tastiera. Graficamente scalabile.
Difetti
Controlli tramite tastiera non eccelsi. Come la versione Xbox One, non è molto rigiocabile.
Voto
7,5