Portare The Last of Us su PlayStation 4 è stato un inferno. A dirlo nel corso di una intervista a The Edge è Neil Druckman direttore creativo di Naughty Dog che ha sviluppato l’apprezzatissimo horror surival su PS3 in arrivo in estate anche sulla nuova ammiraglia Sony.
Il motivo è semplice: il gioco era stato “disegnato” appositamente per l’hardware della PlayStation 3 per sviluppare appieno le sue caratteristiche. I lavori, dunque, non sono stati la classica passeggiata di salute come si potrebbe inizialmente pensare. Tutt’altro.
Druckmann racconta quello che per tutti gli sviluppatori è un incubo, ossia le difficoltà nella realizzazione che, come leggiamo, ha avuto molti stop.
“Anche solo ottenere un’immagine sullo schermo con le ombre e le luci non funzionanti che crasha ogni trenta secondi, ha richiesto un bel po’ di tempo. Disponiamo di alcuni fra i migliori ingegneri dell’industria, e hanno ottimizzato il gioco attorno alle specifiche di PS3. Ottimizzato a livello binario, poi nuovamente ottimizzato ad un livello più alto per far sì che tutto funzionasse”.
E continua:
“Non riesco a descrivere quanto sia stato difficile realizzare questa conversione. Quando siamo riusciti a farla girare, abbiamo dovuto tenere le due versioni del gioco fianco a fianco per assicurarci di non dimenticare nulla e confermare che fosse tutto a posto. Non potevamo modificare elementi come la fisica o l’illuminazione, perché avrebbero cambiato quella che è la nostra visione di The Last of Us”.