Un lungo periodo di gestazione iniziato nel 2007, quando ZeniMax Online Studios prese forma in seno a Bethesda e, insieme ad esso, l’idea di realizzare un gioco di ruolo online di massa ambientato nel mondo di Tamriel: The Elder Scrolls Online.
Due anni di febbrile attesa, tanti hanno diviso l’annuncio ufficiale – nel 2012 – del gioco fino allo scorso 4 aprile, giorno in cui c’è stato l’esordio su Pc Windows e Mac (senza dimenticare che il mese prossimo,il titolo arriverà anche su PlayStation 4 ed Xbox One).
In mezzo a tutto, le promesse e le premesse di giocare un Mmorpg dal background solido e dall’ambientazione magica ed inimitabile: Tamriel, il continente che, da ben vent’anni, accompagna gli avventurieri di due o tre generazioni di videogiocatori.
VENI…
Mille anni prima degli eventi narrati in The Elder Scrolls V: Skyrim, il principe dei Daedra (i demoni del mondo di gioco) Molag Bal, al tempo dell’Era degli Eroi, cerca di invadere Tamriel per gettare il creato nel caos, nella distruzione e nell’asservimento.
Si oppongono a lui tre fazioni, divise così per merito di (o a causa di) differenze e somiglianze culturali o politiche: Aldmeri Dominion, Daggerfall Covenant ed Ebonearth Pact sono i tre vessilli sotto i quali convergono tutte le razze conosciute. Altmer, Bosmer, Khajiit, Orchi, Bretoni, Redguards, Nord, Argoniani ed Imperiali si fanno trovare tutti pronti per l’imminente scontro con le forze del Male per il destino del creato. Lo scopo degli eroi – neanche a dirlo – è quello di impedire che i loschi piani di Molag Bal si realizzino.
The Elder Scrolls Online mette subito in chiaro una cosa: la quintessenza della tradizione regna. E così, eccoci catapultati nell’editor di creazione del personaggio, per plasmare nei più piccoli particolari le fattezze di quello che sarà il nostro alter-ego per (si spera) tutto il tempo di gioco.
Ad onor del vero, pur essendo ben fornito, l’editor non passa alla storia per essere il più complesso o il più ricco di contenuti. Non è neanche da bocciare, ma si mantiene in un accettabile equilibrio, il giusto compromesso tra l’essenziale ed il particolare.
Non potevamo chiedere di meglio. Dopo aver creato il personaggio, ecco trovarci prigionieri (deja-vu portami via, ndr) in una prigione, liberati provvidenzialmente da una misteriosa figura che snocciola qualche informazione di vitale importanza e ci lascia liberi. Liberi di prendere confidenza con i primi comandi di gioco ed i rudimenti delle meccaniche di combattimento.
Salta subito all’occhio l’interfaccia essenziale, quasi scarna, ottima per il colpo d’occhio, ma povera di contenuti, specie all’inizio. Analogamente come quanto visto in Skyrim, vediamo l’indicatore della missione principale ben marcato in sovrimpressione ma, l’assenza di una mini-mappa in un angolo dello schermo si fa sentire e non aiuterà molto a destreggiarsi in certe ambientazioni.
…VIDI…
Graficamente parlando, The Elder Scrolls Online, si difende e non sfigura di fronte alla spietata concorrenza. Chi pensa di trovare una nuova frontiera nell’evoluzione tecnica dei Mmorpg deve fare una brusca frenata: si gioca come in Skyrim, qualcosa è stata riveduta e corretta, filtri per curare l’aliasing e la gestione dell’illuminazione sono al passo con i tempi ma il motore di gioco sembra proprio quello di The Elder Scrolls V, maggioranza delle animazioni incluse.
Le ambientazioni si alternano fra quelle veramente ispirate e mozzafiato a quelle che appaiono fin da subito meno ispirate e che non incoraggiano neanche alla semplice esplorazione.
Il comparto sonoro messo su da Zenimax Studios Online e Bethesda è realizzato a regola d’arte, senza grandi eccellenze, senza entrare in testa con un “theme”, una traccia sonora caratterizzante, ma accompagna le avventure di noi aspiranti eroi con la dovuta epicità.
I controlli si dividono tra mouse e tastiera, come la migliore tradizione Mmorpg tramanda, con i tasti W, A, S, D a decidere del movimento direzionale del nostro personaggio; il mouse serve per guardarsi intorno, prendere la mira; i tasti di questo servono ad attivare armi ed equipaggiamenti. Tutto il resto è comodamente richiamabile dalla tastiera.
…ET NON ALIUD
Prendendo in esame i contenuti specifici di The Elder Scrolls Online, si assiste ad un’offerta controversa: da un lato c’è un sistema perfetto per il giocatore singolo (alla faccia della natura multiplayer del gioco) che ha una libertà di evoluzione del personaggio che fa invidia a quasi tutta la concorrenza.
Dedicarsi alla storia scritta per The Elder Scrolls Online, infatti, potrebbe garantire fascinazione e rapimento, come da buona tradizione Bethesda (sempre che l’abusatissimo cliché dell’Eroe–Unico-Eletto-Della-Profezia-che-salva-il-pianeta vi piaccia).
Il sistema, però, scricchiola quando lo stesso eroe, che forgiamo con disparate abilità, entra a far parte di un gruppo di altri eroi evoluti alla stessa maniera: il risultato è quello di avere un pugno di “tuttofare” che non sanno fare bene neanche una cosa, proprio perché fanno poco di tutto.
Diversamente, specializzarsi in un’unica cosa da fare (esempio banale: guarire altri personaggi) diventa molto prezioso, se si gioca quasi esclusivamente in gruppi di avventurieri altrettanto specializzati.
Da rivedere anche il sistema di missioni di gruppo, che ci è sembrato a dir poco macchinoso, poco funzionale e snello, capace di fare “ingolfare” il gruppo perché qualcuno non ha portato a termine tutti gli incarichi a lui affidati.
Discorso diverso è quello che riguarda il PvP: anche qui non ci discostiamo molto da quanto già visto in passato, e sebbene non possiamo parlare di novità assolute, almeno resta viva la speranza di sviluppare bene le potenzialità offerte dalla triplice alleanza, dalle guerre tra queste e dalle evoluzioni portate dagli esiti di battaglie campali e assedi alle fortezze, che tanto ci hanno ricordato i fasti “Reame contro Reame” di Dark Age of Camelot.
Quanto quel che resta: abbiamo avuto la sensazione di giocare un titolo di vecchia concezione, come se fosse stato concepito in un remoto passato, in un’altra generazione, e portato ai giorni nostri solo per merito di un impianto tecnico al passo con i tempi.
La gestione dei contenuti non è ottimale, ci sono troppe cose che non funzionano a dovere (come il sistema economico, ormai di vitale importanza in giochi del genere) ed altre che andranno smussate e liberate da tutti gli spigoli dei “primi tempi”.
Chi è navigato nei Mmorpg lo sa, ci fa il callo in breve, stringe i denti e tira avanti divertendosi, magari con un gruppo di amici affiatato, che è quello che fa passare in secondo piano quasi tutti i difetti, qualsiasi sia il gioco che si condivide. Altri, invece, potrebbero pensare che il gioco non valga proprio la candela, che il piatto dell’offerta non sia del tutto bilanciato da quello della richiesta (acquisto del gioco e canone mensile).
CONCLUSIONI:
The Elder Scrolls Online, allo stato attuale, ha più difetti che pregi. Sebbene le premesse siano state (e siano ancora) indiscutibilmente interessanti, la messa in pratica di queste non fa di certo gridare al miracolo. Chi adora Oblivion e Skyrim potrebbe adorare questo, data la sua spiccata somiglianza – soprattutto a Skyrim – ma se state cercando una sorta di “Mmorpg definitivo” state leggendo del gioco sbagliato. L’aggravante del canone mensile è l’ennesimo chiodo sulla bara della discussione, perché, a nostro modo di vedere, allo stato attuale il gioco non vale né la spesa né il canone al quale viene venduto.
Potrebbe accadere che il supporto incondizionato dei fedelissimi, unito agli sforzi titanici del team dedicato agli aggiornamenti, possa risolvere tutte (o quasi) le magagne che attanagliano The Elder Scrolls Online, che non sono poche. Ne consigliamo l’acquisto solo agli irriducibili avventurieri di Tamriel, che vogliono giocare solo e soltanto a questo gioco, vita natural durante.
Gli altri possono tranquillamente evitarlo, con buona pace per portafogli e nervi, magari in attesa di pesanti correzioni che possano rende l’esperienza la migliore possibile.
Pregi: Giocare online nell’universo The Elder Scrolls ha sempre il suo fascino. Ottima libertà di costruzione del personaggio. interessanti risvolti PvP se opportunamente supportati e sviluppato da community e sviluppatori.
Difetti: Non porta nulla di nuovo al genere. Tecnicamente parlando offre pochi acuti. Non ha appreso molto dagli errori di illustri predecessori. Se non si specializza in una cosa, il Pg diventa inutile quando gioca in party. Bug e falle mettono in discussione l’esperienza di gioco e il sistema economico (quasi inesistente).
Voto: 6,5/10.
QUALCHE IMMAGINE
Vi lasciamo a qualche immagine del mmorpg. Buona visione.
Come dire… continuiamo a giocare con Skyrim, le mod sviluppate dai tanti talentuosi appasionati stanno rendendo questo gioco molto longevo.