Caschi per la Realtà Virtuale al posto dei canonici schermi per visualizzare ai videogiochi? Si, ma tra vent’anni.
E’ questa l’opinione (forse un po’ di parte) di Palmer Luckey, fondatore di Oculus VR la società che produce il visore Oculus Rift che di recente è stata acquisita da Facebook.
Luckey ne ha parlato a GameSpot. Nello specifico si è espresso in questi termini:
“Credo che i display tradizionali avranno vita breve, anche se continueranno a rappresentare lo standard da qui ad un paio di decenni. Non è più una cosa fattibile e conveniente perché una TV da 60 pollici, anche se fosse economica, è comunque un oggetto ingombrante e difficile da trasportare mentre un visore VR offrirà un maggior coinvolgimento nei videogiochi e risulterà meno costoso di un pannello di grosse dimensioni, oltre a poter essere portato ovunque”.
Secondo uno dei papà dell’Oculus Rift nei prossimi 20 anni la tecnologia per la Realtà Virtuale diventerà non solo più sofisticata rispetto a quella delle televisioni ma anche più economica.
Luckey parla anche del rischio di isolamento che potrebbe sopraggiungere utilizzando questo tipo di tecnologia “immersiva” e spiega che potrebbe effettivamente un isolamento fisico ma non sociale perché gli utenti continueranno comunque a restare in contatto tra loro. Forse anche più di prima grazie ai nuovi mezzi di comunicazione integrati.
Rimane, secondo noi, un concetto ancora labile e l’isolamento fisico deve comunque essere una cosa da evitare: giocare va bene, isolarsi del tutto può avere delle conseguenze catastrofiche. Ma questo è un altro discorso anche perché da qui a 20 anni ne passerà di tecnologia.
Forse, se assomiglierà ad un ponte ologrammi.