Abbiamo applaudito ed esultato alla Gamescom 2013 ad agosto quando Ovosonico ha presentato al mondo intero Murasaki Baby. Ora siamo riusciti a scambiare quattro chiacchiere con Massimo Guarini, ceo e fondatore della software house italiana nata nel 2012 che si occupa di questo gioco interessantissimo di cui ancora si sa pochino.
Guarini, che vanta esperienze con Grasshopper Manufacture, è un veterano nello sviluppo di videogiochi ed ha fondato lo studio assieme al compositore Gianni Ricciardi. La sede, sulle sponde del Lago di Varese, è il fulcro di Ovosonico che ha siglato una importante partnership con Sony Computer Entertainment Worldwide Studios Europe (SCE WWSE) per la realizzazione di nuove proprietà intellettuali.
Fatta questa premessa, abbiamo realizzato questa intervista con Massimo Guarini che ci ha spiegato il perché del titolo Murasaki Baby e cosa Ovosonico si propone di fare in questo gioco e con questo gioco. Presente in primis per quello che è già orgoglio italiano nel mondo in un campo dove sicuramente i talenti non mancano.
Come mai questo titolo?
Il termine “Murasaki” significa “viola” in Giapponese. Il titolo “Murasaki Baby” significa letteralmente “la bambina viola”. Il palloncino a forma di cuore, che Baby tiene sempre in mano, è l’unica cosa colorata che alla bambina è concesso di trasportare nel suo mondo. E’ come se questo palloncino viola rappresentasse la bambina stessa, la identificasse.
Cosa offrirete con Murasaki Baby?
Murasaki Baby è la storia di una bambina che si sveglia in un mondo strano, popolato dalle fantasie e dalle paure dei bambini. Persa in questo drammatico, grottesco mondo fatto di visioni stravaganti, personaggi particolari e ambienti unici, Baby sente la nostalgia di casa ed è vulnerabile. Vuole la sua mamma. Murasaki Baby è un gioco che punta fortemente sul coinvolgimento emozionale.
A cosa vi siete ispirati realizzando il comparto grafico ed in generale artistico?
L’ispirazione nasce dalla voglia di creare qualcosa di unico, dal desiderio di sperimentare con nuove tematiche e soprattutto di sorprendere ed emozionare il pubblico. Da un punto di vista prettamente stilistico, mi piaceva molto l’idea di avere qualcosa di bianco, come il bianco e nero del personaggio di Baby, contrapposto ai fondali con colori quasi da evidenziatori, con tinte unite. Da qui è venuta anche l’idea di cambiare il background per cambiare colore, cosa che poi si è ricollegata alla struttura di gioco. Cambiare background, infatti, vuol dire anche cambiare il mood e quindi le emozioni che prova il personaggio principale, il che dà accesso a nuovi strumenti in modo tale da dare origine a molte altre risorse e situazioni durante il gameplay. Tra le fonti di ispirazione che mi hanno in parte influenzato annovero senza dubbio il grottesco Hideshi Hino, il surrealismo di Shintaro Kago, le visioni horror di Junji Ito, fino ai dipinti anni ’80 di Tim Burton, all’espressionismo tedesco degli anni trenta, mescolando il tutto anche con aspetti più morbidi sia a livello visivo che contenutistico. Mi piace molto esprimermi con un tipo di vocabolario dai contenuti grotteschi e surreali.
Parlateci delle musiche che accompagnano il tutto.
La colonna sonora e tutto ciò che concerne il sound design nel gioco sono prodotti totalmente in-house dal nostro compositore Gianni Ricciardi, il quale è anche mio socio e cofondatore di Ovosonico. Essendo Murasaki Baby un gioco dal gameplay fortemente emozionale, ho voluto che la musica svolgesse un ruolo fondamentale. Questo significa che spesso è proprio la musica ad influenzare il gameplay stesso, non si tratta quindi di un adattamento delle musiche alla struttura del gioco.
Tanta arte e tante emozioni in un videogioco per console portatile, a cosa puntate?
L’obiettivo è di creare un titolo originale caratterizzato da uno stile unico, personale e da una forte componente autoriale. Un titolo capace di emozionare e di parlare ad un pubblico più ampio, senza tuttavia mai prendersi troppo sul serio.
Potreste avere imboccato una nuova strada per il gameplay?
Con Murasaki Baby c’è la forte volontà di offrire un’esperienza profonda, ovvero riuscire a creare uno stretto rapporto tra il giocatore e il personaggio sullo schermo. Da lì nasce l’idea di prendere per mano una bambina con il proprio dito, cosa che non è mai stata proposta all’interno dei videogiochi. In questo senso è la prima volta che un polpastrello umano tocca la mano di un personaggio digitale. È il punto di partenza che mi ha permesso di trattare emozioni profonde, umane.
Alla Gamescom tanti applausi, quando rivedremo in azione Murasaki Baby?
Seguiteci e lo scoprirete.
Il gioco potrebbe arrivare su altre console Sony?
In realtà, come studio, non partiamo mai dalla piattaforma quando pensiamo al concept di un nuovo gioco, siamo decisamente “platform agnostic” durante la fase concettuale. E’ il contenuto a definire la piattaforma, e non viceversa. In particolare, basandosi il gameplay di Murasaki Baby sulle funzioni touch, PlayStation Vita si è rivelata essere la piattaforma perfetta.
Ovosonico ha altri programmi oltre a Murasaki Baby? Se si, quali e quando?
Sicuramente ci saranno conversazioni in futuro a tal riguardo con Sony. Tuttavia, al momento, vogliamo concentrare tutta la nostra attenzione su Murasaki Baby per svolgere il miglior lavoro possibile.
Grazie per l’attenzione.
Grazie a voi.
QUALCHE IMMAGINE DEL GIOCO
Rinfreschiamoci la memoria con qualche immagine ed artwork del gioco in lavorazione.
I FONDATORI MASSIMO GUARINI E GIANNI RICCIARDI