E’ una di quelle notizie che non si vorrebbero mai scrivere ma che il dovere di cronaca impone di divulgare. Anche perché accostata al nostro mondo. Negli Usa, precisamente a Slaughter (tragica ironia: in inglese vuol dire macellare), in Louisiana, un bimbo di 8 anni ha sparato alla nonna novantenne uccidendola. A quanto pare dopo aver giocato con un videogioco violento (Grand Theft Auto IV).
Lo Riferisce l’Adnkronos ed altri gli altri organi di informazione che riprendono quanto diffuso da Cnn ed altri media statunitensi.
Ne sono convinti – si legge sul sito dell’agenzia di stampa – gli investigatori che indagano sull’incidente avvenuto giovedì sera.
La vittima, Marie Smothers, è stata trovata morta con una ferita d’arma da fuoco alla testa. Il bambino ha inizialmente riferito alla polizia di avere accidentalmente sparato alla nonna mentre giocava con una pistola, ma ulteriori indagini hanno stabilito che si è trattato di un omicidio.
Secondo una dichiarazione diffusa dall’ufficio dello sceriffo della zona:
“sebbene i motivi del gesto siano ignoti al momento, il bambino pochi minuti prima dell’omicidio stava giocando alla Playstation con il videogame Grand Theft Auto IV, un gioco realistico che è stato associato all’incoraggiamento di comportamenti violenti e che fa vincere punti ai giocatori che uccidono persone”.
In base alle leggi della Louisiana, il bambino non verrà perseguito, poiché i minori di 10 anni non sono punibili penalmente.
La questione, però, rimane aperta. E l’assist ce lo fornisce Multiplayer.it – da sempre in prima linea contro la disinformazione sui videogiochi che ha pubblicato la notizia subito dopo i media generalisti – perché si dà la colpa al videogioco quando i genitori non sono stati attenti?
Coma mai il bimbo in questione ha avuto a disposizione un’arma con la quale sparare liberamente ed in modo indisturbato?
E’ altrettanto vero che un videogioco come GTA IV non debba essere nemmeno visto da un bambino di 8 anni (visto che è regolamentato da vari sistemi di classificazione internazionale, PEGI in Europa; ESRB negli Usa e Canada ad esempio), ma rimane sempre pretestuoso puntare l’indice accusatorio sui videogiochi quando a sparare mortalmente è stata un’arma maneggiata da un bambino…
Si aprirà un’altra crociata contro i videogames? Probabile. La notizia è stata data sul web anche dai media italiani che mettono in rilievo che il bimbo avesse giocato ad un videogioco violento.
Il Corriere della Sera fornisce qualche dettaglio in più come il fatto che la pistola, una calibro 38, fosse proprio dell’anziana signora che era andata a casa del bimbo per accudirlo. Il giornale pone anche due domande:
Come ha fatto il piccolo a trovare, impugnare e infine sparare? Ma anche: come mai la nonna aveva con sé quell’arma, una calibro 38?
Notizie anche sull’Agi, sul Quotidiano.net, e su tanti altri giornali.
Dove erano i genitori?
Perché c’era una pistola carica a portata delle mani di un bambino di otto anni?
Perché hanno ignorato il PEGI?
Ma no, non facciamoci queste domande. Accusiamo un videogioco come mandante di un omicidio così la lobby delle armi sta tranquilla.
La colpa è dei videogiochi? Allora io dovrei aver fatto un genocidio a questo punto
come te un po’ tutti hehehe, comunque, vicenda assurda, davvero sotto tutti i punti di vista