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Ragazzo 13enne accoltella coetaneo, la polizia britannica incolpa Gears of War 3

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Non c’è pace per il mondo dei videogiochi. Se da un lato il mondo che quotidianamente raccontiamo può essere annoverato come un’arte, dall’altro episodi come quello che vi stiamo per illustrare, rischiano di buttare ombre pesanti.
L’ennesima storia di violenza collegata ai videogames questa volta arriva da Clydebank, una cittadina di circa 45.000 abitanti della Scozia.
Un ragazzino di 13 anni (le cui generalità sono rimaste anonime per motivi legali) ha accoltellato alla gola un 14enne a seguito di un diverbio proprio sui videogame. La ferita, per fortuna, non è stata letale ma la vittima ha avuto bisogno di diversi punti e sicuramente l’episodio lo avrà scosso.
I due si sono conosciuti giocando online a Gears of War 3 (sparatutto in terza persona esclusiva Xbox 360 e, per inciso, classificato dal PEGI come vietato ai minori di 18 anni, ndr) divenuto poi l’oggetto del contendere. C’è da dire che il fatto risale al 14 aprile dello scorso anno ma i media (tra cui il Daily Record; l’Erald Sun; il Daily Mail ed altri) sono venuti a conoscenza dei fatti solo ieri diffondedo la notizia basata su fonti citate delle forze dell’ordine locale (polizia federale scozzese, ndr).

Brian Docherty della polizia federale scozzese ha così commentato:

Questi giochi – spiega il chairman – sono vietati ai minori di diciotto anni e non dovrebbero essere giocati da ragazzini così giovani. Stiamo parlando di un videogioco (Gears of War 3, ndr), che premia chi uccide gli avversari ed i ragazzi finiscono per esserne influenza ed agire di conseguenza”.

Secondo la ricostruzione riportata da diversi siti, i due si erano conosciuti online a Natale 2011 poi si erano frequentati giocando a calcio. Successivamente l’alterco a seguito di settimane di insulti via chat del gioco. C’è anche da riportare un particolare, l’accoltellatore, benché 13enne, è già padre. E questo dettaglio dovrebbe già far cominciare a far riflettere.
Microsoft, publisher del gioco, ha commentato:“Siamo vicinissimi alla vittima ed alla sua famiglia”.
L’episodio può aprire senza dubbio un dibattito ma prima di ogni altro discorso sui videogiochi, pensiamo che il discorso principale debba essere incentrato sui genitori, ovvero su chi dovrebbe educare i ragazzini così giovani.
Sono tanti i motivi per cui può nascere un episodio di violenza. I videogiochi, ahinoi, fanno parte del mazzo. E’ però ovvio che se giovani fossero seguiti dalle famiglie e giustamente educati, la stragrande maggioranza di questi fatti di cronaca nera non si verificherebbero. Diciamo questo per evitare di demonizzare i videogiochi.

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