Lo studio di sviluppo Respawn Entertainment, squadra formata da alcuni elementi chiave che lavorarono in Infinity Ward ai giochi di Call of Duty per Activision, se l’è vista davvero brutta, poiché ha appreso della sua chiusura tramite fonti tutt’altro che ufficiali.
Tutta colpa di notizie di dubbia provenienza che affermavano della totale chiusura della sezione Ea Partners, ovvero il fronte di pubblicazione dedicato alle produzioni esterne ad Electronic Arts (non interne come, ad esempio, BioWare e Crytek).
Le notizie sono arrivate all’attenzione dello sviluppatore, che sta lavorando alacremente ad uno sparatutto in prima persona da presentare in pompa magna al prossimo E3 di Los Angeles. Rapida è stata la risposta dello studio, tramite Twitter, all’indirizzo degli appassionati e dei mezzi di informazione, per dissipare i timori su una loro chiusura prematura.
“Stiamo bene qui. Non c’è bisogno di preoccuparsi di noi. E’ sempre triste sentire parlare di licenziamenti in altri posti però.”
In poche e semplici parole, dunque, i portavoce di Respawn Entertainment smentiscono chi affermava di un loro coinvolgimento nella “chiusura di massa” di alcuni studi di Electronic Arts ed esprimono il loro dispiacere nell’apprendere della possibile fine di carriera per molti studi ed altrettanti talentuosi programmatori.
Dopo le dimissioni di John Riccitiello dalla guida del colosso canadese e la volontà di rilanciare l’azienda, Electronic Arts sta vivendo un “terremoto economico” atto a massimizzare i profitti e ottimizzare gli sforzi economici.
Questo porta all’inevitabile chiusura di alcuni studi di sviluppo e il licenziamento di molti dipendenti: chiedere a Ea Montreal (gli autori di Army of Two) Playfish, Danger Close (Medal of Honor) e a Ea Los Angeles maggiori ragguagli. Inoltre, la volontà di risparmiare preziose risorse economiche ha portato il produttore ad optare per la chiusura a giugno di molti videogiochi presenti sui social network (The Sims Social, SimCity Social and Pet Society) per rilanciare le produzioni “social” e soprattutto “mobile” per il divertimento su smartphone e tablet. In prospettiva, tutto questo risparmio di risorse dovrebbe – almeno teoricamente – garantire ad Ea tempo, energie e mezzi per aumentare la qualità delle sue produzioni. Noi videogiocatori, semplicemente, incrociamo le dita.
Fonte: Eurogamer.net