“I videogiochi non causano violenza”, dice un ex profiler dell’FBI
I videogiochi causano violenza? No secondo Mary Ellen O’Toole, ex profiler dell’FBI che ha smentito questo luogo comune piuttosto fastidioso per chi apprezza questo mondo. L’affermazione è stata fatta durante una tavola rotonda di cui da notizia la CBS sulla correlazione tra i videogiochi e gli atti di violenza. O’Toole ha minimizzato l’impatto diretto tra il fattore violenza ed il media.
“Secondo la mia esperienza i videogiochi non causano la violenza. Tuttavia – ha continuato – è una delle variabili di rischio quando facciamo una valutazione. Piuttosto potrebbero essere fonti per menti già predisposte ad atti violenti”.
Non fonte diretta quindi. E parla anche Christopher Ferguson, professore della Texas A & M University che ha affermato che la violenza tra i giovani è in realtà in diminuzione (i dati sono i più bassi da 40 anni a questa parte, ndr) e che i videogiochi sono il capro espiatorio naturale proprio come furono la musica ed il cinema ai loro inizi.
Ha detto Ferguson, che già in passato si era espresso su questo argomento in questo articolo da lui scritto su Idea Times nel dicembre del 2011:
“Penso che dobbiamo includere questa discussione in una prospettiva storica. E quando escono nuovi media che tendono ad accompagnare un periodo si avvia quello che chiamiamo panico morale, in cui essi sono accusati di ogni sorta di mali sociali. E probabilmente il miglior esempio di questo è stato dal 1950, quando abbiamo avuto Congresso e psichiatri ferventi sostenitori che i fumetti erano responsabili non solo della delinquenza giovanile, ma l’omosessualità”.
Dichiarazioni importanti a seguito di quanto successo negli Usa nel dicembre scorso nella strage di NewTown dove vennero uccisi 20 bambini e 6 adulti per la folle mano di Adam Lanza.