Nuovi dettagli sulla trama e sul protagonsita di Far Cry 3 emergono grazie alle parole di Mark Thompson, direttore del level design del gioco targato Ubisoft che arriverà a fine novembre su pc, Xbox 360 e PlayStation 3 e che sarà in bella mostra al prossimo Gamescom di Colonia.
Thompson ha parlato a Polygon (riportato da VG247), di come la trama vedrà un’evoluzione del protagonista Jason che si troverà ad affrontare situazioni inedite.
“Jeson non è un criminale, ma deve fare ciò che serve per sopravvivere e salvare i suoi amici – ha detto Thompson –. Si va oltre il concetto di giusto e sbagliato, di bene e male. E’ per questo che in Far Cry non c’è mai stato un sistema morale: se nel mondo reale non esiste una effettiva distinzione fra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, perché dovrebbe esserci nel gioco?”.
E continua:
“Non vogliamo giudicare cosa sia giusto e cosa no. Non vogliamo giudicare i giocatori. Il nostro obiettivo in Far Cry 3 è quello di uccidere i nemici, lo sappiamo: si spara e si ammazza della gente per vincere. Volevamo dunque scrivere una storia che motivasse tutto ciò. Una storia che parla di uccisioni, ma anche di un personaggio, Jason, che arriva su questa isola senza aver mai impugnato una pistola prima, senza aver mai ucciso nessuno. La trama cerca dunque di raccontare la sua evoluzione, le cose che deve fare per diventare un eroe e i sacrifici che ciò comporta”.
Il protagonista infatti, non si porrà come il tipico eroe dei film. L’eroe impavido e senza macchia. Le sue azioni avranno delle conseguenze e gli sviluppatori vogliono parlarne.
“Nel film Die Hard non ci hanno fatto vedere John McClane che sei mesi dopo si sveglia di soprassalto, nel mezzo della notte, dopo aver sognato Hans Gruber che precipita dal Nakatomi. Si tratta invece di una parte importante di ciò che Jason si troverà ad affrontare sull’isola. Vogliamo rappresentare tutte le conseguenze che una persona normale dovrebbe mettere in conto in una situazione del genere”.
Thompson ha, infine, detto di rispettare tutte quelle persone che si lamentano della grande quantità di uccisioni presenti nei giochi: è segno della maturità dei videogiocatori che chiedono una narrazione più sfumata in grado di trattare tematiche che i videogiochi non hanno mai affrontato prima.