Populous II: Trials of the Olympian Gods (Amiga)
Era risaputo: Zeus, il padre degli Dei dell’Olimpo, amava molto le donne. E di tanto in tanto scendeva sulla Terra e si divertiva un po’. Da queste scappatelle, però, nascevano figli. Tra questi, ce n’era uno speciale, un semidio, che dopo aver scoperto la verità sulle proprie origini decise di reclamare il suo posto al sole.
Ma nessuno chiede ed ottiene senza colpo ferire. Men che meno quando si tratta di entrare nell’Olimpo. E così, Zeus stesso lo sfida attraverso mille battaglie mandandogli contro Dei e semidei per fermarlo e mantenere così il suo equilibrio.
E’ questo in estrema sintesi il filo conduttore di Populous II: Trials of the Olympian Gods, gioco strategico in tempo reale ideato da Peter Molyneaux e realizzato da Bullfrog per il publisher Electronic Arts per Amiga e pc. Il gioco, datato 1991, è il seguito dello storico Populous ed in questa recensione incentrata sulla versione Amiga lo descriveremo.
LA SFIDA DI ZEUS
In sede di introduzione abbiamo accennato alla sfida di Zeus per riconosce ed accogliere nell’Olimpo il figlio semidio. Bene, il compito del giocatore è quello di vestire i panni di questo semidio e di guidare il popolo dei suoi seguaci contro i popoli degli altri dei.
Per arrivare a sfidare il padre degli Dei, però, si dovranno superare 999 battaglie e 32 tra Dei e semidei. Non saranno giocati, ovviamente tutti e 1000 i livelli ma è contemplato un sistema di valutazione di questi scontri.
Se la vittoria si otterrà in modo chiaro, e possibilmente veloce, si avanzerà di più livelli alla volta. Senza dimenticare che al termine di ogni livello, oltre alla riproposizione della battaglia su una mappa, c’era anche un codice che serviva per riprendere il proprio cammino dalla mappa raggiunta. Chi vi scrive ha ancora alcuni fogli di quaderno con diversi codici. Bei tempi. Le fatiche cominciano con Pan, che nella mitologia greca era il Dio della Natura, per continuare fino a Zeus.
FORMULA VINCENTE NON SI CAMBIA MA SI AMPLIA
Il game-play di Populous II: Trials of the Olympian Gods è senza dubbio la fortuna della serie. Prese di peso dal predecessore, le dinamiche vennero decisamente ampliate da parte degli sviluppatori.
Il principio di base è quello di far prosperare il proprio popolo di seguaci attraverso i vari mondi. Questo per avere tanto mana ed alimentare i propri poteri sovrannaturali per scatenarli contro il popolo avversario. Per fare aumentare la popolazione è sufficiente livellare la terra e far si che i propri seguaci costruiscano i vari insediamenti. Bisognerà fare attenzione a quanto farà il nemico che, come noi, può scatenare l’inferno in qualsiasi momento. La velocità e l’immediatezza d’azione erano degli ingredienti necessari per poter sperare di andare avanti.
Il tutto, come già detto, si è visto in Populous ma qui è stato decisamente ampliato con tantissimi poteri. Circa una trentina, oltre a quelli di abbassare ed alzare un terreno.
INCENDI, TERREMOTI, URAGANI, TUTTI I DISASTRI, MINUTO PER MINUTO
La bellezza, ed il divertimento (non nascondiamoci dietro il dito che cliccava sul mouse e dispensava rogne colossali ai nemici), stava nella possibilità di scatenare veramente l’inferno in Populous II.
I poteri, all’inizio semplici, potevano essere migliorati grazie ai punti esperienza conquistati al termine dei vari scontri. E’ bene ricordare anche che prima di iniziare la partita si poteva tranquillamente personalizzare sia la propria divinità da portare avanti lungo questo lunghissimo viaggio che le regole dell’ingaggio (modificare, ad esempio la possibilità di usare questo o quel potere o limitare l’abbassamento e l’innalzamento del terreno, solo per fare un paio di esempi).
Tornando alla gestione del personaggio e dei suoi poteri, oltre 35, si dividevano in diverse categorie: fuoco, acqua, terra, aria e c’era anche la possibilità di mandare eroi e far apparire fonti battesimali per convertire i nemici.
Si poteva anche migliorare la propria città con strade e mura. Gli eroi, invece, incidevano direttamente sulla popolazione con effetti immediati. Ovviamente tutti legati ai miti greci. Rammendiamo Elena (l’eroina dell’acqua), che faceva innamorare tutti i nemici nelle vicinanze e poi li faceva morire di fame; Ulisse era l’eroe dell’aria; Achille del fuoco; Perseo (popolazione); Ercole (terra) ed Adone (vegetazione).
Ma, diciamoci la verità, quante volte ci si divertiva a far piovere fuoco? O ad incenerire i nemici? E poi mandare quando sicuri di vincere, l’Armageddon e fare la mega battaglia finale che decideva le sorti del livello?
Chissà quante cattiverie gratuite, come affogare i nemici trasformando il terreno sottostante in paludi o ostacolare l’avversario di turno facendogli spuntare dal nulla delle rocce che diminuivano il territorio “edificabile” e quindi la popolazione e mana? Potremmo andare avanti a lungo, ma ci fermiamo qui.
GRAFICA ISOMETRICA MOLTO BEN FATTA
Veniamo al comparto tecnico di Populous II. Semplicemente fantastico. La visuale isometrica, ereditata sempre dal primo episodio, era davvero ben fatta. Tanta la cura per i dettagli, sia in gioco che per quanto riguarda l’interfaccia. Quest’ultima permetteva all’utente di avere tutto facilmente sotto controllo e potersi dedicare unicamente alla sfida contro l’intelligenza artificiale o contro un amico via modem.
Belle le strutture della città, ma anche i disastri erano ben rappresentati ed ottimamente animati. Il tutto richiamava molto bene l’ambientazione mitologica. Le bruciature del fuoco, o gli effetti devastanti dei terremoti con tanto di crepacci. Nondimeno anche la varietà delle ambientazioni, desertiche, mediterranea, innevate e quant’altro con tanto di vegetazione ed altri particolari ovviamente differenti. Ottime anche le schermate statiche. Il sonoro si limitava ad ottimi effetti sonori che ben si accompagnavano al comparto visivo.
Il game-play, come abbiamo già accennato, era vario ed ogni partita era diversa. Bella la possibilità di creare la propria divinità, nonché i propri poteri assegnando i punti esperienza per avere decise migliorie in quell’albero di poteri. La difficoltà del gioco era ben settata ed offriva un grado di sfida senza dubbio entusiasmante. Perché, diciamocela tutta, battere Zeus era proprio un’impresa da Dio.
POPULOUS II: THE CHALLENGE GAMES
Perché occuparsi solo della mitologia greca quando con un data disk si poteva comodamente giocare anche con un’ambientazione mitologica giapponese? In Populous II si poteva anche giocare con un Dio di questa particolare (ed altrettanto affascinante) mitologica con grafica in stile Edo (o Giappone Feudale, così siamo più comprensibili), alcuni elementi rompicapo, ed ovviamente nuovi poteri. Presenti anche sfide a tempo.
Tra questi, ricordiamo quello della Peste, raffigurata con la figura dei corvi che volavano sopra la casa infettata contagiando i vicini.
CONCLUSIONI
Populous II Trials of the Olympian Gods è senza dubbio uno dei migliori giochi in assoluto su Amiga. Siamo sicuri di non scrivere un’eresia se lo affermiamo. Ed è anche uno dei pochi casi in cui i seguiti sono meglio (decisamente meglio) del predecessore.
Strategia, colpo d’occhio, abilità nella gestione e velocità d’azione, nonché una buona dose di cinismo che genera divertimento erano gli ingredienti per vincere ma anche per esaltarsi. Peter Molyneaux con il primo Populous aveva inventato il genere God Games, unito alla strategia ed alla gestione. Col secondo capitolo lo perfezionò, almeno per quella generazione.
Nei decenni avvenire sarebbero arrivati Black & White che ne amplieranno ancor di più gli elementi esaltando la bellezza grafica e sonora grazie ad hardware migliori.
Tornando a Populous, il gioco ha tutto per essere ricordato nel migliore dei modi. Il tutto in soli due dichetti compreso il data disk da 740kb.
PREGI: Tecnicamente bello. Ambientazione affascinante. Game-play eccezionale. Longevo.
DIFETTI: Forse una bella colonna sonora avrebbe giovato.
VOTO: 9/10 (anche 9+)