E’ una brutta notizia quella che vi diamo. Jack Tramiel, legenda del mondo informatico e videoludico, cofondatore di Commodore, è scomparso nel week-end pasquale ad 83 anni.
Nato in Polonia nel 1928, Tramiel, di origini ebraiche, sopravvisse alla detenzione al campo di concentramento di Auschwitz durante la seconda Guerra Mondiale, nel 1945 emigrò negli Usa cominciando a lavorare prima nella manutenzione di macchine da scrivere e poi evolvendosi fino ai computer. Poi nel 1953 fondò un negozio chiamato Commodore. Da negozio ad azienda e nel 1962 cominciò la scalata in borsa.
Nel 1973 rivelò la MOS Technology. Da li arriveranno i successi grazie anche ai processori: in primis il famoso il 6502. La sua evoluzione, il 65010 era il cuore del Commodore 64 nonché il Sid, il suo chip sonoro, diventato oggetto di culto per gli amanti della musica elettronica.
Tra i suoi successi più grandi ricordiamo il Commodore 64, che quest’anno compie il suo trentennale, che venne commercializzato nel 1982 e che rimane uno dei computer più amati ed ammirati di sempre.
Nel 1984 uscì dall’azienda che aveva fondato e rilevò Atari che navigava in brutte acque. L’anno dopo presentò l’Atari ST, principale rivale di Amiga, computer che dominò la scena dei 16 bit casalinghi fino ad inizio degli anni Novanta.
Chiaro che si tratti di una delle leggende dell’informatica e dei videogiochi. Lo scrittore Martin Goldberg lo ha recentemente paragonato a Steve Jobs.
A lui, dobbiamo, il Vic 20, Il Commodore 16 e, dopo l’addio a Commodore, l‘Atari ST.
La filosofia del vecchio leone, è il caso di definirlo così, si può riassumere in detto che gli viene attributo: “We need to build computers for the masses, not the classes“, ovvero: “dobbiamo costruire computer le masse, non per le classi”.
Non possiamo che ringraziare Jack Tramiel per quanto realizzato. Tra alti e bassi ci ha regalato tantissimo. Commodore Usa, su Facebook, lo ricorda con questa post.
Un minuto di guru meditation per ricordare il papà dei miei computer preferiti di sempre