Sul finire degli anni Ottanta, il genere shoot’em up a scorrimento andava per la maggiore. Battle Squadron, pubblicato nel 1989 su Amiga e successivamente su Sega Mega Drive, seppe essere uno degli esponenti più interessanti del genere. Un vero e proprio pezzo da novanta per il 16 bit di casa Commodore.
Realizzato da Cope-Com per il publisher Innerprise, Battle Squadron è il seguito di Hybris (altro shoot’em up molto apprezzato). Per le sue peculiarità, il gioco è diventato un cult. In questa breve recensione capiremo il perché.
SALVARE LA TERRA DALL’IMPERO BARRAX
Vi riportiamo la trama, benché non sia nulla di particolarmente innovativa e di decisiva ai fini di uno shoot’em up a scorrimento (verticale in questo caso), anche per note storiche e di colore (qui facciamo anche cultura eh?). Due capitani della forza di difesa terrestre, Lori Gerin e Barry Mayers, in missione sul pianeta Urania sono catturati dall’esercito dell’impero Barrax in lotta centenaria con i terrestri.
Il nostro compito è ovviamente quello di recuperare i due coraggiosi ma sfortunati ufficiali prigionieri sul pianeta Terrainia ed, al contempo, far piazza pulita della minaccia aliena utilizzando uno o due caccia d’élite della flotta di difesa della Terra denominata (appunto) Battle Squadron, da mandare allo sbaraglio in una tipica missione kamikaze.
GRAFICA PULITA, SONORO DI INCALZANTE E’…
Andiamo subito al nocciolo della discussione, ossia al comparto tecnico di Battle Squadron. Cope-Com seppe sfruttare piuttosto bene l’hardware Amiga. Graficamente parlando, il gioco offriva una buona varietà di ambientazioni, di astronavi nemiche e diversi spunti interessanti come, ad esempio i vascelli fantasma.
Terrainia, teatro della nostra battaglia, è molto colorato ma è dannatamente ostile. Ed era importante controllare ogni angolo per non essere abbattuti o dalla contraerea o da altre astronavi più o meno piccole e numerose.
Sicuramente un belvedere: sembrava, pur non avendo uno scrolling velocissimo, di essere in sala giochi.
Buone anche le animazioni ma di assoluto impatto erano anche le musiche piuttosto incalzanti ed orecchiabili. Tutti i pezzi della colonna sonora meritano menzione. Leggendarie: da quella del primo livello, agli high score.
DIFFICILE ANCHE SE NON TROPPO LUNGO, PRESENTE IL MULTIPLAYER
Non si può certo dire che Battle Squadron fosse un gioco facile. Tutt’altro. Le orde di nemici erano veramente incavolate (per non dire un’altra parola che comincia con in), fin dalle prime battute e man mano tutto diventava più rapido e più complesso da superare: i Barrax sfoggiavano tutto il loro arsenale con armi più potenti e più possenti dalle quali diventava sempre più complicato sfuggire.
Per fortuna ci si poteva fare aiutare da un amico e chiudere in due l’avventura mentre il nostro il nostro arsenale si modificava a seconda i bonus raccolti dalla distruzione di particolari navi nemiche e componeva alcune armi devastanti (dai vari raggi laser, a quelli magnetici e così via).
Indimenticabile anche la superbomba (La bomba intelligente Nova) da utilizzare nei momenti di difficoltà estrema: si teneva premuto il pulsante fuoco e si muoveva in modo circolare la leva del joystick. Era anche possibile usare il mouse per giocare. Il gioco non era troppo lungo: 5 livelli ma, ripetiamo, abbastanza difficili.
CONCLUSIONI
Non può certo passare inosservato Battle Squadron. All’epoca definito, giustamente, uno dei migliori shoot’em up a scorrimento su Amiga. Realizzazione tecnica di ottimo livello, con un livello di difficoltà elevato ma la possibilità (all’epoca non comune) di giocare con un amico.
Le canzoni particolari sono diventate un culto per gli appassionati di musica elettronica. Di recente Battle Squadron è pure arrivato su AppStore, a testimonianza che il titolo merita ed ha lasciato un buonissimo ricordo di se.
Pregi
Comparto tecnico di buon livello. Colonna sonora memorabile. Il prototipo dello shoot'em up. Possibilità di giocare in coppia.
Difetti
A volte frustrante. Non troppo lungo.
Voto
9