Il caso di Skyrim è emblematico. Più volte osannato dalla critica internazionale (anche da noi per dirla tutta nonostante non sia stato ancora recensito nelle nostre pagine, ndr), non ultimo da Famitsu, il celebre sito giapponese, l’ottimo (bisogna comunque riconoscere una valenza non indifferente) gdr di Bethesda, quinto capitolo della serie Bethesda, ha avuto due patch che però non hanno risolto un granché mettendo, però, tutti d’accordo. Utenti pc, Xbox 360 e PlayStation 3 si sono lamentati.
La prima al day one mentre quella uscita ieri non non ha cancellato tutti i problemi presenti, ed anzi, ha innescato la retromarcia ai draghi ed altre rogne.
Ci si domanda il perché si definisca “perfetto” un gioco che non lo è soprattutto dal punto di vista tecnico. Che la critica (di cui anche noi in modo marginale ed artigianale facciamo parte) voglia premiare le intenzioni? Perché non premiare tutti allora? Ogni programmatore, infatti, inizia, un progetto con la voglia di fare e dare il massimo.
Crediamo che si debba essere più equi e freddi nel decidere e magari non dare per forza la recensione all’esordio del gioco.
Chiaramente nessuno è perfetto, tanto meno chi vi scrive, ma 10 per un gioco evidentemente afflitto da vari problemi tecnici (risolvibili con patch e patch) sembra esagerato, non credete? E’ indubbio che Skyrim valga parecchio, ed anche dal punto di vista tecnico, ma il massimo dei voti sembra essere un giudizio un po’ gonfiato.
Sappiamo che anche quella della informazione è un’industria. Non è una novità. Purtuttavia, perché dire che è un gioco è perfetto (il 10 ne è testimonianza) quando palesemente non lo è?
Meditate, gente, meditate…
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Pienamente d’accordo con te Edo. La verità è che le testate giornalistiche non riescono ad essere eque, quando un progetto è tripla A molti aspetti negativi vengono presentati di soppiatto, quando un progetto è meno conosciuto sono pronti a sferrare giudizi negativi (esaltandoli) su elementi e difetti che Skyrim ha presentato in maniera molto evidente…
Grazie per la lettura :-). Comunque si, il concetto dei due pesi e due misure da cui nessuno è esente. Non prentediamo il giudizio equo assoluto, ma almeno meno enfasi ed ancora più obiettività.
Poi spesso e volentieri i progetti a tripla A, come scrivi giustamente tu, sono un pò sospinti rispetto a quelli indipendenti ed il gioco, anzi, il voto, è fatto