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Power Spikes

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Riparliamo di un gioco di pallavolo in un’occasione particolare: nel tardo pomeriggio (alle 18, in diretta su RaiSport, in digitale e streaming web, e magari in chiaro uno dei tre canali Rai), infatti, ci sarà la finale dei Campionati Europei maschili tra Italia e Serbia. Speriamo che questa recensione sia di buon auspicio per gli Azzurri che dopo 6 anni tornano a giocarsi il massimo alloro continentale.
Il titolo che andremo ad analizzare è uno di quelli storici. Il suo nome è Power Spikes e non è altri che il seguito del celebre Super Volley ball (qui recensito). Anche questo gioco è stato sviluppato e pubblicato da Video System Co nel 1991, a due anni di distanza dal predecessore, esclusivamente in versione arcade.
Incredibile, ed emozionante, parlare di un gioco di pallavolo di vent’anni fa che, vi possiamo assicurare, rimane uno dei migliori di sempre e ci chiediamo il perché non vengano sviluppati titoli sul volley, uno degli sport più giocati (e spettacolari) al mondo.
Fatta questa personale riflessione, andiamo a descrivere Power Spikes.

PIU’ SQUADRE, PIU’ COLPI, PIU’ TUTTO

Come in Super Volleyball, per colpire la palla bisogna aspettare che sia segnalata in rosso. A quel punto si potrà scegliere forza, potenza e quant’altro

A due anni dallo storico Super Volleyball, i giapponesi di Video System Co ci riprovano riportando alla ribalta un nuovo titolo sulla pallavolo.
Scelta coraggiosa ma ben ripagata. Il gioco si presenta decisamente più aggiornato, con una grafica meno cartoonesca ma con diverse finezze in più. Un game-play più profondo con mosse più accurate, tante squadre da scegliere e la possibilità di giocare match maschili e femminili.
Nelle versioni occidentali di questo arcade, le Nazionali da scegliere erano quelle di Italia; Francia; Germania; Regno Unito; Spagna; Svezia; Norvegia; Danimarca e Brasile.
Per vincere, il cammino era il seguente: Cina; Giappone; Usa; Cuba e (ella fu) Unione Sovietica.

GAME-PLAY PIU’ RAFFINATO

L’azione ricorda Super Volleyball, inevitabile

Dal punto di vista del game-play, il gioco realizzato da Video System Co ha apportato numerosi miglioramenti pur rimanendo fedele al classico schema in 2d ripreso per intero da Super Volleyball. Tuttavia è possibile fare sostanzialmente tutto quello che si vuole: pallonetti, muri, veloci di varie profondità e potenza.
Importanti anche le battute: alla coreana, flottante, di sicurezza ed al salto. Come da tradizione, ci sono anche i servizi con colpi speciali: Tower, Phantom e Toweing Service. Importantissima anche la fase difensiva dove ci si potrà cimentare in salvataggi spettacolari in tuffo, o in normalissimi bagher, laddove il muro sia perforato. Ovviamente anche l’impostazione col palleggiatore sarà importante mentre, appunto, il muro sarà decisivo per evitare rogne in difesa anche se potrebbe anche crearle con deviazioni della sfera.
Per colpire il pallone si doveva aspettare che diventasse rosso per dare forza e profondità al proprio colpo. Incredibile cosa si potesse fare con un joystick e due pulsantini.
Come da copione essendo un arcade, il gioco era incentrato su una sorta di scenari: si partiva dalla parte finale del tie-break ed a seconda dalla difficoltà si doveva recuperare uno o più punti entro un limite di tempo.

TECNICA DA MANUALE

Se a distanza di vent’anni si esalta un gioco, i motivi sono tanti. La tecnica, ad esempio, all’epoca era da grido. E’ vero: la pallette di colori è meno sgargiante rispetto a Super Volleyball (perdonatici i continui richiami, ma è uno dei pochissimi titoli di pallavolo di riferimento) ma vi sono più dettagli grazie ad una migliore definizione. Le tribune del palazzetto danno l’atmosfera da palestra, tipica di questo sport.
Le animazioni sono ancora più fluide e l’azione risulta piuttosto veloce e priva di sbavature o rallentamenti vistosi. Insomma, nulla da appuntare.
Anche il sonoro fa il suo dovere pur non essendo all’ultimo grido. Musichette adatte, ma ottimi gli effetti sonori con un parlato che introduce alle sfide.

CONCLUSIONI

Piccolo-grande capolavoro. Power Spikes risulta divertente e veramente ben fatto. Peccato sia “solo” un arcade e quindi la longevità è, per forza di cose, molto ridotta. Tuttavia, merita un plauso per l’ottima tecnica (nel ’91 molte cose presenti in game erano un lusso) e per il game-play. La pallavolo in videogame porta soprattutto il nome di Power Spikes. Memorabile anche il suo seguito, Power Spikes 2, datato 1994, ma questo sarà oggetto di un’altra recensione. Chi lo volesse provare, può farlo sul M.A.M.E.

 

 

 

 

Pregi

Ottima tecnica; game-play sempre vario. Divertente.

Difetti

E' solo un arcade con una ridotta longevità.

Voto

8,5

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