Le interviste (surreali) ai personaggi dei videogiochi – Week 6 Pacman
Lo cercavamo come un ago in un pagliaio, per mari e monti, come un cacciatore la sua preda, come la preda il suo rifugio come l’acqua per gli assetati… ma alla fine, siamo riusciti a rintracciarlo ed a fargli una breve intervista surreale per il nostro blog e per la nostra rubrica settimanale che eccezionalmente pubblichiamo di venerdì.
Questa volta, l’eroe dei videogiochi in questione è Pacman, storico protagonista dell’omonimo titolo di Namco da cui nacque un genere e molti seguiti più o meno riusciti. Lui, il precursore del WakaWaka molto prima che Shakira sapesse cosa fosse un microfono, ci ha concesso udienza.
Lui icona del videogioco non solo su desktop di Windows ma in modo universale: si crede che tra le 23 righe del messaggio di Arecibo (benché sia stato lanciato nello spazio nel 1974 e quindi 6 anni prima) ce ne fosse una con Pacman. Del resto, i pixel erano grossissimi e quindi uno scambio crediamo sia normale.
Il professor Pacman, più volte laureato, lo ricordiamo, compirà gli anni fra tre giorni. Il 22 maggio del 1980, infatti, debuttò nelle sale giochi.
Per rintracciarlo abbiamo seguito le traccie che univano più farmacie della città e lo abbiamo incontrato nei pressi di una discoteca intento a parlare con sua moglie.
IlVideogioco.com: Signor Pacman, finalmente, eccola qua. La inseguiamo da una settimana. Come sta?
Pacman: Ah, siete voi??? Ero convinto che foste il quinto fantasma. Purtroppo sono ossessionato dagli altri quattro che mi perseguitano da 31 anni e non fidandovi e non conoscendovi, ho preferito glissare. Comunque, pillole a parte, un lavoro sempre di corsa ed una moglie che per 50 cent (il prezzo di un gettone delle vecchie sale giochi) ingoia di tutto non è il massimo.
IlVideogioco.com: Il quadro che ci ha dipinto non è dei migliori, eppure pensavamo che lei, mascotte della Namco, se la passasse meglio…
Pacman: Non è facile. Purtroppo tutto è nato come un gioco. Mi hanno detto mettiti la ed ingurgita questi puntini bianchi aggiungendo pure che avrei avuto successo. Non posso lamentarmi del successo, ma ogni cosa ha un suo prezzo. Una compagna che mi ha seguito per amore nel mio lavoro e che è entrata in un labirinto senza più fine.
IlVideogioco.com: A proposito, ma come nacque tutto?
Pacman: In sostanza mi ingaggiarono per assaggiare questi puntini bianchi alternandoli sporadicamente a della frutta perché contiene vitamine o a degli oggetti non meglio identificati. Ma non mi dissero a quali conseguenze sarei potuto incappare e non mi informarono che mi avrebbero messo in un labirinto, fatto una seduta spiritica e messo di fronte a quattro fantasmi da loro evocati.
IlVideogioco.com: I fantasmi erano evocati? Però la misero nelle condizioni di combatterli
Pacman: Si, perché misero la frutta. Loro, quindi sapevamo. Ed ancora ora non capisco. Probabilmente hanno evocato questi quattro spiriti perché chi mi ha messo nel labirinto era in debito con queste entità e mandarono me per discutere i dettagli. Solo che loro non avevano tanta voglia di discutere.
Tuttavia, dopo anni ed anni, aver aggiunto nuovi titoli al gioco e nuove dimensioni, aggiunto pure i colori, con questi fantasmi siamo amici. Quando Ms Pacman se ne andò, io entrai nel tunnel del fumo e dell’alcool e loro si presentarono a casa mia per tirarmi su il morale. Non ci riuscirono ma apprezzai il gesto.
IlVideogioco.com: Quindi Blinky, Inkym Whimsy e Clyde, sono amici suoi?
Pacman: Lo vede che lei non è attento? No, non sono più amici miei da quando se ne sono andati da casa mia. Ebbero il pensiero di venirmi a consolare, ma poi andarono da lei anche se dissero di andare da Qbert, a perseguitarla e mi hanno lasciato solo anche perché capirono che non avrei mai potuto soddisfare le loro richieste per lasciarmi in pace: ovvero terra ed acqua. Sembravano 300, non quattro morti di fame blu.
IlVideogioco.com: Ed adesso cosa fa?
Pacman: Senza fantasmi non posso stare, infatti, ho accettato di far parte a giochi più psichedelici, soprattutto sui dispositivi Apple e sulle console di nuove generazioni per avere dare la caccia nuovamente ai fantasmi.
IlVideogioco.com: Trenini di fantasmi, colori psichedelici? Ma non pensa che a 31 anni queste cose siano un po’ pesanti?
Pacman: Ma quando mai?!? Ho 31 anni e faccio più cose di quando ero più giovane. E non solo! Ai miei tempi non c’era bisogno di tutte quelle patch che ora di cui i programmatori abusano.
IlVideogioco.com: Ha ragione, lei è un simbolo dei videogiochi e su questo non si discute. Si è mai chiesto il perché?
Pacman: Sono tondo, sono giallo ma non itterico, faccio Wakawaka da prima di Shakira e sono un non violento. I miei nemici sono già morti. Penso di essere simpatico. Alla fine nei miei giochi esco fuori da labirinti, dalle paure che gli esseri umani hanno. Sono contento di fare divertire sia i più grandi che i più piccoli. Di solito, chi arriva alla mia età nel mondo videoludico è già morto e sepolto. A me, invece, rendono ancora onori.
IlVideogioco.com: Ha mai avuto rimpianti?
Pacman: Si, qualcuno. Il primo è l’arrivo qualche anno fa di Lara Croft. Ha così tante curve che le mie rotondità sono passate per un po’ di tempo di moda. Volevano anche farla diventare simbolo dei videogiochi. E poi Shakira. Prima di lei, per 30 anni ho fatto Wakawakawaka (L’effetto sonoro di Pacman mentre si muove e mangia le pasticche, ndr), arriva lei, muove il bacino e via… tutti fanno WakaWaka. Ma è normale???
IlVideogioco.com: Ultima domanda, domenica lei compirà 31 anni, come festeggerà?
Pacman: Spero di mangiare in pizzeria con i miei papà di Namco. Sono un tipo semplice. Una serata tra amici, un bel film anni Ottanta, un bel monitor catodico, console, joystick, amici, io ed i fantasmi, i 255 livelli di gioco e via… verso l’infinito ed oltre.