PSN Offline, piovono le accuse su Sony: Spafford (Perdue University) "Sicurezza inadeguata"
Di far riaprire il PlayStation Network messo ko da un attacco hacker da oltre 18 giorni non se ne parla, almeno per ora. Logico, quindi, che oltre all’attesa cresca il filone polemico nei confronti di Sony. A parlare è Gene Spafford, professore della Perdue University (università di West Lafayette, nell’Indiana, Stati Uniti), esperto di sicurezza che è stato ascoltato dalla commissione del Congresso statunitense che si sta occupando della questione piuttosto scottante.
Il docente non ha avuto remore ed ha accusato Sony.
Secondo la sua opinione, se la multinazionale avesse avuto attenzione su tecnologia usata, alle normali routine per garantire l’aggiornamento dei software ed alle misure di sicurezza non ci sarebbero mai stati problemi.
Il tutto è naturalmente aggravato dalla quantità degli utenti interessati, ovvero 77 milioni per il solo PSN ed altri 23 per i giochi online di SOE (Sony Online Entertainment). Ricordiamo che proprio SOE ha subito anche il furto dei dati di quasi 13.000 carte di credito iscritte ad un suo database nel 2007.
E mentre Sony ha sottolineato la sofisticatezza dei sistemi di protezione adottati a tutela dei dati, il professore ha rimarcato quanto fossero inadeguate le misure adoperate per la protezione dei database. Il suo J’accuse è sintetizzato in tre punti cardine:
- Sony non aveva adottato un firewall a protezione dei propri sistemi
- Il PlayStation Network era ospitato da web server Apache obsoleti
- La versione di Apache in uso non solo era datata, ma non era nemmeno mai stata aggiornata
Le accuse sono pesanti, dirette, e soprattutto mosse da una persona che sa il fatto suo (a meno che non sia il topo Gigio della situazione, ma ne dubitiamo). Se confermate Sony avrebbe un mare di guai legali. Ancor più di quelli che stanno cominciando a fioccare visto che i clienti sono esasperati non solo dall’impossibilità di giocare o comprare online ma dalla paura di avere avuto i propri dati sensibili scoperti ed alla portata di hacker malintenzionati.
E su quest’ultimo fatto nessuno sarà tenero con Sony.