Quattordici giorni di PSN fermo. Si cercano i colpevoli e Sony accusa il gruppo di Hacker Anonymous. Già dall’inizio di questa triste vicenda, che ancora non ha una fine e che ha colpito non solo il colosso giapponese ma anche 77 milioni di utenti di tutto il mondo privi di giocare o acquistare online con la propria console ma anche (e cosa ben più grave) a rischio sui dati sensibili, si pensava che ci sarebbe stato il loro zampino.
Loro fin da subito si sono discolpati con la diffusione di un messaggio video.
Tuttavia, ci sarebbe una svolta nelle indagini di Sony (che sta effettuando ricerche con l’aiuto dell’Fbi, Data Forte ed US Homeland Security, dato che la colpa di tutto sarebbe stato un file sorgente che avrebbe costretto Sony a spegnere il tutto per evitare guai maggiori.
Nel file sarebbe stata cifrata la frase “We Are Legon”, (Noi siamo la Legione) che compare sempre nei loro messaggi.
Il tutto deve andare col condizionale però perché nulla è ancora ufficiale e parlare troppo presto potrebbe non essere corretto anche se i dubbi, quelli ragionevoli, ci sono.
Sony, comunque, terrà aggiornata la situazione anche perché rientra nel suo modus operandi illustrato al Congresso degli Usa che nei giorni precedenti ha chiesto alla multinazionale conto e ragione sulla questione dei dati sensibili. Il PSN Gate , così come è stato rinominato dalla stampa mondiale, sembra essere ancora all’inizio mentre da un punto di vista tecnico, Sony potrebbe risolvere in breve, anche in settimana.