In Italia si riesce a far polemica su tutto. Non è una novità. Dal calcio alla politica il clima nel nostro Paese è sempre avvelenato. Fino a qualche giorno fa, la polemica mancava sul mondo dei videogiochi. O meglio, solo chi è del settore portava avanti in modo silenzioso la propria polemica in modo circoscritto.
E venne così il giorno di Gioventù Ribelle, gioco realizzato in occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia. Un evento mica da poco. Un onore per chi si è dovuto occupare della realizzazione di questo titolo. Eppure, le polemiche hanno toccato in modo fragoroso anche il mondo dei videogiochi.
Se ne sono occupati tutti. Non solo blogger del settore, o siti famosi sempre in ambito videoludico o prettamente tecnico ma anche colleghi della carta stampata generalista. E se scende in campo anche la stampa generalista allora c’è qualche cosa che effettivamente non va.
La stampa si è presa a cuore l’urlo dei giocatori italiani spiegando i fatti e portando, così, alla luce della ribalta il vespaio di polemiche. Addirittura, gli stessi sviluppatori italiani sono insorti (è il caso di dirlo) e l’Igda ha inviato una lettera aperta, la notizia è stata riportata anche dal sito Corriere della Sera.
Ancora una volta rifiutiamo di dare un giudizio tecnico o di addentrarci sul perché sia stato scelto questo team piuttosto che un altro. Significherebbe sparare sulla Croce Rossa. Cosa si vuole dire di più ad un team di ragazzi laureandi? Semmai non si capisce il perché li abbiano impiegati in un lavoro che sembra anche ad occhio inesperto un po’ troppo frettoloso ed approssimativo.
Rode, però, la realizzazione tecnica. Rode il fatto che sia stato sviluppato per avvicinarsi ai giovani dando una idea completamente diversa da quella che sono gli stessi ideali.
E poi, uno sparatutto educativo, sinceramente appare un ossimoro. Si, Gioventù Ribelle non è altri che un fps (sparatutto in soggettiva in gergo). Scelte editoriali, per carità.
L’ONTA PIU’ GRAVE, IL PARAGONE INTERNAZIONALE A BIG RIGS
Ma rode. Rode eccome sentirsi sfottuti e denigrati anche all’estero in un campo dove anche da noi operano bravi programmatori. Ricordiamo molto rapidamente negli anni Ottanta e Novanta la Simulmondo, la Genias ed anche Idea Software hanno rappresentato più che dignitosamente il made in Italy all’estero. Per poi arrivare ai giorni nostri con Milestone che ha sfornato titoli importanti a livello internazionale tra cui ricordiamo gli ultimi della serie SBK.
Non pretendevamo chissà che cosa ma rode il fatto che Gioventù Ribelle sia stato anche paragonato a Big Rigs, gioco entrato negli annali per essere il più brutto e realizzato di sempre. Una sorta di bug con codice di gioco, una corsa di camion piena di errori grossolani (documentati nel video su questo capitoletto).
All’atto pratico Gioventù Ribelle, secondo i giornalisti esteri che generalmente sono molto severi ma decisamente competenti nel giudicare i prodotti, lo hanno criticato aspramente facendo il suddetto paragone. Doveva essere il Rinascimento Videoludico Italiano. Per molti (e come si fa a biasimarli) è stata una sorta di Caporetto del Videogioco italiano con la i minuscola…
Rode, perché nessuno che abbia un minimo di esperienza può sentirsi rappresentato da questo titolo e che all’estero si permettano (e purtroppo senza possibilità di una valida replica) di dirci in sostanza “Italiani, Spaghetti, Mandolino, Gioventù Ribelle” e farsi tante grasse risate. La situazione, per quanto fantozziana possa sembrare, è tristemente vera.
Non stiamo aggiungendo nulla a tutto ciò che si sa. Non siamo in grado nemmeno di dirvi se sia costato o meno.
Le critiche le vogliamo fare con stile, e crediamo di aver portato fin qui dei fatti ma a queste vogliamo aggiungere un augurio sentito.
Da italiano che si rammarica per quanto succeda anche in ambito videoludico, auguro che questo putiferio serva a scuotere le coscienze e che da ora fino a giugno, il 2 precisamente, il secondo capitolo del gioco riesca ad essere quantomeno dignitoso. Signori, l’Italia s’è desta… e vuole rialzarsi anche in ambito videoludico. Aspettiamo il 2 giugno, che ci sia una riscossa?