Final Blow
Sangue e sudore. Fatica ed onore. Il mondo della noble art è soprattutto questo. Final Blow, titolo del 1988 realizzato da Taito, è stato uno dei primi videogiochi dedicati alla boxe di un certo rilievo tecnico ad avere anche un buon seguito di pubblico.
L’immediatezza che permetteva incontri rapidi e frenetici, unita ad un discreto comparto tecnico, lo portarono alla ribalta anche sui computer e console di casa grazie alla conversione realizzata da Storm e Sales Curve del 1990.
NOI ASPIRANTI ROCKY
Nel gioco arcade, ed anche nelle sue conversioni, guideremo un pugile verso il successo. Una sola la modalità formata da un certo numero di incontri prima di vincere il titolo.
Si può scegliere tra atleti già precostituiti. Dynamite Joe; The Miracle Man; Fernando Gomez – The South American Eagle; King Nang; King Jason – The Black King, The Kid Detroit; The Invincible Black Panter. Tutti dotati di diverse abilità tecniche e fisiche.
GAME-PLAY FRENTICO: ADRIANAAAAAAA
Essendo un arcade, Final Blow, aveva un game-play tutto sommato semplice e non troppo vario. Il gioco non era altro che un picchiaduro ad ambientazione sportiva. L’azione aveva lo scorrimento laterale mentre i pugili erano enormi e ben definiti pur essendo in 2d. Ganci, diretti, montanti ed altri colpi per mettere ko il proprio avversario prima del gong. Il ko si realizzava spesso e volentieri azzerando la barra di energia dell’avversario.
Non elevatissimo il numero di colpi che ne limitava la giocabilità. A questo sopperiva un buon ritmo ed una bella grafica unita ad un sonoro non eccezionale ma assolutamente azzeccato.
UNA GRAFICA TELEVISIVA
Final Blow viene ricordato senza dubbio per il suo aspetto. Per quanto riguarda il comparto visivo, infatti, Taito fece un bel lavoro ed anche chi convertì il gioco per i computer e console di casa fece sforzi apprezzabili. Su Amiga, ad esempio, il titolo era praticamente uguale a quello in sala mentre più che accettabile la conversione per C64 con sprites molto grossi e ben animati.
La grafica era imponente. I modelli dei pugili erano ricchi di dettagli e pur essendo grandi si muovevano piuttosto bene anche se in modo macchinoso anche per l’epoca.
Un 2d, come accennato, fatto veramente bene. Ottime anche le animazioni in cui spiccavano le smorfie di dolore dei pugili ad ogni botta subita, e qualche altro colpo di classe come i paradenti che saltavano durante le fasi più concitate o a causa di un pugno ben assestato.
Il tutto era molto televisivo con le animazioni dei flash delle macchine fotografiche a bordo ring e molti altri dettagli. Ottimo anche il sonoro che sebbene non lunghissimo presentava qualche motivetto veramente azzeccato che contribuiva non poco a dare maggiore atmosfera.
Rimane nella memoria il jingle della presentazione dei pugili prima degli incontri. Senza dimenticare anche gli effetti pubblico ed i richiami dell’arbitro (con tanto di conteggio finale) doppiati in modo eccellente. Possiamo dire che Final Blow ha regalato qualche emozione.
CONCLUSIONI
Final Blow, certamente, non è stato il gioco definitivo di boxe ma è stato uno dei primi ad incarnarne l’adrenalina ed a regalare molto divertimento alla maggior parte delle persone che lo hanno provato. Tecnicamente è ricco di belle chicche, che abbiamo già descritto durante le righe di questa recensione, anche se non convince del tutto il game-play nonostante i ritmi frenetici.
Alcuni incontri assomigliavano più a scazzottate. Altri, invece, erano abbastanza tecnici e bastava poco per subire un ko.
Tutto sommato, ci sentiamo di promuovere Final Blow perché nel complesso è divertente e fa, anche se in modo limitato, il suo dovere. Peccato per la mancanza di diverse modalità.
Pregi
Grafica molto curata. Sonoro azzeccato e doppiaggio convincente. Ogni incontro è diverso. Discreto il game-play...
Difetti
… Solo discreto il game-play. Troppo corto. Una sola modalità di gioco.
Voto
7