Lotus Esprit Turbo Challenge

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Come di consueto, il sabato e generalmente il fine settimana, è dedicato ai retro game. La recensione odierna riguarda uno dei giochi di automobilismo che negli anni Novanta entrò nella storia dei videogiochi: Lotus Esprit Turbo Challenge.
Il titolo di corse automobilistiche di stampo arcade è stato realizzato dai Magnetic Fields per il publisher Gremlin Graphics ed è stato pubblicato nel 1990 su Amiga, Atari St, Commodore 64 ed altri computer ad 8 bit. Il gioco deve la sua popolarità ad un’ottimo game-play e ad una realizzazione tecnica di prim’ordine, senza dimenticare che Lotus è stato sempre un marchio molto appetibile per gli amanti delle auto.

IL SUCCESSO DEL LOTO IN ROSSO

Guidare la Lotus Esprit SE, una bella fuoriserie britannica tutta rosso pepe per l’occasione, in 32 circuiti di tutto il mondo e primeggiare nei tre campionati era l’obiettivo di questo bel gioco. Ottima la presentazione che comprendeva la storica traccia sonora principale e l’illustrazione delle caratteristiche tecniche dell’auto, dei suoi lussuosi interni, con tanto di grafici di vario tipo, modello in 3d, rappresentazione frontale del bolide ritratto in copertina con tanto accensione dei fari. Il modo senza dubbio migliore per iniziare a giocare…

 

Split Screen sempre presente. Lotus Esprit basava molto sul multi player

BELLA GRAFICA, OTTIMO GAME-PLAY

Introduzione promettente ed abbastanza di effetto (per l’epoca), gioco sicuramente all’altezza anche a livello tecnico. In azione, infatti, Lotus Esprit Turbo Challenge si distingueva per la fluidità di guida, per il game-play davvero immediato e ben fatto con un’auto che era sempre in grado di rispondere ai comandi ricevuti. Tutto questo era contornato da un livello di sfida ben calibrato e mai frustrante. L’ideale per tutti i giocatori. A dare un po’ di movimento all’azione vi era anche la fermata al pit stop per il rifornimento. A volte, infatti, le gare erano così lunghe che bisognava calcolare bene quando andare ai box per evitare di rimanere appiedati.
La visuale in gioco era in terza persona in due dimensioni. Niente 3d poligonale all’epoca ma ottimi disegni ed animazioni contornate da una varietà di scenari e dettagli significativa e veniva incentrato tutto sullo split screen. Anche quando si giocava in single player, infatti, la parte inferiore dello schermo era occupata dalla schermata dei box. Lotus Esprit Turbo Challenge era incentrato sul multi player modalità in cui il prodotto dei Magnetic Fields dava il meglio.

ANCHE L’ORECCHIO VUOLE LA SUA PARTE

L’occhio in Lotus Esprit era stato ampiamente accontentato. Ma non era per niente male neppure il sonoro. Tutt’altro. L’orecchio era deliziato da 4 motivi che venivano caricati dal lettore cd presente sulla nostra Lotus. Quattro brani metal originali e ben fatti per il tipo di gioco con sonorità dure e bassi ben in evidenza.

 

Tante le piste e gli scenari in gioco che fanno da sfondo alle conseguenti battaglie per conquistare punti preziosi.

CONCLUSIONI

Lotus Esprit Turbo Challenge è stato un gioco a cui non è mancato nulla. Solido dal punto di vista tecnico (se pur con qualche piccola imperfezione sparsa), buono da quello della giocabilità con una guida fluida e tante varianti date dall’abilità degli avversari guidati dall’intelligenza artificiale e dalle asperità dei singoli tracciati di tutto il mondo.
Vincere la gara significava ripartire sempre dall’ultima posizione in quella successiva e le rimonte erano complicate. Si poteva anche pensare ad un buon piazzamento in ottica campionato. Presenti, infatti, 3 campionati divisi per difficoltà in cui i nomi degli avversari rievocavano quelli dei piloti di Formula 1 dell’epoca. Ci si trovava così a battagliare con tali Nigel Mainsail (Nigel Mansel) o Ayrton Senoup (Ayrton Senna).
I circuiti e la modalità multiplayer erano la ciliegina sulla longevità. Un gioco consigliato, da riprovare ad occhi chiusi e da far provare alle nuove generazioni. Un gran successo in quel 1990 a cui seguirono due seguiti sempre su Amiga e racchiusi in una trilogy per il CD32.

PREGI

Longevo. Divertente. Tecnicamente di gran livello.

DIFETTI

Piccolissime imperfezioni qua e la.

VOTO: 9/10