International Karate
Per molti anni è stato il punto di riferimento dei picchiaduro ad incontri. Molto prima di Street Figther II. Una vera e propria icona nel mondo videoludico relativo soprattutto ai computer di casa. Stiamo parlando di International Karate, gioco della System 3 uscito per Commodore 64 ed altre piattaforme ad 8 e 16 bit nel 1986.
L’immensa giocabilità e la buona realizzazione tecnica ne decretarono il successo planetario. Il gioco è famoso anche per la musica di Rob Hubbard, vero mago della musica elettronica.
UN GAME-PLAY DA FAVOLA
La semplicità è la chiave del successo. Concetto elementare ma, spesso e volentieri, di difficile applicazione. Tuttavia, alla System 3 seppero fare le cose per bene sfornando la versione per il Commodore 64 da applausi.
Il punto forte era senza dubbio la giocabilità. Semplice, appunto, ma anche intuitiva ed immensa. Con il classico joystick ad un pulsante, il giocatore poteva eseguire tantissime mosse. Calci volanti, spazzate e calci rotanti da fare impallidire Chuck Norris e le sue parodie. Senza dimenticare i pugni, i salti e le schivate.
Il divertimento era assicurato anche perché i comandi permettevano di fare tutto ciò che si volesse. La tempistica, ovviamente, era fondamentale, ed alcuni scambi tra i due karateka risultavano molto belli da vedere. Un esempio? Lo scontro tra due calci volanti. Tutto, ripetiamo, con un semplice tocco di joystick ed un pulsante.
L’obiettivo di gioco era quello di vincere gli incontri per diventare cintura nera. Lo scontro era sportivo: al termine di ogni colpo inferto la sfida si interrompeva ed i karateka tornavano al loro punto di partenza. L’arbitro (il maestro) assegnava il punto, o mezzo punto, e si riprendeva.
Vinceva l’incontro chi arrivava per primo a quota due. Al termine, lo score globale, necessario per il passaggio di cintura, veniva aggiornato in base alla somma dei colpi inferti. Erano presenti anche prove di abilità e di forza per migliorare il punteggio.
UNA COLONNA SONORA MEMORABILE
La realizzazione tecnica di International Karate era sopra la norma. Il gioco, ricordiamo, ha 24 anni. I fondali, immobili, mostravano una buona varietà ci portavano in otto diverse località del mondo a conoscere i monumenti in Australia, Egitto, Usa o Giappone ed altre. Molto a tema anche se non eccezionale.
Le animazioni (con tanto di ombra) dei karateka erano fluide, di ottima qualità, e c’erano anche dei piccoli colpi di classe.
Bisogna menzionare la colonna sonora di Rob Hubbard. Epica, evocativa ed orientaleggiante. Un pezzo incalzante, magnetico di oltre 10 minuti che è una colonna portante della musica elettronica di quegli anni ed è ancora oggi tanto apprezzata non solo dai nostalgici ma anche dalle nuove generazioni di videogiocatori. Una sigla (che ricorda in alcuni passaggi le tonalità di Commando, altro gioco in cui la musica è firmata da Hubbard, ndr), da 10 e lode.
IK + L’EVOLUZIONE DELLA SPECIE
L’anno dopo il grande successo di International Karate, la System 3 pubblicò il suo seguito. International Karate +, meglio conosciuto come IK+. Un piccolo acronimo per indicare un grandissimo gioco.
IK+ riuscì a dare una ventata di freschezza al predecessore, aumentando il livello della giocabilità con l’aggiunta (geniale) del terzo incomodo. Il giocatore combatteva contro due avversari. Si era eliminati se alla fine dello scontro si faceva meno punti degli altri. Questo gioco aggiungeva, anche un paio di mosse spettacolari (sbalorditiva per l’epoca la spaccata in aria per colpire i due avversari ai lati) e tante prove di abilità in più per un game-play innovato e movimentato.
Unico sfondo, animato, raffigurava un bel tramonto. La musica era un remix della colonna sonora di Intenational Karate. Il titolo, ancora oggi, è così tanto apprezzato al punto che a breve uscirà anche una versione per l’emulatore iAmiga sui dispositivi Apple.
CONCLUSIONI
International Karate ha fatto la storia. Sia per la giocabilità che ha reso il titolo godibile e divertente per molto tempo, sia per la sua colonna sonora davvero monumentale. Uno di quei giochi che bisogna prova. Certo, ora farebbe tenerezza con quella grafica semplice a bassa risoluzione ed a pochi colori. Tuttavia, il succo c’era, eccome. Prima dell’avvento di Street Fighter II, era il punto di riferimento per i beat’em up.
PREGI
Giocabile all’ennesima potenza. Divertente. Sonoro da favola, memorabile.
DIFETTI
Grafica un pò povera.
VOTO: 9/10