Giocando ieri sera alla demo di Sky Fighter, divertente shott’em up su Ps3, la mente è andata ad un grande classico di inizio anni Novanta, ambientato nella Prima Guerra mondiale. Il gioco in questione è Wings, titolo della Cinemaware che uscì su Amiga.
Un gioco innovativo per l’epoca: non un semplice spara e fuggi (come è comunque Sky Fighter adattato alle caratteristiche tecniche di oggi), ma qualcosa di più, di molto di più, che narrava le vicende di un pilota d’aereo alleato impegnato non solo a vincere la guerra, ma a portare a casa sana e salva la pelle.
Wings è stato un capolavoro capace di dare emozioni reali a chi lo ha giocato. Emozioni tristi, profonde, spesso e volentieri come poi andremo a leggere nelle righe di questa breve recensione.
LA PRIMA GUERRA MONDIALE IN UN DIARIO
Come detto, Wings, ultimo capolavoro della Cinemaware che poi venne sopraffatta dai debiti e da un marketing per niente valido, è ambientato nella Prima Guerra mondiale.
Un conflitto, come tutti del resto, infame. Il giocatore, pilota di un caccia monomotore, è chiamato quotidianamente delle missioni contro i tedeschi. Un breve filmato introduttivo, stile cortometraggio muto anni Venti, illustra i compiti, i dettagli e gli appunti personali, della nuova missione in un diario personale. Il tutto accompagnato da alcune musiche che resteranno epiche e spesso foriere di eventi luttuosi.
MISSIONI E GAME PLAY NON LINEARI
Il gioco aveva un game-play un po’ rivoluzionario rispetto ai cliché dell’epoca. In pieno stile Cinemaware, vi erano fasi diverse ognuna dall’altra ma tutte collegate alla trama principale.
Tre gli architepi di missione. Dalla visuale in prima persona data dai combattimenti con i biplani poligonali, o raid e bombardamenti con visuale dall’alto o isometrica. La giocabilità era immediata ed impadronirsi dei comandi era semplice. Difficili i combattimenti e le missioni con picchi quasi frustranti soprattutto, almeno per chi vi scrive, nei combattimenti contro i bimotori tedeschi.
QUEI DETTAGLI NELLA GRAFICA
Wings aveva nel comparto tecnico il suo asso nella manica. Oltre ad una storia narrata bene, il gioco aveva grafica e sonoro di primissimo livello. Del resto, Cinemaware era famosa per le sue produzioni, pionieri fin dal principio (1986) con Defender of the Crown, di nuove alchimie tecniche su Amiga.
I dettagli facevano la differenza ed una cosa che in pochi dimenticheranno è il vedere la testa recilinata sulla spalla mentre l’aero, colpito ed in fiamme, cadeva in picchiata al termine di un duello andato male. Macabro, ma reale. Senza dimenticare il 3d poligonale, e gli orpelli grafici durante le missioni di bombardamento sia che fossero in isometrico o con vista dall’alto.
Il sonoro conteneva musiche epiche con un risultato storico rilevante. Orecchiabili e di impatto. Meglio di così. Ricordiamo la fisarmonica durante la presentazione di alcune missioni che strappava lacrime. Gioco difficile ma godibile.
CONCLUSIONI
Lo spettacolo firmato Cinemaware era eccezionale. La narrazione della guerra vista dal diario di un pilota d’aereo e delle sue gesta descritte in un videogioco unico nel suo tempo. Vent’anni di gloria per questo Wings che ancor oggi continua a stupire. Un gioco crudo, difficile, frustrante, tecnicamente eccellente giocabile da tutti ma godibile da pochi, quelli che avevano più pazienza. Da rigiocare sicuramente.
PRO
Tecnicamente spettacolare. Colonna sonora indimenticabile. Immediato
CONTRO
Abbastanza difficile. A tratti ripetitivo
VOTO: 8,5/10