Drakensang: The River of Time
Ritorna Radon Labs che grazie ad Fx Interactive ed al buon successo dello scorso anno di Drakensang: The Dark Eye si propone al numeroso pubblico appassionato di Gdr (giochi di ruolo) con il secondo capitolo intitolato Drakensang: The River of Time. Si tratta di un sequel ambientato, però, circa trent’anni prima della storia di The Dark Eye che vuole essere un’alternativa a titoli blasonati come Dragon Age, tanto per citarne uno. Impresa ardua.
LA TRAMA…
Il nostro eroe è coinvolto in eventi più grandi di lui ed incontra Ardo in missione segreta con un nano ed un ladro. Sulla Thalaria, dove organizzeremo anche il nostro party, solchiamo il Grande Fiume che lambisce le coste della regione di Kosh nel regno di Aventuria e ci imbattiamo nei pirati che, in combutta con forze oscure, attaccano le navi mercantili. Questo è solo l’inizio di problemi ben più gravi… Medioevo e Fantasy si fondono in un’ambientazione quasi fiabesca, dai tratti soffusi ma dalle tonalità rosso sangue.
UMANI, ELFI, NANI…
Vi sono 22 archetipi disponibili con la possibilità di personalizzare le classi in Drakensang: The River of Time. È presente uno scarno editor per i tratti somatici. Gli occidentali sono predominanti nel regno di Kosh e ricordano gli europei del Medioevo. Presenti anche elfi, nani, thorwaliani ed altre razze.
Ogni razza ha classi diverse con proprie caratteristiche fisiche ed abilità di combattimento, comportamento, bonus e malus.
PUNTI ESPERIENZA E PUNTI AVVENTURA
The River of Time, si rifà alle regole del gioco cartaceo The Dark Eye, (in Italia “Uno sguardo nel buio”), apprezzato da oltre 5 milioni di persone nel mondo. Un modo alternativo rispetto al classico D&D. E così, ogni quest chiusa positivamente e combattimento vinto, danno un egual numero di punti esperienza e punti avventura. I primi, possono essere sempre spesi e migliorano abilità e caratteristiche fisiche. I secondi, fanno aumentare il livello del personaggio alzando il massimale di abilità e caratteristiche. Attacchi fisici o le magie, così come altre abilità (furto, scasso, forgiatura, ecc.), si potranno imparare, o migliorare, grazie ai maestri, mercanti, maghi e guaritori che con qualche soldo ci aiuteranno.
KOSH E’ UN BEL VEDERE
La base tecnica è simile al primo episodio, ma decisamente migliorata: il motore grafico ora più carico di dettagli con buone texture ed arricchito di ulteriori animazioni. A tratti, è un piccolo piacere per gli occhi con paesaggi più “dolci”. Il sonoro vanta il doppiaggio nella nostra lingua ed un’ottima colonna sonora.
Giocabilità e trama sono buone. Il game-play è un ibrido tra tempo reale e combattimento a turni (sempre anticipato dalla pausa tattica) e si avvale di una visuale variabile tramite mouse. Lunghetta la trama principale con tante subquest (alcune semplici altre più contorte) che danno profondità. Ed una volta finito si può rigiocare con altri personaggi e prendere decisioni diverse per concluderlo in altro modo.
Non tutto è oro ciò che luccica: la trama è un po’ lenta, e ci sono incertezze della telecamera. Poca la interattività con l’ambiente, se paragonata a quella di Oblivion e la difficoltà non è ben bilanciata.
CONCLUSIONI
Drakensang: The River of Time fa il proprio dovere egregiamente: migliora quello che c’era da migliorare, aggiunge dettagli ed offre una buona trama ed un’ottima longevità, grazie alla vastità delle aree esplorabili, unite ad un comparto tecnico pulito. Non è un capolavoro: le cose meno belle ci sono ma considerato il prezzo di 19,90 euro ed il fatto che il gioco duri almeno 60 ore tra trama principale e subquest, si può andare oltre. E’ un buon titolo. Un plauso ad Fx e Radon Labs.
Pregi
Ottimo rapporto qualità prezzo. Vario, longevo. Gdr adatto a tutti. Rigiocabile.
Difetti
Alcune incertezze della telecamera. Un po' troppo simile al predecessore, alcuni passaggi difficili.
Voto
8,5