Arrivato tra le mani di THQ Nordic dopo i fasti dei primi anni 2000, in cui scrisse una bella – se non unica – pagina nel mondo degli strategici in tempo reale ibridi con marcati elementi di giochi di ruolo (ben più marcati di quelli arrivati con WarCraft 3, se qualcuno se lo chiedesse), il brand di Spellforce, dopo tanti anni, torna a farsi giocare in veste di terza installazione ufficiale.
In realtà, dopo Spellforce 2 e ben due espansioni arrivate a distanza di molti anni dalla pubblicazione originale, il team di sviluppo che lo ha creato – Phenomic – è prima migrato sotto bandiera Electronic Arts e poi svanito, come tanti altri, sotto il maglio di esigenze societarie imperanti. Il testimone è passato dalle mani JoWood Productions a THQ Nordic, unico detentore del marchio, che ha incaricato Grimlore Games di spolverare il vecchio e glorioso Spellforce e di riportarlo in auge con Spellforce 3.
IL SEQUEL CHE E’ UN PREQUEL
Per renderci la vita molto semplice, produttori e sviluppatori hanno pensato bene di intitolare il nuovo gioco Spellforce 3, in barba al fatto che, narrativamente parlando, a detta degli autori, si ambienti mezzo millennio prima degli eventi narrati nel primo – ormai vetusto in termini di anzianità – episodio della saga. Il sequel che è in realtà un prequel, dunque, ci presenta un mondo molto diverso da quello che i veterani ricordano e che dava a Spellforce quel tocco di unicità che già da queste prime impressioni sembra aver smarrito.
Tuttavia, è opportuno fare notare che gli sforzi di Grimlore Games per realizzare un degno successore dei fasti di un tempo siano encomiabili. Al massimo livello di dettaglio, Spellforce 3, già da queste fasi preliminari, si fa molto apprezzare per le atmosfere gotiche, oscure, lussureggianti, selvagge, con rovine medievali sparse che emergono a stento da una natura quasi soffocante. Le mappe sono ben realizzate, le animazioni convincenti e i margini di miglioramento, se possibile, ci sono tutti. Il tempo di perfezionare quanto possibile non manca (il gioco non ha ancora una data di pubblicazione precisa).
UMANI CONTRO ORCHI CONTRO ELFI
Queste prime impressioni vertono sulla prova in anteprima della modalità multigiocatore di Spellforce 3. Questa propone due opzioni: Internet Play, che sarebbe la modalità classica in cui ogni utente – previa registrazione – si connette ai server ufficiali oppure LAN Play, cioè la partita in rete locale, senza dunque scomodare server esterni: si fa tutto in casa tra computer nella stessa rete, come negli anni ‘90 o primi anni 2000.
La modalità di gioco presente è una semplice schermaglia, che possiamo imbastire in un tutti contro tutti oppure a squadre. Quattro mappe ci attendono, tutte estremamente caratterizzate e dettagliate, mai banali, tanto evocative. I giocatori iniziano la partita alla guida di una delle tre fazioni disponibili: umani, elfi oppure orchi. Dalla loro parte hanno solo un centro del villaggio, dei braccianti e una manciata di risorse. Tutto questo ci ha ricordato moltissimo Age of Empires e la cosa non può che essere positiva. In pochi click abbiamo costruito le prime strutture per procacciarsi risorse primarie (legno e cibo) e i lavoratori, in perfetta autonomia, si sono messi a lavoro senza attendere nostri input.
In pochissimi minuti abbiamo poi realizzato una caserma e un piccolo manipolo di unità base: soldati da mischia e da distanza. Esplorando un po’ in lungo e in largo, facendo dipanare la classica nebbia di guerra (fog of war, in gergo) abbiamo scoperto dei monoliti da cui evocare l’aiuto di potenti alleati: gli eroi.
Gli eroi sono, in tutto e per tutto, assimilabili alle potenti presenze che si aggiravano già ai tempi di WarCraft 3. Hanno delle abilità, dei punti esperienza da accumulare in battaglia e possono trovare ed equipaggiare migliori armamenti oppure oggetti. Il grande dispiacere è stato notare che, allo stato attuale, è facile confonderli tra i soldati semplici, e non sono nemmeno tanto coriacei e quindi occorre fare il doppio dell’attenzione per non perderli. In caso di morte prematura, tuttavia, basta tornare al monolite di cui sopra, attendere che l’eroe torni disponibile e richiamarlo in servizio.
Strutture le strutture di ciascuna fazione sono per caratterizzate e poco confondibili. Mentre le unità che formano l’esercito sono più o meno le stesse con pochissime eccezioni: troviamo gli arcieri o comunque unità da tiro basilari, le reclute per il combattimento in mischia, guerrieri a cavallo e le rispettive evoluzioni meglio equipaggiate.
IL PREZZO DELL’ORIGINALITA’
Spellforce, a suo tempo, ha scritto un’importantissima pagina nel novero degli strategici in tempo reale e nei giochi di ruolo d’azione, riuscendo nella non facile impresa di amalgamare perfettamente le due forme di intrattenimento più in voga tra gli appassionati con mouse e tastiera. Già dal secondo capitolo ufficiale si è notata una deriva più da gioco di ruolo d’azione, mentre la prova che ci è stata concessa verte su una modalità multigiocatore che spinge molto di più sul lato gestionale e tattico.
La presenza e la possibilità di usare anche gli eroi durante le schermaglie non basta a scrollare di dosso l’etichetta da “più Rts che Gdr” che Spellforce 3, allo stato attuale, si è disegnato sopra se stesso. Sebbene non sia chiacchierato, pubblicizzato e osannato, Spellforce – l’intera saga – ha stregato, convinto e divertito centinaia di migliaia di appassionati che si stanno “accalcando” intorno a Spellforce 3, con la vivida speranza che nulla della “vecchia magia” sia andato perduto. La loro speranza è anche la nostra. Da qui al 7 dicembre, giorno in cui debutterà il gioco, manca ancora molto e tutto può ancora accadere.
COMMENTO FINALE:
Visivamente già molto bello, con una giocabilità solida e rodata che si fonda tanto sui vecchi Spellforce quanto sui classici Age of Empire, The Settlers e Command & Conquer. Spellforce 3 si presenta come uno strategico in tempo reale con visuale isometrica d’altri tempi, sotto certi aspetti, ma assolutamente al passo con la generazione corrente per altri.
Abbiamo provato soltanto la modalità multigiocatore online, abbiamo visto la possibilità (sempre molto gradita) di giocare le partite in rete locale (LAN), quindi senza l’obbligo di collegarsi ai server di gioco. La modalità online, allo stato attuale, prevede quattro mappe: una per il classico 1 contro 1; due mappe dedicate al 2 contro 2 e una mappa che può ospitare fino a sei giocatori 3 contro tre. Tutte le mappe possono essere affrontate in modalità tutti contro tutti.
Graficamente, come accennavamo più in su, si presenta molto bene: alto grado di dettaglio, giochi di luci ed ombre, atmosfere fantasy, goticheggianti, esotiche ed evocative. La visuale è quella classica degli strategici in tempo reale, dall’alto come siamo abituati a vederla in StarCraft, Command & Conquer o Supreme Commander. Si controlla tutto tramite mouse ma è possibile indicare qualche input tramite comode scorciatoie da tastiera.
La fortuna di Spellforce 3, comunque risiede nella sua bella trama, le sue storie e i suoi intrighi, la capacità di fondere insieme Gdr e Rts. Insomma: niente che una beta sulla modalità multigiocatore possa evidenziare. L’elemento Gdr, pur presente, ci è sembrato del tutto trascurabile, perché ci è bastato gestire la base e le risorse come un classico strategico per fare andare la partita nella direzione che volevamo: a nostro vantaggio. La presenza degli eroi, per nulla palpabile se non per essere molto più resistenti durante le mischie, ci è sembrata quasi del tutto superflua.
Sebbene la modalità multigiocatore non ci abbia entusiasmato più di tanto, non vediamo l’ora di provare la modalità storia, che sembra promettere molte più emozioni.
Pregi: Visivamente molto gradevole. Ambientazioni molto evocative ed ispirate. Facile gestire tutto.
Difetti: Forse troppo facile per i puristi. Non è lo Spellforce che ricordiamo. Prova ad unire gioco di ruolo d’azione e strategia in tempo reale ma con pochissima enfasi.