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Chronicle of Innsmouth, Recensione Pc

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Si può accostare l’ironia delle avventure grafiche punta e clicca come The Secret of Monkey Island alle atmosfere cupe e sicuramente meno gioviali dei racconti di H. P. Lovercraft? La risposta non è per niente semplice.

Ma a provarci è Psychodev un piccolo team (un tandem, anzi, un trio) di sviluppatori indipendenti, all’esordio assoluto in ambito videoludico. Lo scorso 5 maggio, infatti, è uscito su Steam, ed in altri store digitali, Chronicle of Innsmouth, avventura grafica punta e clicca in pixel art per Pc che ci offre una storia interessante basata su uno dei racconti del maestro americano dell’horror: La Maschera di Innsmouth (conosciuto anche come L’Ombra di Innsmouth) pubblicato nel lontano 1936.

Abbiamo già parlato del gioco indie nelle nostre Prime Impressioni di qualche giorno fa. La versione finale sarà stato in grado di riuscire a confermare quanto di buono aveva mostrato?

RISATE ALL’INIZIO, ANGOSCIA DOPO

Chronicle of Innsmouth è un gioco a double face. Ce ne siamo resi conto andando avanti con la trama (che citeremo soltanto in grandi linee per non fare anticipazioni di sorta) che all’inizio mostra il lato quasi goliardico della produzione e che però torna su registri canonici lovercraftiani quando si comincia a far sul serio.

Gli sviluppatori hanno voluto rendere omaggio molto apertamente non solo alle atmosfere tipiche delle opere dello scrittore statunitense, comunque presenti fin dall’inizio, ma anche ai grandi classici come The Secret of Monkey Island. Anzi, queste ultime tonalità sono state vivide per una buona prima metà del gioco. Gli autori hanno di fatto danzato in un difficile valzer tra battute ironiche e situazioni decisamente più seriose. Questo può far piacere agli appassionati del genere punta e clicca ma potrebbe far storcere il naso agli estimatori più puristi di Lovercraft.

La struttura dell’avventura è classica: interfaccia dei verbi per fare le azioni principali (parlare con gli altri personaggi, interagire con gli oggetti e con l’ambiente) ed accanto inventario per usare ma anche combinare tra loro quanto trovato e raccolto.

La trama ci porta indietro nel tempo. Siamo negli Anni ’30, in una località del Massachussets. Il protagonista è un giovane ragazzo biondo (che a nostro avviso ci ricorda un po’ il primo Guybrush Treepwood per modo di fare, invettiva ed inventiva, ndr) che si trova nella piccola città di Newsburyport deciso ad andare ad Arkham. Tuttavia, decide di fare una deviazione per Innsmouth per festeggiare la maggiore età. Un posto questo dimenticato da tutto e da tutti. Una volta fiorente adesso cancellato dalle mappe ed addirittura boicottato al punto che non passano più nemmeno i treni.

Trovato il modo, più o meno rocambolesco, per arrivare a questa Innsmouth, il tutto cambierà. Il gameplay tipico dei punta e clicca si unirà anche ad alcune, piccolissime, sessioni action (un po’ come accadeva in Indiana Jones the Fate of Atlantis, ndr).

Andando avanti nelle sue indagini, infatti, il nostro protagonista dovrà fare i conti con una realtà decisamente più problematica ed a dover lottare addirittura per la sua stessa vita.

Vi diciamo che il game over si manifesterà in diverse occasioni ma per fortuna si potrà riprendere in punti abbastanza vicini grazie ad un intelligente sistema di autosalvataggio.

Se Newsburyport è ombrosa ma tutto sommato tranquilla, Innsmouth è davvero spettrale e mette fin da subito a disagio (e questo è un pregio, ndr).

Personaggi sinistri popolano questi luoghi poco ospitali e tanti segreti cominciano ad emergere… assieme ad altrettanti dubbi che spingeranno ad andare avanti nella trama. Non andiamo oltre ma possiamo confermare la bontà dei dialoghi (sebbene qualche errore di punteggiatura sia presente, ma nulla che non si possa correggere con degli aggiornamenti, ndr), e tante situazioni grottesche ed al tempo stesso divertenti imbottite da tante citazioni (il treno a tre locomotive è solo una delle tante… ed a Palermo può prendere coloriti riferimenti che è meglio non mostrare qui) che poi vengono, come da contraltare crudele, sostituite più in là da situazioni ricche di tensione.

Dal punto di vista della difficoltà, il titolo si fa giocare piuttosto agevolmente salvo qualche passaggio un po’ più problematico. Gli enigmi sono piuttosto coerenti e danno anche una certa soddisfazione nel risolverli. Ci sono, come anche detto precedentemente, delle fasi action che danno più brio al ritmo e che si manifestano con sequenze QTE (Quick Time Event) basate quindi sul tempismo di esecuzione. Nulla di impossibile ma è una sfida che richiede le sue ore di gioco: dalle 5 alle 10, a seconda dall’esperienza dei giocatori..

PIXEL ART CON TANTE SFUMATURE, COLONNA SONORA D’AUTORE

Chronicles of Innsmouth G

Andiamo a parlare del comparto tecnico del gioco. Abbiamo accennato alla Pixel Art di Chronicle of Innsmouth e ne avevamo descritto come un arazzo in risoluzione 320×200 di stampo davvero classico ma non per questo privo di particolari. Anzi. Confermiamo in toto questa nostra affermazione aggiungendo anche che la varietà non è indifferente.

Tante le location ben congegnate ed Innsmouth è davvero un dedalo che a prima vista fa comprendere che il viaggio del protagonista non sarà una salutare passeggiata di piacere ma anzi che sarà una permanenza ricchissima di pericoli. E questo è un merito perché non è facile trasmettere emozioni con pixel così grandi su schermi abituati a supportare ben altro genere di grafica.

Proprio per questo l’unico vero appunto che ci sentiamo di fare è la mancanza di un supporto a risoluzioni più definite (anche una vecchissima 640×480 avrebbe fatto al nostro caso, a nostro avviso), che avrebbero, senza dubbio, dato ulteriore risalto al lavoro artistico svolto con oculatezza ma che a volte soffre di questa mancanza di definizione. Bisogna ricordare, inoltre, che tale lavoro è stato realizzato con Adventure Game Studios. Ci sono alcune piccole imprecisioni, inoltre, che denotano la natura indie (ed anche amatoriale) della produzione. Troviamo alti e bassi ed è un peccato.

Il contesto sonoro è probabilmente una delle parti migliori del lavoro fatto da Psychodev formato da Umberto Parisi e da Amedeo Vasaturo. Tanti i brani originari ricchi di atmosfera che accompagnano in modo decisamente adeguato il nostro cammino. Bene anche gli effetti sonori fatti da zero.

Insomma, per essere il loro primo lavoro sono riusciti a fare qualche cosa di positivo. A tal proposito abbiamo preparato un box con tante curiosità sullo sviluppo che vi proponiamo a seguire.

Chronicles of Innsmouth I

TUTTE LE CURIOSITA’, PIU’ O MENO DELLA PRODUZIONE

  • Il gruppo whateley hillbillies, che si esibisce nella location dell’hotel YMCA, esiste davvero: è composto da Umberto Parisi, Osvaldo Costabile ed Alberto Maria Langella. Questa è la loro pagina Facebook
  • L’esterno della biblioteca di Newburyport è preso da una foto della vera biblioteca.
  • Hopelow e lo strillone sono due amici degli sviluppatori.
  • I due contrabbandieri sono i due autori del gioco.
  • La voce di sottofondo che si sente ad innsmouth ad intervalli regolari è quella di Parisi.
  • Il pezzo jazz al Cafe’ Ogi e di un amico di Parisi, il jazzista Massimo Barrella che ha creato la musica appositamente per la location
  • Il brano sui titoli di coda è da considerarsi la title track ufficiale ed è eseguita e composta da Parisi, la voce è di Gandolfo Ferro cantante che suona insieme a lui nella band heimdall attiva da 99 e con 5 dischi pubblicati
  • Tutte le musiche sono composte e suonate da Parisi, tutti gli strumenti sono veri tranne il trombone sul pezzo noir del flashback e naturalmente i synth.
  • Il cane che ascolta i Whateley Hillbillies si chiama Junior ed è uno dei cani di Parisi a cui si sono aggiunti dopo Wendy e Zelda che non sono, però, stati disegnati ed inseriti nel gioco
  • La raffineria è una struttura dei cantieri navali di Portoferraio che l’autore vedeva dal bar in cui ha preso il caffè per un anno ed in cui sono nate le prime tavole di Chronicle of Innsmouth;

Chronicles of Innsmouth E

  • La voglia di voler creare un videogame è nata nel contesto di un canale Youtube gli Psychotronici purtroppo scomparso causa mio trasferimento;
  • I suoni della signora Tilton che pulisce sono io che pulisco le corde della chitarra;
  • Il gioco è nato per caso e nessuno di noi ha mai fatto nulla del genere prima, l’unica abilità già presente era quella musicale tutto il resto l’abbiamo imparato da zero;
  • Per rendere la storia più credibile abbiamo realizzato un background su cui esso poggia, questo può permetterci di portare avanti la saga con coerenza;
  • Essendo il gioco realizzato mentre imparavamo si può notare una miglioria nei background andando avanti nel gioco purtroppo tecnica sbagliata quando il mercato si basa sui primi dieci minuti;
  • Tutte le musiche sono registrate in home recording per la precisa volontà di occuparsi di tutti gli aspetti del gioco;
  • Riguardo questo anche la scelta di proseguire in due dopo una piccola ricerca di altre figure ci ha portato a capire i problemi e le criticità di tutti gli aspetti della produzione di un gioco con tutto il beneficio che questo potrà portare nei lavori futuri;
  • Il personaggio di Lone Carter è stato aggiunto successivamente alla creazione del background per fare da contraltare al personaggio principale decisamente ingenuo e un po’ tonto. questo perché l’introspezione psicologica del racconto porta a non meravigliarsi della sua estrema curiosità per Innsmouth mente nel gioco questa cosa non funzionava ed abbiamo dovuto renderlo un tipo un po’ in balia degli eventi;
  • Il gioco in principio era molto più difficile abbiamo limato pian piano il tutto per evitare che le persone dovessero trovarsi più spesso del solito ad usare tutto con tutto per andare avanti inficiando quello che era lo scopo prefissatoci e cioè raccontare una storia;
  • Il primo sprite realizzato è l’uomo che puzza alla stazione. In principio doveva essere Sargent l’autista dell’autobus per innsmouth;
  • Il bar a Newburyport ha l’insegna di oldgamesitalia per ringraziarli del supporto;
  • Il diario di sviluppo è sul forum di oldgamesitalia
  • E’ paradossale ma se c’è un gioco che non ha influenzato Chronicle è Shadow of the Comet.

Chronicles of Innsmouth B

COMMENTO FINALE

Cosa aggiungere di più? Difficile. Chronicle of Innsmouth è una buonissima avventura grafica punta e clicca che strizza l’occhio più volte agli anni ’90, ai classici del genere ed ha il difficile compito di fondere goliardia ed ironia ai toni tetri e tutt’altro che scanzonati delle tonalità del maestro dell’horror H. P. Lovercraft omaggiandone uno dei suoi racconti più famosi.

Possiamo dire che il compito di Psychodev è ben svolto. Con tutte le limitazioni del caso, ovviamente. Non dobbiamo dimenticarci, infatti, di essere di fronte ad una produzione amatoriale realizzata nel corso degli anni da due autori (ai quali si è aggiunto anche Ross Moffat – Mandle – che si è prodigato nella traduzione ed adattamento in inglese nonché dei test) che hanno imparato a sviluppare in corso d’opera. Non è un colossal (né vuole esserlo) ma un gioco indipendente che fa la sua figura soprattutto se consideriamo che questa sia la prima fatica in assoluto degli autori.

Chi ama le avventure grafiche in generale potrà senza dubbio apprezzare la bontà dei contenuti dei dialoghi ed i loro toni, spesso brillanti, le tante citazioni e situazioni grottesche ma anche la sfida che alza l’asticella nella seconda parte della storia.

Dal punto di vista tecnico, fermo restando la natura indie, possiamo apprezzare gli sforzi degli autori per offrire una buona grafica in pixel art (con alcune schermate migliorabili), ed un’ottima colonna sonora oltre che ad una storia double face che parte con tante risate e che continua con toni sempre via via più drammatici. Un’alternanza che può essere interessante ed intrigante ma che comunque potrebbe non piacere a tutti, soprattutto a chi ama in modo integrale le atmosfere cupe di Lovercraft.

Bene anche la difficoltà, la varietà ed il grado di sfida. Inoltre, Chronicle of Innsmouth a noi ci ha divertito (soprattutto all’inizio) e ci ha spinto ad andare verso la fine. Lo consigliamo agli amanti delle avventure grafiche ed anche a chi si vuole cimentare in un genere classico che grazie anche a queste produzioni indie sta vivendo da tempo una seconda giovinezza.

 

Pregi

Avventura grafica interessante. Buone, sebbene un po’ altalenanti, le atmosfere. Tantissime citazioni divertenti e brillanti. Intrigante grado di sfida. Dualismo comico-drammatico che funziona. Colonna sonora di livello e sostanza. Buona Pixel Art...

Difetti

... Avremmo gradito, però, la possibilità di giocare a risoluzioni più alte. Alcune scelte stilistiche potevano essere più “definite”.

Voto

7,5

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