Oltre a Little Briar Rose abbiamo avuto il piacere di conoscere gli autori di questa deliziosa avventura grafica (qui la nostra recensione, fresca fresca di giornata) uscita attualmente su dispositivi mobili iOS ed Android ed a breve, il 2 dicembre prossimo, in arrivo su Steam.
Non è la prima volta che parliamo con Fabiola Allegrone e Piero Dotti, gli sviluppatori di questo gioco: già due anni fa alla pubblicazione del famoso prototipo per l‘Indie Game Maker Contest 2014, abbiamo avuto un cordiale scambio di battute ma è la prima intervista vera e propria che gli facciamo. E questo per avere un quadro completo – oltre agli articoli e news già dedicati – chi c’è dietro il gioco ed avere vari aneddoti, curiosità sulla squadra di lavoro, sul titolo e, perché no, anche su novità future. Del resto, il bello del nostro mestiere è quello di poter carpire, laddove possibile, le novità e di comunicarle ai lettori che spesso e volentieri sono anche appassionati.
Conosciamo meglio, dunque, gli autori di Little Briar Rose, le loro sensazioni, e come è nata questa particolarissima avventura grafica punta e clicca che offre una visione e versione della fiaba “La Bella addormentata nel bosco”.
Buona lettura.
Presentatevi al pubblico. Chi c’è dietro Little Briar Rose?
“Siamo un team di due persone da sempre appassionati da videogiochi. Dal 2008, per nostro diletto, creiamo prototipi di giochi e avventure, sognando un giorno di iniziare qualcosa di più serio.
Due anni fa ci siamo lanciati e abbiamo provato a partecipare ad un contest internazionale, l’Indie Game Maker Contest, per noi la prova del nove. Lì è nato Little Briar Rose.
Il team è composto da:
Piero, programmatore del team. Da piccolo sogna di fare l’inventore e lo scrittore (e l’archeologo, ma ne riparliamo un’altra volta). Per diretta conseguenza, studia ingegneria informatica e si ritrove a percepire i videogiochi come una somma di queste passioni, in cui raccontare se stesso e le proprie storie.
Fabiola, l’artista del team. Ha studiato fumetto alla scuola internazionale di Comics, spinta dal desiderio di raccontare le proprie storie, cosa che ci accomuna. Fu Piero a suggerirle di provare a dedicarsi ai videogiochi. E si sentì sciocca: Chissà perchè, sino a quel momento non le era venuto in mente!”.
Il vostro progetto è nato più di due anni fa, cosa è cambiato da allora nello sviluppo?
“Quando creammo la prima versione di Little Briar Rose, le scadenze ristrette del contest ci portarono a rinunciare a molte rifiniture. Aldilà dell’aspetto grafico del gioco, che ora è più curato, ci siamo presi il tempo per potenziare anche gli altri aspetti. Gli enigmi originali sono stati ampiamente rivisitati e ne sono stati aggiunti di nuovi. Le musiche, che in origine erano per la maggior parte materiale disponibile in rete, sono state sostituite con brani inediti. Più si è andati avanti nei lavori, più si è delineato con chiarezza qual era la forma che avremmo voluto dare al gioco sin dal principio. Siamo molto soddisfatti di questo nuovo Little Briar Rose!”.
Avete recentemente portato il gioco alla Gamescom di Colonia ed in altre fiere, come è andata l’esperienza?
“Il nostro è un gioco che, a quanto abbiamo potuto sperimentare, stuzzica l’interesse anche nel clima frenetico delle fiere. Per compensare la mancanza di azione, spesso più fruibile in una fiera, ci siamo armati di cuffie isolanti e sedia, per invitare il giocatore a prendersi cinque minuti di relax con i ritmi temperati di Little Briar Rose. Secondo noi, l’idea ha funzionato; un piano malvagio, ma a fin di bene!
Le fiere sono una bellissima esperienza, che ci insegna sempre qualcosa di nuovo, di noi e dei nostri giochi. Ciò che apprezziamo di più è il tempo trascorso a confrontarci con altri sviluppatori, in un ambiente che sta diventando sempre più stimolante ed in crescita”.
Vi aspettavate un’attesa, anzi, un hype così da parte della stampa nazionale?
“A dire il vero, no! Già fummo sorpresi due anni fa, quando ricevemmo le attenzioni della stampa, ed ora di nuovo sbalorditi. Dopo tutto questo tempo ed il nostro discreto silenzio, chiusi a lavorare al progetto, immaginavamo di dover tornare a parlare di Little Briar Rose come di un progetto nuovo, a malapena sentito. Non avevamo capito che sarebbe rimasto impresso con tanta naturalezza! Ci teniamo a ringraziare Mangatar e il suo supporto per la comunicazione, che ci ha permesso di razionalizzare cosa stava succedendo.
Stiamo ancora metabolizzando, ma siamo molto felici”.
Come è nata l’idea del particolare stile grafico?
“Quando devi competere con settecento progetti in un solo mese di tempo, punti molto sul farti notare tra la folla. Un po’ come la coda di un pavone, abbiamo aperto il nostro ventaglio di estrosità e puntato per uno stile unico. Come prima cosa decidemmo di adattare una fiaba; scegliemmo “Rosaspina”, ovvero la versione dei fratelli Grimm della più celebre “La Bella Addormentata”. A quel punto, fiabe e vetrate furono un’associazione naturale. Tuttavia non bastava. Ricordo ancora la frase che diede inizio al tutto: “Sì, vetrate, ma facciamoci tutto il gioco, non solo l’intro!”.
Il dover rendere comprensibile e interessante uno stile così eccentrico, era una sfida! Ricordo che ci volle quasi tutto il mese solo per trovare la tecnica giusta, ma dopo due anni possiamo dire che ne è proprio valsa la pena!”
Quali saranno i punti forti del gioco, a parte l’aspetto visivo che già due anni fa appariva delizioso e che a quanto visto dal trailer sembra essere ulteriormente migliorato?
“Noi vorremmo che questo gioco non venisse ricordato solo per la grafica, ma anche per tutta l’atmosfera che vi si respira. I personaggi che abitano la foresta hanno ognuno un loro carattere ed i dialoghi esprimono una realtà variopinta e viva. Nonostante il team fosse esiguo, non volevamo trascurare nessun aspetto. Abbiamo dato molta importanza alla musica, così come al gameplay. Nell’ alternare dei mini giochi con le meccaniche più disparate, abbiamo cercato di divertirci e di impreziosire l’esperienza di gioco.
Seppure la grafica attira l’occhio, Little Briar Rose intende essere un progetto concreto. Speriamo di esserci riusciti!”.
Cosa faremo in Little Briar Rose?
“Nei panni di un Principe, vivrete un’impresa molto fuori dai canoni di un eroe delle fiabe. Interagendo con l’ambiente circostante e dialogando con gli abitanti della foresta, dovrete districarvi in enigmi e situazioni bizzarre. A volte servirà avere con sé l’oggetto giusto, altre volte, l’accortezza di ascoltare cosa ci si aspetti che un vero Principe dall’animo nobile, faccia.
Non a suon di fendenti, bensì di ingegno, vi guadagnerete il vostro lieto fine.
Oppure no…? In fondo, in Little Briar Rose, essere un Principe non è una garanzia di salvezza!”.
Parlateci della storia e della longevità
In quest’avventura tra i rovi di un regno lontano, avrete lo scopo di risvegliare Aurora, la bella dormiente nel castello da un secolo. Vi inoltrerete nella foresta e sarete a stretto contatto con le popolazioni che la abitano. Gnomi, fate, tritoni e goblin vi metteranno alla prova in molti modi e, se riuscirete nelle imprese, indebolirete il maleficio che grava sulla foresta e sul regno.
Essendo un’avventura grafica, la durata del gioco è molto personale, ma non è pensato per essere un’epopea, avvicinandosi più a giochi come Machinarium, rispetto alle storiche avventura del passato. Nonostante questo, il gioco presenta una particolare meccanica di Game Over, che può differenziare le diverse partite, il tutto senza minare alla fruibilità di una singola partita. Inoltre è presente un sistema di Achievements, che il giocatore può divertirsi a completare una volta finito il gioco”.
Il gioco è pensato per Pc e mobile, arriverà anche su console? Potrebbe funzionare in queste piattaforme?
“Durante lo sviluppo non avevamo ancora chiaro se la scena console fosse da escludere. Non volendoci precludere nulla, predisponemmo il gioco in modo tale che potesse accogliere molti sistemi di gioco, inclusi i controller da console. Semmai dovessimo avere l’occasione di arrivare su console, penso che Little Briar Rose potrebbe uscirne a testa alta.
Non abbiamo mai sperimentato un’avventura grafica in queste circostanze, ma secondo noi risulterebbe altrettanto godibile”
Avete già in mente altre fiabe da raccontare?
“Little Briar Rose non è stato il nostro primo adattamento di una fiaba, ad esser sinceri. Ci eravamo già sperimentati in progetti minori ed in ambito amatoriale, tuttavia desideriamo mostrare che il team non si fonda sull’idea di fare adattamenti di fiabe. Aspiriamo a poter raccontare storie spaziando su vari generi videoludici. Anticipiamo già che il prossimo progetto sarà tutta farina nel nostro sacco!”
Grazie per la disponibilità.
“Grazie a te e a presto!”.