Un’epopea durata cinque anni e culminata solo il 10 novembre scorso, data di pubblicazione ufficiale di StarCraft 2: Legacy of the Void, opera di Blizzard Entertainment, terza ed ultima parte della trilogia di StarCraft 2 inaugurata il 27 luglio del 2010 con l’episodio Wings of Liberty.
Uno dei giochi di maggior successo che non appartenga al genere degli sparatutto in prima o terza persona e non sia esclusiva Sony oppure Microsoft e destinata alle console da salotto: PlayStation e Xbox.
Disponibile solo per Pc Windows e sistemi OS X, Legacy of the Void è la seconda espansione al gioco base (Wings of Liberty), che può essere liberamente giocata senza l’obbligo di possedere gli episodi precedenti. È un gioco di strategia in tempo reale (Rts in gergo), dove la visuale è fissata in alto, come a volo d’uccello e al giocatore spetta il compito di impartire gli ordini ai propri sottoposti tramite mouse e tastiera.
“In tempo reale” vuol dire che, contrariamente agli scacchi o al Risiko, le mosse dell’avversario (umano o intelligenza artificiale) avvengono nello stesso istante in cui stiamo agendo noi, rendendo il ritmo delle partite molto serrato, dove i giocatori più rapidi – spesso – hanno la meglio.
GALLINA VECCHIA FA BUON BRODO
Cinque anni di acqua sotto i ponti sono passati ma il motore grafico di StarCraft 2 è sempre quello a cui siamo abituati da Wings of Liberty.
Modelli poligonali, sistema di controlli, di gestione delle unità, delle strutture e delle risorse sono tutti lì dove e come li avevamo lasciati. Certo: ora si giocano i Protoss, ancestrale razza aliena dotata di poteri mentali, che ottiene grandi vantaggi da spiccate capacità psioniche e da protezioni di tipo “scudo energetico”.
Prima si giocavano Zerg (Heart of the Swarm) e Terran (Wings of Liberty). Sul fronte multigiocatore, le tre fazioni sono sempre state accessibili, e le uniche ad essere bloccate – nel caso di mancato acquisto delle espansioni – sono le unità nuove che vengono pubblicate per impreziosire il piatto dell’offerta. Questo perché, sorprendentemente, la campagna solitaria di StarCraft 2, per quanto cinematografica e spettacolare sia, non è ciò che ha resto lo strategico di Blizzard uno sport nazionale in Corea del Sud.
LUPI SOLITARI SODDISFATTI, VIRTUOSI DELLA COMPETIZIONE FELICI
Lungi da noi rilevarvi qualcosa della bella trama ordita per noi da Blizzard Entertainment, qui vi basta sapere che StarCraft 2, nel suo insieme, continua la narrazione interrotta con StarCraft: Brood War.
In estrema sintesi: tornano alla ribalta i protagonisti di quello StarCraft datato 1998: Raynor, Kerrigan, Artanis, Tassadar e Zeratul, affiancati da vecchie e nuove conoscenze. Il loro scopo è quello di fermare un “demone antico” che si chiama Amon, un potente alieno appartenente ad una razza primordiale a cui si attribuisce la creazione di Protoss e Zerg.
Pensiamo di avervi rivelato anche troppo, ma quello che possiamo aggiungere è che fra musiche orchestrali difficilmente dimenticabili e dei ritmi di gioco mai lasciati al caso, StarCraft 2: Legacy of the Void diventa in breve tempo una preziosa fonte di soddisfazione per i “lupi solitari”, così chiamiamo i giocatori abituati a godersi esperienze in giocatore singolo e da ricordare.
Gli appassionati di competizioni multigiocatore online trovano, dal canto loro, la classica, granitica, funzionale e ormai rodata da anni impostazione Blizzard, con classifiche, leghe, tornei e tutto il necessario per divertirsi online con amici e sconosciuti, senza che la noia venga presto.
Fra i Protoss sono arrivate nuove unità che rimandano al capitolo di fine anni ’90 ed altre che sembrano la versione migliorata di quelle che schierano dal 2010, perché in base alla provenienza (Purificatori, Khalai e Nerazim) cambiano le loro capacità speciali. Le due unità, per fazione, che sono state pubblicate in esclusiva sono Adepta e Disgregatore (Protoss), Cyclone e Liberatore (Terran), Laceratore e Criptolisca (Zerg).
Non paghi di novità sul fronte squisitamente di gioco, anche la modalità multigiocatore si è vista impreziosire di nuovi modi di giocare: missioni cooperative, modalità arconte (in cui due giocatori devono dividersi una base e riscrivere il concetto di gioco di squadra), tornei estemporanei ed automatizzati. Insomma: tutto quello che può far felice un “atleta” del multiplayer da competizione e due o più amici che cercano nuovi stimoli per cooperare insieme.
COMMENTO FINALE
StarCraft 2: Legacy of the Void è la degna conclusione di una saga, di un’epopea che ha segnato una generazione di videogiocatori.
Difficilmente farà breccia nei giovanissimi utenti, abituati ormai a sparatutto e giochi d’azione con visuale molto vicina al protagonista. Ma renderà felici tutti gli appassionati di strategia in tempo reale, ancor più felici gli ormai affezionati estimatori delle trame concepite da Blizzard, senza dimenticare gli “sportivi” che cercano le ultime novità nel campo della competizione con gli altri giocatori. Bilanciato, solido, bello da vedere, divertentissimo da giocare, Legacy of the Void si ama oppure si ignora.
Pregi: Motore grafico vecchio eppure solido e granitico, senza incertezze e scalabile per essere giocato sulle configurazioni più datate. Giocabilità “vecchio stile” e rodata. Campagna solitaria degna di una saga cinematografica e multiplayer sempre all’avanguardia.
Difetti: La visuale non è in prima persona né in terza persona. Se lo si compra per la storia perde di valore, essendo il capitolo conclusivo di una trilogia. Le scene di intermezzo compresse in bassa definizione stonano con l’eccellenza generale.
Voto: 8,5/10.