Uno dei giochi made in Italy più attesi del panorama indie è senza dubbio The Town of Light. Si tratta, per chi non lo sapesse, di un’avventura in prima persona dai toni horror che è in sviluppo dal team LKA.it, una piccola software house di Firenze.
Il gioco è stato uno dei protagonisti dell’ultimo Svilupparty che si è svolto ad inizio maggio a Bologna. The Town of Light ha saputo conquistarsi una fetta di palcoscenico importante e si è fatto apprezzare sia dal pubblico che dalla critica presente.
Il titolo arriverà su Pc (Windows, Mac e Linux) e supporterà anche l’Oculus Rift. Incuriositi dal gioco che – non nascondiamo – emana fascino, abbiamo contattato e scambiato quattro chiacchiere con Luca Dalcò, direttore e fondatore di LKA.it ed abbiamo parlato di The Town of Light, della sua particolare ambientazione nell’ex manicomio di Volterra e chiesto qualche informazione su ciò che sarà. Il gioco si fonderà su basi solide: quelle della realtà che, testuali parole di Dalcò:
“E’ in grado di superare ogni fantasia”.
Ci siamo anche tolti una curiosità sul nome del team che ha radici antiche: era la sigla di tre lettere (LKA) che Dalcò inseriva nella tabelle dei record dei vari titoli arcade che giocava nelle sale giochi. Ricordi anni ’80.
Detto di questo piccolo aneddoto, vi riportiamo la nostra intervista a Luca Dalcò su The Town of Light, un gioco di cui sentiremo parlare molto spesso che si candida ad essere uno dei titoli italiani di punta.
Buona lettura.
Come è nata l’idea di realizzare un’avventura ambientata in un ex manicomio?
L’idea è nata da un percorso di ricerca personale. La scoperta dell’ex manicomio di Volterra è stato un colpo di fulmine. E’ un posto incredibile, che trasuda fascino e inquietudine. La prima volta che l’ho visitato ho subito deciso che sarebbe stata la location ideale per un gioco, poi passo passo, su questa sensazione è nato The Town of Light
Horror in prima persona, cosa avrà in più rispetto ad altri titoli del medesimo genere?
La realtà! Nessuno jump scare, mostro o esperimento genetico. Solo la nuda, cruda, terrificante realtà di quello che è accaduto all’interno di questi istituti fino a poche decine di anni fa. La realtà è in grado si superare ogni fantasia
A quali film, libri e videogiochi vi siete ispirati?
Titoli come Dear Esther, Gone Home, The Cat Lady, The Path sono stati fonte di ispirazione, ciascuno per diverse ragione. The Town Of Light non assomiglia a nessuno di questi però!
Libri ce ne sono stati tanti, così tanti che nel sito potrai trovare una bibliografia! Quello che più di tutti mi ha toccato è senza dubbio “Diario di una schizofrenica” di M.A. Sechehaye e “Invito in Manicomio” di Irene Lizza. Bei film sul disagio mentale e sull’istituzione totale non ne ho trovati molti. Si cade facilmente nella banalizzazione attraverso l’uso di stereotipi scorretti e fuorvianti.
Tra i pochi mi preme citare “C’era una volta la città dei matti” di Marco Turco, “La casa dei matti” di Andrei Konchalovsky e “Magdalene” di Peter Mullan.
Avete scelto Volterra anche per una questione geografica. La storia si baserà su fatti o aneddoti realmente accaduti in questa struttura? Se si, potete accennare a qualche cosa, senza ovviamente togliervi il gusto di far si che il vostro gioco racconti la storia?
Abbiamo scelto Volterra, ma la nostra storia è uno sguardo all’istituzione manicomiale più generale. La storia è inventata ma costruita in modo da essere credibile, basata su testimonianze e racconti provenienti da tutto il paese.
Ci sarà un finale unico o più modi per affrontare e concludere l’avventura?
Questa credo sia una particolarità di TTOL, più che poter plasmare la storia potremo vederla da punti di vista diversi, così diversi che ci faranno credere di vivere storie differenti. Uno degli elementi fondamentali del gioco è l’incertezza. Qual’era la realtà? Come sono andate le cose veramente? La verità spesso non esiste, è solo una semplificazione della realtà.
Parlateci della protagonista e, se ci sono, di altri personaggi.
La protagonista è una ragazza, Renèe, di padre francese, patologicamente chiusa, divorata dal senso di colpa indotto dalla sua sessualità prorompente che si scontra con un educazione repressiva e bigotta. Siamo negli anni ’30, in un piccolo paese e l’infanzia di Renèe è particolarmente difficile, vissuta tutta nel contrasto tra perbenismo e violenza tra chiesa e abusi.
L’ingresso nel manicomio, all’età 16 anni, determinerà la definitiva frammentazione della sua personalità. Ci saranno altri protagonisti, ma non posso dirti troppo altrimenti svelerei parti importanti del gioco. Posso dirvi che ho curato la storia della protagonista nei minimi dettagli scrivendone una biografia completa.
Ormai qui in studio è come se conoscessimo Renèe personalmente e siamo tutti affezionati a questa ragazzina così intelligente e profonda, ma allo stesso tempo così drammaticamente fragile, una fragilità che le spezzerà irrimediabilmente la vita.
Le ambientazioni, abbiamo visto, non saranno solo al chiuso ma ci sarà spazio anche per alcune escursioni. Ci saranno anche location segrete? Cosa potete dirci a riguardo?
L’ambiente di gioco è abbastanza vasto e si svelerà nel corso del gioco. Soprattutto nell’ultima parte del gioco visiteremo altri padiglioni ed il cimitero “dei matti”.
Quanto sarà grande Town of Light?
Bisogna vedere da che punto di vista!
Come mole di lavoro enorme! 🙂
Il gameplay dovrebbe attestarsi attorno alle 4-5 ore. La storia è molto curata e complessa, ricchissima di sfumature e riferimenti e la possibilità di viverla da punti di vista diversi conferisce al gioco una forte rigiocabilità.
Da quello che si vede dal materiale in rete, si nota un lavoro certosino sotto tutti i punti di vista, tecnico, artistico ed anche narrativo. Si prospetta un connubio vincente. Cosa sarà per voi Town of Light?
Per noi The Town Of Light è qualcosa di veramente speciale. Un’avventura di vita oltre che professionale. Per questo vogliamo sempre andare oltre, migliorare, approfondire, aggiungere! Il gruppo di lavoro è nato su questo progetto, all’inizio eravamo in due, oggi siamo 12.
Siete riusciti a portare tutte le vostre idee nel gioco o ci sono stati dei tagli rispetto al progetto originale?
Fino ad un certo momento abbiamo dovuto tagliare molto perché la forza produttiva non era sufficiente, ma oggi che il gruppo è cresciuto abbiamo potuto reintegrare molte delle idee che erano state accantonate e questa è stata una sensazione bellissima!
Al recentissimo Svilupparty di Bologna, Town of Light è stato uno dei titoli più apprezzati, cosa ne pensate?
Ci fa piacere, è sempre una grande emozione avere riconoscimento da parte di chi prova il titolo, è davvero la nostra linfa vitale!
Quale sarà, secondo voi, il punto forte del gioco?
E’ un gioco fuori dagli schemi, non riesco a pensare ad un titolo simile e questo nell’indie credo sia molto importante, il punto forte del gioco credo sia “la realtà”, il gioco riuscirà a proiettarvi in un mondo pazzesco, ma assolutamente vero e credibile.
Cosa (e quanto) manca alla versione finale?
Fine anno.
Il supporto ad Oculus Rift come procede?
Non senza difficoltà, ma procede. Vogliamo un implementazione non banale, che riesca a sfruttare le potenzialità della periferica. Sarà un lavoro duro!
Che genere di marcia in più può dare Oculus?
Una overdose di immersività … per noi è oro!
Avete avuto il merito ed il coraggio di andare avanti nonostante la campagna IndieGoGo dello scorso anno non sia andata benissimo. Cosa, secondo voi, è venuto a mancare in quella occasione?
Non abbiamo curato correttamente la promozione del titolo durante la campagna e quindi non siamo riusciti ad avere la giusta visibilità.
Indie allo stato puro, ma in questo lasso di tempo per lo sviluppo, non si è fatto avanti nessun publisher nonostante il progetto faccia il pieno di consensi?
Molti publisher e ancora oggi stiamo valutando molte possibilità.
In quali lingue, oltre all’italiano ed all’inglese, sarà il doppiaggio?
Per il momento è prevista la voce italiana, inglese e russa , mentre per i sottotitoli ad oggi prevediamo italiano, inglese, francese, tedesco, spagnolo, greco, portoghese, russo, ukraino, bulgaro, giapponese.
Devo ringraziare le community che ci assistono per il grande aiuto nella localizzazione.
Ci sarà spazio per una versione su console?
Non lo escludiamo, ma sarà una eventualità da considerare dopo la release.
Vi ringraziamo sentitamente per questa intervista e vi auguriamo ogni bene per la pubblicazione di Town of Light.
Ringrazio voi per l’interesse e lo spazio che ci date!