Relic e Sierra Entertainment nel 1999 gettarono in pasto agli amanti di strategia quello che tutt’oggi è considerato un gran bel videogioco: Homeworld.
Uno strategico a tempo reale con ambientazione spaziale, del tutto tridimensionale che ebbe un successo piuttosto importante, tanto da spingere il publisher a confezionarne due seguiti. Attacchi mirati, sonde di ricognizione, mezzi di trasporto e un vasto universo da esplorare lo hanno fatto diventare immortale, tanto da essere fonte di ispirazione per giovani sviluppatori impegnati in altrettanto recenti progetti, risvegliando l’amore verso un genere mai dimenticato del tutto dai gamer un pochino più anziani.
Così, con una operazione commerciale da poco più di un milione di dollari, Gearbox Software ha acquistato i diritti di Homeworld e Homeworld 2, riproponendoli in una versione rimasterizzata – da noi soltanto in formato digitale – che abbiamo assaporato con piacere, prima di parlarvene quest’oggi.
UNA VERA REMASTERED
Prima di affrontare il discorso relativo alla rielaborazione grafica, ripercorriamo brevemente il filone narrativo di Homeworld.
I Kushan, del pianeta Kharak, trovano i resti di una nave spaziale molto antica; al suo interno, una pietra con incisa la mappa stellare di Hiigara, ragion per cui le varie fazioni in lotta deposero le armi per avviare una sorta di collaborazione.
L’obiettivo era quello di costruire un’astronave madre per tornare sul loro pianeta di origine, sfruttando una tecnologia molto particolare, utile per compiere viaggi iperspaziali.
Anni di sacrifici e studi portano quella che nel tempo diventerà una flotta – anche grazie al nostro impegno in battaglia – ad una serie di scontri e guerriglie senza esclusione di colpi. In Homeworld 2 prenderemo invece parte ai conflitti ambientati 115 anni più tardi del primo episodio sopra descritto, quando non si potrà fare a meno di dare il proprio apporto per la difesa di Hiigara, attaccata dai Vaygr, una tribù che negli anni ha conquistato e schiavizzato mondi e civiltà diverse, diventando una delle armate più forti dell’intera galassia.
La storia di questi due episodi è abbastanza diversa. L’esordio rappresentò una piacevole sorpresa all’interno del panorama videoludico e venne apprezzato a gran voce da pubblico e critica; con il secondo, le cose andarono diversamente. Seppur elogiato per la veste grafica, Homeworld 2 venne aspramente criticato per la quantità industriale di bug presenti al lancio e per i picchi di difficoltà troppo elevati.
Furono in molti a non apprezzare la trama e tanti altri trassero un respiro di sollievo con le prime patch, che colmarono in parte quelle mancanze di cui sopra, anche grazie all’opera dei modder che estesero di gran lunga la vita di questo capitolo.
Tuttavia, qualcosa si era rotto: le basse vendite e le numerosissime lamentele aiutarono Sierra a prendere la decisione di interrompere la serie, che da quel settembre 2003 non ha più visto giungere sugli scaffali nuovi capitoli o ulteriori espansioni. Fino a qualche mese fa, quando Gearbox Software s’è rimboccata le maniche, proponendoci la remastered collection di cui vi stiamo parlando.
Nel tempo c’è però stata un’opera di rivalutazione anche dei capitoli considerati meno riusciti e poter affrontare di nuovo le due campagne single-player è stata una grossa gioia. Sedici missioni per Homeworld e quindici per Homeworld 2, la modalità offline del titolo rielaborato ed edito da Gearbox Software s’è rivelata al livello delle grosse aspettative che c’erano; nonostante i filmati in-game, realizzati con lo stesso engine grafico che contraddistingue le fasi gameplay, il team di sviluppo ha investito tempo e risorse su effetti e texture, riviste praticamente da zero, concedendoci la possibilità di approcciarlo anche su monitor oltre il Full HD.
Le battaglie, l’astronave madre, le unità di trasporto, le sonde, tutto ciò ha acquisito una sorta di seconda giovinezza, restituendo a schermo un risultato visivo straordinario.
Non tutto è reso alla perfezione, avvicinando di molto la visuale sulle unità della flotta si notano dei modelli 3d non sempre al massimo per qualità, o qualche texture fuori posto; pecche che soltanto l’occhio più allenato riuscirà a cogliere, e comunque per farlo bisognerà andare a cercare il pelo nell’uovo tramite un livello di zoom smisurato e inutilizzabile, anche perché inutile, nelle fasi di gioco vere e proprie.
UNA RIEDIZIONE QUASI PERFETTA
Piuttosto, a farci storcere il naso sono state alcune problematiche relative alle visuali, fixate pochi giorni dopo il lancio, tanto da non intralciare più di tanto la nostra run. Nessun problema a riguardo dell’interfaccia invece, resa più visibile e posizionata in maniera differente, mentre qualcosina da rivedere lo abbiamo trovato nel multiplayer, ancora in fase beta. Fatto presente che si divide in modalità contro la CPU e quella multigiocatore vera e propria (in LAN e online tramite server Steam), il giocatore si troverà a poter selezionare tra le quattro razze della serie, con un risultato quanto meno discutibile per il bilanciamento delle stesse e, in generale, per la quasi totale assenza di giocatori in rete.
Si tratta di una modalità accessoria, inserita mentre i lavori su questa appendice erano ancora in corso – e lo sono tuttora, da quanto ne sappiamo – ma la scarsa affluenza di giocatori sui server ci fa pensare che il multiplayer di questa remastered rimarrà in beta per molto tempo ancora, se non per sempre.
Un problema non da poco, considerando l’amore che gli strateghi nutrono per gli scontri online, ma vista la presenza di lag che ha afflitto ogni nostra singola e sudata prova, ci viene da pensare che Gearbox Software non ritenga più opportuno investire preziose risorse economiche e di personale per ottimizzare una modalità che vede così poca affluenza.
Nonostante ciò, l’opera di rifacimento e rifinitura riguardo alcuni aspetti è senz’altro degna di nota, e giustifica pienamente i circa trenta euro richiesti per l’esborso. Non solo perché si tratta a tutti gli effetti di una vera rimasterizzazione, ma anche e soprattutto per la longevità che si attesta dalle 20 alle 30 ore per le due campagne, con la possibilità di arrotondarle ulteriormente cimentandosi in multiplayer, magari in un bel LAN con gli amici, o riaffrontando le vecchie campagne nelle edizioni classiche. Sì, avete capito bene, questa remastered è allo stato dei fatti anche una collection, inglobando al suo interno anche le edizioni classic dei primi due Homeworld. Ahinoi, manca Homeworld: Cataclysm all’appello i cui diritti non sono stati acquisiti da Gearbox; gioco che, lo ricordiamo, gira sugli attuali sistemi operativi Windows previa installazione di una specifica patch.
COMMENTO FINALE
Homeworld è un pezzo di storia videoludica e poterlo ammirare di nuovo, restaurato a dovere, è stata una sensazione indescrivibile. Gearbox Software stavolta ha fatto le cose per bene, ristrutturando in maniera certosina il comparto grafico ed audio e lasciando intatte le peculiarità che hanno reso celebre la serie.
Non solo, perché un prezzo di lancio invitante e il multiplayer (purtroppo ancora in beta) lo rendono assolutamente imperdibile anche ai meno avvezzi del genere, che così potranno apprezzare e cimentarsi con uno degli strategici in tempo reale più amati di sempre.
PREGI: Una remastered coi fiocchi, di un capolavoro immortale. Gameplay raffinato, oggi come allora stimolante e capace di tenervi incollati allo schermo per ore e ore.
DIFETTI: Multiplayer ancora in fase Beta.
VOTO: 8,5/10
Ho giocato gli originali e dovo dire che questa nuova versione gli rende onore.
Speriamo che anche Cataclysm ne possa, al più presto, beneficiare.