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R-Type

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Si scrive R-Type, si legge storia. Quasi tutti i giocatori, infatti, hanno quantomeno sentito parlare dello shoot’em up della Irem che spopolò le sale nel lontano 1987.
In queste righe parleremo delle versioni per Commodore 64 e per Amiga. Il titolo arrivò su tutti gli home computer e console l’anno dopo e venne sviluppato dalla Rainbow Arts sotto, però, il marchio Activision. Si arrivò a questo dopo un’azione legale di Activision…
Il successo fu dettato da un game-play immediato, un’azione frenetica e da un sistema di armamenti e comandi differente rispetto al passato.
R-Type è così apprezzato che ne esistono remake anche per console e dispositivi Apple.

LA R-9 PRONTA A SALVARE LA TERRA

La storia originale di R-Type è piuttosto inflazionata: alieni mutanti minacciano la Terra e gli esseri umani reagiscono con l’ultimo ritrovato della loro scienza, la navicella R-9.
Si tratta, dunque, di una feroce lotta tra terrestri e i Bydo che arrivano dal futuro. Tuttavia, alcune voci narrano storie diverse anche se in R-Type l’accenno alla trama lo si trova nella schermata di presentazione con la frase “Blast off and strike the evil Bydo empire”.

Il mostro del primo livello. L’immagine simbolo di R-Type. Qui la versione Amiga

BEAM E FORCE, LA RIVOLUZIONE DELLO SHOOT’EM UP

R-Type, rivoluzionò il game-play degli shoot’em up dell’epoca grazie a due innovazioni: il beam ed il force. Il primo non è altri che un devastante raggio laser che si ottiene tenendo premuto per qualche secondo il pulsante di fuoco ed aspettando il caricamento indicato dalla barra a fondo dello schermo.
Questo colpo, fu all’epoca descritto come “sparo a sputo” ed era obbligatorio, più che consigliabile, disattivare l’autofire dei joystick. In sostanza si raccoglieva un tale quantitativo di energia ben superiore a quello dei colpi standard per devastare tutto.
Da non tralasciare la presenza del force, un pod che assumeva un’importante valenza strategica all’interno dell’azione. A differenza dei vari moduli comparsi prima di allora, il force non serviva solo per migliorare la potenza offensiva. Poteva, infatti, essere posizionato di fronte all’astronave, dietro oppure lasciarlo fluttuare ai lati.

LE ALTRE NOVITA’

Il gioco si dimostrò innovativo anche in altri aspetti introducendo elementi grafici mai visti prima di allora. Lo stile può essere definito “cyber-organico” e di sicuro impatto a livello visivo.
Gli otto livelli sono ambientati nelle istallazioni dei Bydo e si vede come queste siano uno stranissimo mix tra elementi organici e meccanici davvero ben fatti ed in grado di ispirare molti altri videogiochi del genere (ad esempio X-Out, Z-Out e tanti altri).

Meno colori, meno definizione, su C64, ma rimase un lavoro mirabile nonostante le limitazioni hardware

R-TYPE CONVERTITO IN SOLE SETTE SETTIMANE

Tante le curiosità legate ad R-Type che è sicuramente un gioco riuscito sotto tutti i punti di vista con una bella grafica (in tutte le versioni) ed un sonoro realizzato da urlo firmato dal leggendario compositore tedesco Chris Hülsbeck. Quasi mitologico il titolo principale. E dire che tutto fu fatto, come si legge nella sequenza finale del gioco per Commodore 64, in “ realizated in only 7 week”… solo sette settimane.
La giocabilità innovativa ed il ritmo frenetico anche se con uno scrolling non velocissimo fecero il resto. Senza dimenticare che “R-Type” aveva una difficoltà non indifferente.

LA DIATRIBA TRA ACTIVISION E RAINBOW ARTS

“R-Type” entrò nella storia anche per una delle prime controversie in ambito videoludico di un certo livello. I diritti della conversione per i computer ad 8 e 16 bit erano stati acquisiti dalla Activision e gli americani avevano fatto i preparativi per un lancio colossale e, ingenti spese.
Sul più bello, però, si resero conto che la tedesca Rainbow Arts, che aveva nel frattempo fatto uscire “Katakis” (di chiarissima ispirazione al gioco Irem), li aveva letteralmente bruciati nel tempo. Ne derivò un’accesa disputa. La Rainbow Art non era nuova a colpetti del genere: ricordate “Great Giana Sister”, il clone di “Super Mario”?

CONCLUSIONI

R-Type” è un pezzo di storia. Non potrebbe essere diversamente. Uno shoot’em up epico che nonostante uno schema molto lineare seppe dare una ventata di freschezza ad un genere già all’ora diventato estremamente inflazionato.
Il beam, il force, lo stile grafico inconfondibile, le musiche orecchiabili, e la difficoltà di gioco seppero far breccia sul numeroso pubblico appassionato di sparatutto. Cos’altro da aggiungere? Versione per Amiga davvero ben fatta, identica a quella arcade, mentre per il C64 si segnala la qualità degli effetti grafici e, soprattutto, dei brani musicali resi (a nostro modestissimo avviso) decisamente meglio rispetto alle versioni a 16 bit: merito del piccolo grande Sid.

PRO

Innovativo il game-play. Comparto tecnico inappuntabile

CONTRO

A volte frustrante

VOTO: 8,5/10

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1 commento su “R-Type”

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